Capitolo 41

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Jason

La mia tappa sarà Memphis dove mi fermerò per una notte. Poi Oklahoma City, Albuquerque e infine la grande destinazione... Las Vegas.

Non mancherà senz'altro il divertimento in quella città. Non ci sono mai stato, ma mi intriga ciò che mi aspetta laggiù. C'è vita ed è questo quello di cui ho davvero bisogno.

L'unico problema resta nel viaggio. Avrei preferito prendere un aereo ed essere lì in meno di un giorno, ma quando prenderò una casa dovrò arredarla in qualche modo, no? Perciò l'unica scelta era questa.

Portare il più possibile da casa mi è stato utile e lo rifarei altre mille volte. Adesso sto attraversando Atlanta, sono già ad un ora e mezzo lontano da casa e mancano ancora più di cinque ore all'arrivo fino a Memphis.

Come minimo venerdì, quando arriverò a Las Vegas, andrò in letargo per almeno 1 giorno.

Tutte queste ore di macchina mi stancheranno come non mai. Farò la media di 6/8 ore al giorno di strada, per non parlare di quando dovrò sostare per fare benzina e mangiare qualcosa.

Mentre percorro la strada tra Birmingham e Tupelo, Alan, nonché mio coinquilino e amico, mi chiama.

Aziono il viva voce e rispondo.

«Pronto».

«Jason, sei già partito?» chiede.

«Ti stiamo aspettando bello» urla Benjamin vicino al telefono.

«Coglione cazzo mi urli nell'orecchio» replica Alan.

I due iniziano a battibeccare e poco dopo tornano a ricordarsi di me.

«Dicevo Jason... Sei già partito?» ripete.

«Sì».

«Qui è tutto pronto per venerdì» commenta.

«L'importante è che ci sia un letto. Appena arriverò non saluterò nessuno, mi farò una bella dormita» confesso continuando a mantenere lo sguardo sulla strada.

«Sarà fatto capo» replica lui.

«Come vanno le cose lì?» domando ripensando ai vecchi momenti passati a Londra.

Tre londinesi sulle strade di Las Vegas cosa possono combinare? Già lo so.
Non appena arriverò, il cerchio si completerà e noi ne combineremo di tutti i colori.

Loro non devono sapere il vero motivo del mio trasferimento, nessuno deve saperlo, ed è per questo che devo fingere di essere lì per il gruppo e per cambiare vita.

«Bene, se non fosse per Harry» risponde Alan.

«Che ha fatto?» chiedo ridacchiando.

È sempre stato il pessimo dei 4 ma il più simile a me.

«Semplice... Non ci ha fatto dormire stanotte. Ha avuto la brillante idea di portarsi a letto due ragazze e non ti preoccupare, posso assicurarti io che si sono divertiti tutti quanti. Non hai idea delle urla che provenivano da camera sua» dichiara sbuffando.

«Almeno io so usarlo il cazzo» sento dire da Harry.

Un trio? Un classico per lui.

«Stai zitto coglione» ringhia scorbutico l'altro.

Ridacchio e scuoto la testa.

Sono al telefono con loro da nemmeno 5 minuti e già mi scoppia la testa. Come farò a conviverci per mesi?

«Non vediamo l'ora di rivederti» dice a seguito.

«Sabato sera pretendo subito si uscire» li avverto.

«Aspetta ti metto in viva voce così ti sentono pure loro» comunica Alan.

Poco dopo ripete la stessa frase che ho appena detto, riferendo agli altri le mie intenzioni di sabato sera.

«Non sei ancora arrivato e già pensi a sabato?» chiede Benjamin.

«Ovvio» rispondo.

«Grande fratello!» commenta Harry.

«Ora dove ti trovi?» aggiunge Ben.

«Vicino Fulton» dichiaro.

«Ti manca poco allora per arrivare a Tupelo» osserva lui.

«Ancora venti minuti di strada ma sì».

«Ti fermerai a mangiare qualcosa?» chiede Alan.

«Per forza ragazzi, sto morendo si fame» ammetto.

«Quanto ti manca ancora per arrivare?».

«Un'ora e quaranta senza contare la sosta, contando quella minimo due ore» spiego.

«Ce la farai dai. Noi adesso ti lasciamo, ci si sente stasera. Chiamaci più tardi se non sei troppo stanco» dice infine Ben.

«Lo farò, a dopo ragazzi».

Loro mi salutano e la chiamata si chiude.

Non devo l'ora di scendere e mettere qualcosa sotto i denti. L'idea di dovermi fare, dopo la sosta ovviamente, un'ora e quaranta di strada mi uccide ma ho la fortuna che mi piace guidare altrimenti sarei morto.

Finalmente, dopo essere arrivato davanti ad un bar & ristorante di Tupelo, scendo dalla macchina ed entro.

Il locale è molto carino. Si chiama Blue Canoe e visto dalle recensioni non deve essere affatto male.

Mentre aspetto l'ordine, appena ordinato, apro i messaggi sperando di averne ricevuto uno da Melanie.

Proprio non la capisco. Viene a letto con me e poi scompare. È stata settimane a rinfacciarmi questa cosa e adesso è la prima ad ignorarmi.

Non capiva il mio bipolarismo, ma adesso sono io quello che non capisce il suo.

Ho sbagliato ieri sera, ho sbagliato davvero tanto ma non riesco a pentirmene veramente. Infondo è solo una diciannovenne, è stato un piccolo momento di sfogo il nostro, nulla di più.

Ma stento a credere che non le sia piaciuto, anzi.

Credo che mi stia evitando proprio per questo.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora