Jason
- Los Angeles.
Le follie non le fanno solo coloro che sono accecati dall'amore. Ieri sera, dopo la discussione con Melanie ho prenotato un volo per oggi, nonché il giorno successivo, e sono partito.
Mi sono recato all'aeroporto da solo, senza dire niente a nessuno e adesso sto per atterrare.
Credevo fosse impossibile trovare un buco per me per un volo al mattino presto, ma la fortuna sembra avere ascoltato le mie preghiere.
La cosa folle è che Milton è in aeroporto ad aspettarmi.
Dopo essere sceso dall'aereo e aver fatto tutti i controlli necessari, compreso aver preso la valigia, esco dall'aeroporto e vado alla ricerca di colui che mi sta aspettando.
Vago tra la folla e cerco il suo sguardo.
Quando lo incrocio gli sorrido.«Sei arrivato finalmente» commenta lui dandomi una pacca sulla spalla.
«È molto che aspetti?» chiedo.
«No, non tanto. Sono venuto in anticipo per prendermi un caffè visto che a casa mia non ho fatto in tempo» risponde.
«Sei sicuro che non disturbo in questi giorni?».
«No assolutamente, altrimenti non ti avrei chiesto di venire qui. A proposito, dobbiamo fare una lunga chiacchierata». È calmo, fin troppo per farmi credere che sia tutto ok.
«Spero che qualcosa del nostro piano non sia andato storto» lo avverto.
Lui sospira e ciò non promette bene.
«Non proprio, ma ci sono cose che non avevo calcolato ed è giusto che te ne parli» confessa.
Annuisco lo supero, iniziando a camminare.
«Ah Jason... La mora non sarebbe dovuta venire qui con te?» domanda.
È in quel momento che mi torna in mente Melanie.
«No, è stata una scelta improvvisa e alla non è venuta» mento, in parte.
Se gli avessi proposto di venire con me a Los Angeles e ieri sera molto probabilmente mi avrebbe tirato una scarpa in testa. La nostra discussione è durata più del dovuto e credo proprio di avergli fatto cambiare idea. Sarebbe stato un rifiuto quasi sicuramente perciò non ci ho nemmeno provato.
«Capisco. Allora seguimi. In macchina inizierò a spiegarti varie cose» annuncia camminando affianco a me.
Spero vivamente che tutto sia proprio come desidero e che non abbia fatto un viaggio a vuoto, perché potrei veramente impazzire. Sogno questo giorno mai da anni e vorrei che nessuno lo distruggesse.
Quando arriviamo nel parcheggio Milton mi aiuta a posare la valigia in macchina e successivamente saliamo.
Lui parte, ma inizia a parlare solo quando si ferma al primo semaforo.
«Lei è qui ma non so per quanto resterà» dichiara.
Il sangue mi si gela. Lentamente mi giro con la testa verso di lui aspettando altre spiegazioni.
«Purtroppo credo che si sia accorta di qualcosa, infatti è per questo che ti ho detto di venire qui».
«Cosa?!».
«Hai sentito».
«E cosa dovrei fare?» chiedo confuso.
«Io non posso più starle dietro come ora, perciò la cosa migliore è che faccia tu il primo passo adesso. Prova a presentarti, crea un'amicizia e poi fai quello devi...» risponde lui.
«Ma se non so nemmeno dove abita o dove lavora!» commento.
«Tutte queste informazioni sono comprese nel prezzo complessivo che chiaramente ti dirò appena arriveremo a casa. Ho tutto scritto su un biglietto, preferisco non parlarne. Sai... Non si sa mai. Anche le pareti spesso hanno le orecchie» ammette.
«Quant'è il prezzo complessivo?» azzardo a chiedere.
«Visto che è da un po' che non mi dai niente e viste le informazioni e le cose che ho dovuto fare per scoprire tutte le informazioni possibili, la cifra si aggira intorno ai 10 mila dollari».
Sgrano gli occhi.
«Entro quanto li vuoi?».
«Massimo una settimana».
«Una settimana?» ripeto.
«Sì. Ormai non posso più aiutarti e prima ti metti alle spalle almeno questo peso meglio è».
«Va bene. Appena tornerai a Las Vegas chiamami. Io vedrò come racimolare questi soldi» confesso.
«Quando tornerai laggiù?» mi domanda.
«Tra 3 giorni».
«È una sfida dura per te, sei sicuro di sentirtela? Puoi anche tirarti indietro» mi ricorda.
«Ho speso un reno per arrivare fin qui e avere informazioni su di lei, non mi tirerò indietro proprio ora» lo avverto.
Lui alza le braccia al cielo e continua a fissare l'asfalto.
«Come vuoi te, ma sii prudente».
«Come si chiama?» chiedo cambiando argomento.
«Ana».
Mi scrivi il nome sulle note e poi torno a guardare fuori dal finestrino. Nessuno dei due si azzarda a parlare fin quando non arriviamo dentro casa.
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One night more
RomanceQuando Jason, venticinquenne di origine britanniche, torna nella casa di famiglia dopo un lungo tempo passato fuori città, la vita di Melanie si ritrova ad essere travolta un'ulteriore volta. Lui è incontentabile, maleducato e prepotente con lei. ...