Capitolo 48

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Melanie

«Perché Jason non dovrebbe più parlarti?».

Dopo aver finito di sistemare la spesa che ci ha portato Leila, mi volto verso di lei.

Guardo mia madre e lei capisce subito il mio nervosismo.

«Ehm io vado ad annaffiare le piante in giardino». 

«Mamma, papà non vuole» le ricordo.

«Devo semplicemente afferrare un tubo, azionare l'acqua e annaffiare. Non è niente, vado e torno. Ci metto dieci minuti» confessa.

«D'accordo. Se hai bisogno chiama, ok?».

«Sì», mi sorride dolcemente ed esce fuori casa.

«Ora che siamo sole puoi parlare» insiste Leila.

«Il fatto è che non lo so nemmeno io».

«C'è stato qualcosa tra di voi?»

Cerco di non dare a vedere le mie guance arrossate voltandomi dall'altra parte per fingere di andarmi a sedere su uno sgabello ma la signora Lewis è più intelligente di 3 Einstein messi insieme.

«Dimmi la verità» insiste.

«Sì» confesso.

«Ok, non ti chiederò cosa perché sono affari vostri ma posso sapere se per caso avete litigato?» chiede.

«No, non è stato così o meglio dire... C'è stata una piccola discussione ma come quelle che abbiamo avuto in passato» dichiaro.

«Conosco mio figlio più di quanto lui creda e dall'importanza che secondo me hai nella sua vita, penso che ci sia rimasto male quando non sei venuta a salutarlo il giorno della sua partenza» ammette.

Se sapesse cosa fosse successo la notte prima forse capirebbe meglio e comprenderebbe il mio gesto.

«Non l'ho fatto per cattiveria» chiarisco subito.

«Questo lo so per certo, ma è stato lì che ho capito che c'era qualcosa che non andava tra voi due. Se proprio ora mi dici che qualcosa è successo, beh mia cara... La situazione adesso mi è molto più chiara. Lui secondo me ha paura» confessa sedendosi difronte a me.

«Paura di me?» chiedo sorpresa.

Lei ridacchia e scuote la testa.

«No, ha paura di farti entrare nella sua vita. L'ho ripetuto un sacco di volte e so che adesso ti darà fastidio sentirtelo dire nuovamente ma tu lo cambi Melanie. Quando sta con te lo vedo più sereno e tranquillo. Parlammo di questo molto tempo fa, ricordi?» domanda.

«Sì, ricordo» rispondo.

«Nel profondo lo sa anche lui ed è per questo che, secondo me, ti ha allontanata. Ha usato la distanza che vi separa come fonte principale e ci è riuscito, devo dire che è stata una mossa astuta la sua se solo però non si fosse fregato da solo», scrolla le spalle e a quel punto mi acciglio.

«Che intende?».

«Intendi» precisa di nuovo

Oh dannazione.
Mi ricorderò mai che devo darle del tu e non del lei?

«Che intendi?» ripeto correggendomi.

«Si è fregato da solo perché come puoi vedere solo con la distanza è riuscito ad allontanarti. Correggimi se sbaglio ma credo proprio che ti abbia chiesto spazio anche quando era ancora qui a Dahlonega no?» chiede.

«Più di una volta mi ha detto di stargli lontano, ma tra una cosa e l'altra era impossibile. Voi venivate qui, ci sono state cene in mezzo e varie uscite. Anche se volessimo sarebbe stato impossibile in pratica».

«Bene ed è qui che si è fegato. Il movente è stata la distanza non la sua volontà e questo Melanie dovrebbe farti riflettere» mi ricorda.

«Non devo riflettere su niente Leila. Tuo figlio sta bene senza di me e anche io credimi» dico mettendo in chiaro la situazione.

«State bene l'uno senza l'altro ma continuate a cercarvi in silenzio. Lui continuando a chiedermi cosa fai, se esci, se sei felice e se ti diverti mentre tu entrando spesso nella sua chat» mi rinfaccia.

«L'ho fatto solo una volta e per un buon motivo visto che laggiù a Las Vegas non ho nessuno a cui chiedere aiuto, se mai ne avrò bisogno che sia chiaro. Volevo scrivergli solo per stare tranquilla e cercare di avere un appoggio se solo non dovessi trovare velocemente un piccolo appartamento» ammetto.

Un'altra smorfia poco convinta si crea sul suo volto.

«Se lo dici tu!» esclama.

«E comunque... Grazie per non aver detto nulla a mia madre. Lei non sa niente di mio padre e quella» mi affretto a dire cambiando subito discorso.

«Tua madre è la mia migliore amica, mi costa molto mentirle ma non sono affari miei questi come non sono nemmeno tuoi. Credo che sia una cosa che, se solo fosse vera, debbano affrontarla i tuoi genitori insieme. Jason mi ha detto tutto, so come ti senti a riguardo» dichiara.

Speravo non lo facesse.

«Ah davvero?».

«Sì, dopo quella sera ha dovuto. Sono stata io a costringerlo Melanie. Non credevo alle sue parole, pensavo che c'entrasse lui dietro il tuo malumore e quando te ne sei andata via l'ho costretto a dirmi la verità. Mi dispiace...» spiega meglio.

«Non importa, è tutto ok».

«Sei arrabbiata?».

«No, certo che no».

«Bene».

«Rimani a cena da noi stasera?» le propongo sotto forma di domanda.

«Non vorrei dare fastidio...».

«Non lo farai mai» replico serena.

Mi piace averla attorno e la cosa so per certo, ormai da anni, che è reciproca.

«Allora accetto molto volentieri» dice infine.

«Ottimo, vado a dirlo a mia madre. Tu se vuoi riposati pure sul divano».

«Non se ne parla, inizio ad apparecchiare» ribatte alzandosi subito dalla sedia.

La ringrazio e mi avvio fuori in giardino.

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