Capitolo 45

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Jason

- Il giorno dopo.
Sabato.

Appena mi sveglio, l'aria gelida di fine novembre inizia a farsi sentire.

Mi vengono i brividi e così vado a chiudere la finestra. Deve essere stato Alan ad aprirla.

Per me lui e il suo cambio di aria di ne possono andare a fanculo.

«Buongiorno bello» dice Ben uscendo dalla sua camera mentre faccio la stessa cosa.

«Fammi indovinare, ti sei svegliato anche tu per colpa di Alan?» chiedo.

«Sì e stavo giusto pensando di andarlo a menare».

«Dopo di te», lo faccio andare avanti per primo ed insieme saliamo al piano inferiore.

«Buongiorno ragazzi» cinguetta lui.

«Buongiorno anche a te stronzo», Ben prende due cuscini e glieli tira addosso entrambi.

«Quante volte ti devo dire che non voglio la finestra aperta di prima mattinata?» domanda lui.

Alan fugge da lui per evitare di essere preso.

«Ehi calmati amico, non arrabbiarti. Non lo farò più dopo stamani» confessa lui girando intorno al tavolo.

Ben si ferma e dice: «Ti conviene».

Alan ritorna a respirare quando Benjamin si siede, continuandolo però a fulminare con lo sguardo.

«Vuoi ammazzarmi pure te?» domanda voltandosi verso di me.

«No, ma ti conviene non farlo più altrimenti sì, mi verrà la tentazione di farlo» risponde.

«Ok ok, è chiaro il concetto».

Lui torna a versare il caffè nelle tazze e si siede insieme a noi.

«Stasera serata?» domanda Ben.

«Io passo» dice Alan.

«Strano», l'altro scrolla le spalle e scuote la testa.

«Non ci siamo Alan, così ci credo che non troverai mai una ragazza» aggiunge.

«Mi sono lasciato da poco con l'ex mia, non ho voglia di trovarmi altre ragazze al momento» rivela lui.

«Sei un caso perso Alan, ma comunque peggio per te. Tu Jason vieni, vero?» chiede voltandosi verso di me.

«Stasera passo anche io».

«Nel tuo caso è comprensibile. Da due mesi a questa parte non hai mai detto di no ad una serata, perciò questa volta te la concedo», inizia a bere e con la coda dell'occhio guardo Alan.

Ha lo sguardo basso, sembra pensieroso.
Anche se non sono il tipo da consolazione, stasera gli parlerò. Mi ha offerto la sua tana ed è il minimo che possa fare per lui.

«Harry dorme ancora?» chiedo a Ben.

«Secondo te? Lui si alza quando gli pare lo sai».

«Parlate di me?» domanda Harry.

«Sì» risponde Alan.

«Ti è tornata la parola?» aggiunge Ben.

Alan lo guarda male e si alza dalla sedia.

«Dai amico stavo scherzando. Alan torna qui» gli urla dietro l'altro, ma lui non sente nessuno e torna in camera sua.

«Non sopporto quando fa così» commenta a seguito.

Harry si siede proprio dove poco prima era seduto Alan e si precipita a finire la sua colazione.

«Che ha?» chiede lui con il boccone in bocca.

«È solo uno stupido» risponde Ben.

«L'unico stupido qui sei tu. Sai che si è lasciato con Stella e tu lo spingi a trovarsene un'altra?» ribatto.

«Gli farebbe bene, non scopa da quanto? Tre settimane?» domanda.

«E allora? Saranno cavoli suoi non trovi?».

Alza gli occhi al cielo e tira un sospiro.

«Eri più divertente a Londra. Al tempo non ti importava di chi veniva ferito o meno» mi ricorda.

«Non è cambiata la cosa, sto soltanto dicendo che è la sua vita. Che te ne importa? Vivi la tua e non rompere i coglioni, no? Harry non ti dirà di certo di no stasera, perciò hai già trovato il tuo compagno di avventure» rivelo.

«Certo che non gli dico di no. Ho bisogno di svuotarmi le palle stasera» commenta lui.

I due si guardano e si sorridono.

Riprendo a mangiare e li ignoro.

È difficile convivere con loro, ma non sono poi così male. Sembrano pessimi e forse è così, ma a tratti posso dire che sono anche simpatici
A tratti, ripeto.

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