Capitolo 58

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Jason

Non appena rientro in stanza, trovo Melanie addormentata sul mio cuscino. Lo sta tenendo stretto tra le sue braccia.

Mentre mi avvicino al comodino per prendere un paio di Boxer puliti, sbatto contro la lampada, posata su esso, e faccio cadere il mio orologio dal porta gioielli.

«Cazzo» impreco a bassa voce.

Melanie inizia a mugolare e quando apre gli occhi mi sorride.

È così solare... Penso.

«Buongiorno».

«Buongiorno», resto serio e prendo i Boxer puliti dal primo cassetto.

«Che ore sono?» chiede mettendosi a sedere sul letto.

«L'ora che tu ti svegli» rispondo avviandomi alla porta.

«Sei ancora arrabbiato o possiamo parlare come due persone civili?» domanda prima ancora che esca.

«La colazione è quasi pronta. Tra 10 minuti fatti trovare giù» la avverto evitando la domanda.

«Jason».

«Che vuoi?», mi giro prima ancora di aprire la porta.

«Hai parlato con Alan?» chiede.

«E a te che importa?».

«Mi importa perché quel ragazzo è la bontà in persona. Non merita di essere trattato male» mi ricorda alzandosi dal letto.

«Nessuno qui ha detto che l'ho trattato male».

Alza un sopracciglio e ripete: «Ci hai parlato o no?».

«Sì» rispondo.

«E che gli hai detto?».

«Gli ho detto che non avrebbe dovuto spiccicare parola con nessuno» ammetto.

«E lui?» continua.

«È uno con la testa apposto, sapeva già di non doverne parlare con nessuno» rivelo.

«Hai visto? Ti sei arrabbiato per niente ieri sera», un sorriso le spunta sulle labbra.

Vedendomi serio, smette di sorridere e si avvicina.

«Ti sei preoccupato per niente» aggiunge e la sua mano finisce sulla mia spalla.

Mi scanso e riprendo a parlare.

«Resta il fatto che hai sbagliato Melanie e questo non lo dimentico, perché prima di parlare con una persona che nemmeno conosci dovresti almeno imparare a capire il soggetto in questione» sbotto.

«Cosa ne sapevo io? Conoscendoti credevo che l'avessi già urlato ai 4 venti» dichiara.

«Non mi conosci e ieri sera ne ho avuta la conferma».

«Adesso è colpa mia quindi? Che idea dovrei farmi di una persona che frequenta luoghi che non dovrebbe frequentare, ha amicizie sbagliate e che tratta la maggioranza delle persone che ha al proprio fianco come oggetti?» domanda.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora