Melanie
«Buongiorno» dico entrando in cucina.
«Ciao tesoro», il sorriso di Leila è talmente smagliante che mi migliora la giornata.
«Mi scusi per ieri sera, ma mi ero scordata le chiavi di casa», mi siedo e aspetto che serva la colazione.
«Oh tesoro andiamo, questa casa è sempre aperta per te lo sai. Amo vederti girare qua dentro», posa sul tavolo un bel vassoio di pancake e brioche e poco dopo mi guarda.
«Mio figlio con te è un'altra persona» confessa.
«Mi scusi?» chiedo confusa.
«È più sereno, sembra pensare meno ad altre cose. Lo è sempre stato quand'era con te» risponde.
Sorrido e inizio a mangiare.
Lei si siede e fa lo stesso insieme a me.
«Jason non voleva alzarsi?» domanda.
«A dire la verità non l'ho nemmeno svegliato» ammetto e lei annuisce.
«Lei lo sa che..», mi interrompo sperando di non aver parlato fin troppo.
«Tra due settimane parte?».
«Sì».
«Beh sì, me lo ha detto qualche giorno fa» rivela.
«Come ti senti a riguardo?» chiedo.
«Beh è mio figlio, quando se ne andrà sarò sola. Finn vive da solo ormai da tantissimi anni, mio marito è morto e Jason era l'unico che mi rimaneva, ma adesso anche lui se ne andrà dall'altra parte nell'America ed io posso farci ben poco» risponde.
«Potrai andarlo a trovare quando vuoi, tu questo lo sai» le ricordo ma lei scuote la testa sorridendomi.
«Certo questo lo so, ma non posso fare avanti e indietro. Per quanto io ancora non mi senta pronta a stare da sola, questa è la vita di mio figlio e come ho lasciato spazio a Finn lo farò anche con Jason» dichiara finendo di bere il cappuccino.
«Però sai, speravo che rimanesse un po' di più. Quando se ne è andato in Inghilterra per andare nella sua città natale mi sono sentita persa, e quando è tornato quel vuoto si è colmato ma sapevo, infondo, che sarebbe rimasto per poco. Odia lavorare nella ditta del padre, odia ancora di più vivere qui dentro. Detesta tutto ciò che gli ricorda lui» aggiunge.
«È comprensibile» dico pulendomi la bocca.
«Certo, infatti è per questo che gli lascio sempre fare ciò che vuole. Se dovessi mandare in fumo ogni cosa che dice o fa, gli rovinerei soltanto la vita».
«Lo so».
«Ma adesso dai non pensiamoci. Perché oggi non facciamo qualcosa tutti insieme?» propone.
«Mi piace come idea, solo che non so cosa proporre di tanto originale».
«Io e mio marito avevamo una piccola casa sul lago, ti va di venirci? Potremmo passare la giornata lì e magari dormici una notte» spiega.
«Beh non saprei, l'idea è ottima ma non ho niente dietro» ammetto.
«Non preoccuparti, ti porterò a casa a prendere qualche vestito» si offre volontaria.
«Allora accetto volentieri».
«Mi piacerebbe tanto invitare anche i tuoi genitori, ma la casa è molto piccola e ci sono soltanto due camere da letto» ammette dispiaciuta.
«Non fa niente», scuoto la testa e mi alzo, andando a buttare nell'acquaio i piatti sporchi.
«Adesso vai a svegliarlo e comunica al signorino che la colazione è pronta. Qua ci penso io» mi ordina.
«D'accordo, a dopo» la saluto e torno in camera da Jason.
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One night more
RomansaQuando Jason, venticinquenne di origine britanniche, torna nella casa di famiglia dopo un lungo tempo passato fuori città, la vita di Melanie si ritrova ad essere travolta un'ulteriore volta. Lui è incontentabile, maleducato e prepotente con lei. ...