One night more

Capitolo 79

Jason

- Domenica mattina.

«Melanie...», sussurro al suo orecchio.

Negli occhi chiusi e nelle labbra schiuse traspare la sua serenità.

«Melanie» ripeto.

Mugola qualcosa di incomprensibile e proprio in quel momento ne approfitto per comunicarle che uscirò per tutta la mattinata.

«Adesso esco. Devo fare qualche compera, non so se riuscirò a tornare per l'ora di pranzo. Per qualsiasi cosa chiamami, ok?».

Annuisce e biascicando mi chiede dove vado.

«Andrò in centro» rispondo.

«Mi compri qualcosa per Natale?».

«È tra 2 settimane, manca ancora un po' non credi?» chiedo ridacchiando.

Lei si gira, smettendomi di dare le spalle, e apre gli occhi.

«Scusa per ieri sera».

«Non scusarti, anche io ho sbagliato», le accarezzo una guancia e lei sorride.

«Cosa vuoi per Natale?».

«Una casa nuova» ammette.

«Non è un po' troppo?» domando sorridente.

Richiude gli occhi e scuote la testa.

«Ci penserò su, adesso dormi che è presto».

«A dopo» mormora lei.

«A dopo piccola», le lascio un bacio tra i capelli e alla fine me ne vado. Esco dalla stanza, scendo le scale e mi sbrigo ad uscire.

Le lunghe e affollate strade di Las Vegas esauriscano la mia pazienza. In alcuni pezzi riesci a fare un km in 10 minuti. È frustante quando sei costretto a passare dal centro per fare prima, senza riuscirci nell'intento.

Dopo 20 minuti arrivo a destinazione. Entro dentro il bar e ordino un milkshake alla vaniglia.

Mentre aspetto Chase, mi arriva un messaggio da Milton.

Mi dispiace per come mi sono esposto con te la scorsa sera. Ero nervoso dalla mattina per affari di famiglia e me la sono ripresa con te.
Ho tanta pazienza Jason, tu lo sai meglio di chiunque altro. Ho aspettato fin troppo non credi? Entro mercoledì ti chiedo gentilmente di saldare la cifra una volta per tutte. Aspetto tue notizie.
A presto.

Sospiro e spengo il telefono.
Questa storia dei soldi mi tormenta da giorni ormai.
Non posso prelevare una cifra così alta dal mio conto corrente perché se solo mia madre lo scoprisse, finirei nei casini. Si insospettirebbe e finirebbe per farmi una testa più grossa di quella che già ho.

Altri problemi non ne voglio avere ed è per questo che la mia testa mi ha portato a fare una grande cazzata che so già che mi pentirò di fare.

«Hey», una mano si posa sulla mia spalla, interrompendo i miei pensieri, e mi spavento.

«Scusami, non volevo spaventarti. Tu dovresti essere James gusto?» chiede il ragazzo biondo affianco a me. Gli sorrido e allungo una mano.

«Chase, giusto?».

Lui la stringe e annuisce.

«Ci siamo sentiti solo per telefono e scusami se non ci siamo incontrati prima ma ho avuto molto da fare con mia moglie e con il trasloco. È incinta e tutto il carico va a me, perciò sono giorni un po' particolari. Appena ho trovato un secondo libero ne ho approfittato» confessa lui sedendosi davanti a me.

«Non ti preoccupare, so quanto possono essere noiosi i traslochi. Anzi, scusami se ho insistito così tanto ma ho bisogno di questi soldi il prima possibile» ammetto.

«Per caso hai qualche foto del camion?» chiede.

«Sì certo, le ho sul telefono. Dammi un secondo solo». Pigiare il pulsante di accensione e mentre aspetto che si ripristini, chiedo: «Ti servirà per il trasloco?».

«Sì, io e mia moglie ci stiamo trasferendo per questioni di lavoro e non potendomi permettere uno staff per i traslochi, preferisco fare da solo».

«Capisco».

Rimaniamo a parlare per almeno mezz'ora sul da farsi e successivamente, avendo accettato la mia offerta, lo saluto e me ne esco fuori dal bar più felice che mai.

Il prezzo si è concordato insieme e per fortuna è riuscito a darmi più di quanto immaginassi, quindi in questa vendita ci sarà anche un guadagno da parte mia. Non me lo aspettavo, ma sono veramente contento. I soldi in fondo non bastano mai.

Salgo in macchina e subito scrivi un messaggio a Milton.

Incontriamoci martedì mattina in modo tale da poterti dare la somma di denaro richiesta.

Invio il messaggio e parto per tornarmene a casa.