Capitolo 32

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Jason

- Meno 4 giorni dalla partenza.
Mercoledì.

«Domenica, quando te ne andrai, vuoi che prenda il tuo posto?» chiede Collin mentre finisco di sistemare gli attrezzi di lavoro.

«No, qui di domenica non si lavora» rivelo.

«Oh scusami, credevo di sì» replica.

Sudando, mi pulisco il sudore sulla fronte con un panno umido e mi alzo da terra.

«Io per oggi ho finito, vuoi che ti riaccompagni a casa?» domando educatamente.

Potessi lo lascerei a piedi ma, essendo sera, mia madre mi ucciderebbe.

«No no, ti ringrazio. Mio padre sta venendo a prendermi» risponde lui.

«Va bene, vatti a cambiare. Qua finisco io» rivelo.

«Grazie mille».

Mentre metto apposto la cassetta degli attrezzi, mi tolgo la maglietta e rimango a petto nudo.

Quando in lontananza sento un clacson, deduco che sia il padre di Collin. Ha sempre avuto questo vizio.

Esco fuori dall'officina e vedo arrivare la macchina di suo padre. Parcheggia ed esce insieme alla figlia.

«Ciao Jason, Collin dov'è?» chiede il padre.

«È andato a cambiarsi, ora arriva subito» rispondo.

Melanie sembra completamente disinteressata alla conversazione.

«Va bene» replica il padre.

«Posso entrare nel mentre? Qui fa un caldo», l'uomo si asciuga una goccia di sudore e annuisco.

Melanie distoglie lo sguardo dal telefono e segue il padre.

«Ferma, dove vai?» chiedo bloccandola per un braccio.

«Dentro con mio padre» risponde.

«Adesso sei tornata a ignorarmi?».

«Questo a te cambia le cose? Non credo, perciò lasciami andare per piacere» ribatte.

«Sai... Io non ti capisco», la libero e mi mordo la lingua prima di dire altro.

«Il nostro rapporto era divertente fin quando tu non hai deciso di baciarmi» dico.

Lei mi da uno schiaffo sulla spalla e sgrana gli occhi.

«Ma sei scemo? Qualcuno potrebbe sentirti».

«Non me ne frega niente».

«E poi non sono l'unica ad aver baciare l'altro» mi rinfaccia con gusto.

«Avevamo detto di non parlare mai più di questo e adesso siamo qui a ricordarci l'un l'altro di due baci insignificanti che ci siamo dati, facendoci prendere dal momento» aggiunge.

«Ti comporti in modo strano da dopo che ci siamo baciati a casa mia» le faccio notare.

«Da dopo che mi hai baciato a casa tua» mi corregge.

Alzo gli occhi al cielo e butto la testa all'indietro.

«Sì va bene, come ti pare ma hai capito il senso del mio discorso».

«Tra di noi è successo ciò che non doveva succedere e per evitare di rimediare a danni più gravi, la miglior cosa è stare lontani. Te l'ho detto», incrocia le braccia al petto e cerca con lo sguardo qualcuno dietro alle mie spalle.

Mi giro per cercare di capire chi sta cercando e quando torno a guardarla, si irrigidisce.

«Non succederebbe mai, so controllarmi e anche tu» mento.

«Sì questo lo so, ma non voglio che il mio nome sia il prossimo ad essere scritto su quella lista» ammette.

«Non succederà» la rassicuro.

«Non succederà perché non arriveremo a tanto. Siamo cresciuti insieme, non voglio essere di certo usata da te dopo anni che ci conosciamo».

«Non mi eccitano quelle troppo più piccole di me, perciò puoi stare tranquilla».

È la verità, ma lei eccome se mi eccita.
Melanie per me è l'eccezione a tutto.

«Se è così allora possiamo anche smetterla di provocarci l'un l'altro» dichiara tranquillamente.

«Non ti provoco, mi diverto soltanto a darti noia ma se a te questo non piace allora ok. La smetterò di provocarti solo se tu la smetti di cercare qualcuno ogni volta che parli da sola con me», le rivolgo un sorriso falso e lei corruga la fronte.

«Non ti seguo».

«Stai fissando da dieci minuti il capannone, sperando che qualcuno venga a salvarti. Non me la bevo io la storiella che mi starai per raccontare, perciò o ammetti che sto dicendo la verità o continuerò a infastidirti» la avverto.

«Mettiamo che sia vero, la smetti seriamente?».

Annuisco e a quel punto dice: «Ok va bene, è vero».

«Lo sapevo. Sarò sempre un passo avanti a te tesoro», le faccio l'occhiolino ed inizio ad avviarmi dentro.

«Quindi basta, giusto?» chiede correndomi dietro.

«Volevi la tua libertà no? Bene, te la concedo. Mi sono stancato anche io Melanie, non solo tu. In più, ho capito che stare con te è davvero tempo perso, meglio divertirmi in altri modi. Perciò siamo liberi entrambi adesso, non che prima non fosse così che sia chiaro, ma adesso smetteremo di stuzzicarci, proprio come dici te, e tutto sarà più facile» spiego.

«Bene», annuisce e si ferma.

Vado in bagno per darmi una sciacquata e quando mi chiudo dentro, inizio a pensare a ciò che ci siamo detti. Devo ancora realizzare tutto quanto.

Per quanto mi dia fastidio la sola idea di non poterle più dare noia, so che è la miglior cosa da fare.
Non vorrei per nulla al mondo che fosse travolta dal mio fascino, rischiando per giunta di farla innamorare di me.

Non potrei darle ciò che cerca se solo accadesse.

In più tra pochissimi giorni partirò e non so nemmeno se ci rincontreremo.
Perciò sì, decisione migliore di questa non potevamo prenderla.

Era divertente darle noia, ma dovrò farmi bastare il tempo che passerò con altre ragazze.
Loro infondo, non che siamo meglio, ma perlomeno hanno la mia età.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora