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"Riesci a vedere i miei genitori e i miei fratelli?" Chiesi a Sam mentre mi alzavo sulle punte dei piedi cercando di trovare la mia famiglia in mezzo alla marea di gente che aveva già preso posto sugli spalti.

"Non sono lì?" Indicò un gruppo di persone seduto in terza fila.

"Oh sì." Annuii trascinandola con me verso di loro.

"Ciao ragazze, vi abbiamo tenuto due posti." Disse mio padre accogliendoci.

"Grazie Signor Collins." rispose educatamente.

"Quante volte devo dirti di chiamarmi Al?" Mio padre ci scherzò su. I miei genitori amano Sam e la conosco da quando eravamo all'asilo, praticamente da tutta la vita. Ma lei si sente intimidita da mio padre perché è un poliziotto e quindi continua a chiamarlo Signor Collins.

"Mi dispiace, Al." Fece un piccolo sorriso.
Ridemmo tutti e ci sedemmo sulla panchina, che come avevamo previsto, Sam iniziò a lamentarsi e mormorare cose del tipo: "Dannazione, i pantaloncini si sporcheranno."

Si agitava sulla sedia, cercando di trovare una posizione in modo in cui i suoi vestiti non si sarebbero macchiati.

"Come puoi indossare qualcosa di bianco in un posto come questo? Sei stupida." La presi in giro colpendole un braccio.

"Chiudi il becco." Disse lei ricolpendomi. "E poi dovevo vestirmi bene per Jorge."

"Shhh." Misi la mia mano sulla sua bocca. "Non dire il suo nome, mio fratello è là!"

"E questo ci importa, perché..?"dice

"E 'una lunga storia, ti racconterò dopo. Chiamalo con il suo soprannome." Spiegai e lei annuì, ma sembrava ancora desiderosa di sapere la storia.

"A proposito del Ragazzo Figo, dov'è?" Chiese, facendomi guardare in giro tra la folla.

Lo individuai, si trovava un paio di posti più in là sulla sinistra in prima fila.

Indossava degli occhiali da sole accanto ad un altro ragazzo. La sua voce mi era familiare, forse era uno di quei ragazzi che erano con Jorge quando l'ho visto per la prima volta. Mi domandai se anche i suoi genitori fosse venuti a vedere Daniel ma accanto a lui c'erano due ragazze sulla quindicina che ridacchiavano.

"E' quel tipo con gli occhiali." Lo indicai sussurrando in modo che nessuno sentisse.
Improvvisamente sentii Sam stringermi la coscia con le unghie.

"Ow, ow, Sam. Ma che diavolo fai?" Sussurrai/urlai cercando di staccarle la mano dalla mia gamba.

"Oh mio dio! Scusami Martina, ma l'hai visto? E' un dio!" Esclamò  lei con gli occhi spalancati. Le coprii la bocca un'altra volta. Mi guardai attorno per assicurarmi che nessuno avesse sentito, ma fortunatamente tutti erano concentrati a guardare la partita che era appena iniziata.

"Lo so, ma stai zitta!" Ma rimproverai. Tornai a guardare la partita e Tommy mi salutò. Feci un cenno e gli sorrisi alzando il pollice.

Fissai Jorge chiedendomi se anche lui mi stesse cercando, ma sembrava che stesse solamente parlando con il suo amico. Mi sentii stupida.
Poi la mano di Sam strinse la mia coscia di nuovo.

"Martina. Il suo amico è bellissimo." Deglutì e a me venne da ridere a causa della sua faccia.

"Già, lo è." Annuii divertita.

"Okay." Lasciò la stretta e portò le mani in grembo con un viso bianco cadaverico.

Restammo in silenzio per qualche minuto a guardare la partita. Era molto più divertente di quanto pensassi e i bambini erano super teneri. Tommy ci salutò un paio di volte e i miei genitori lo applaudirono in modo imbarazzante. Notai che anche Daniel mi salutò. Jorge deve aver visto il suo gesto perché si voltò nella mia direzione e mi vide. Si abbassò sulla punta del naso gli occhiali e mi fece quel suo infame sorrisino e l'occhiolino, facendomi arrossire un po'.

"Ti ha guardata." sussurrò, dandomi una gomitata.

"Lo so." Dissi con nonchalance, cercando di nascondere il sorriso.

Jorge tornò a parlare con il suo amico di nuovo e poi si girarono tutti e due. L'amico ci fece pure lui un occhiolino ammiccante facendo ridere Jorge e facendo diventare Sam rossa.

"Oddio mio. Hai.." La fermai.

"Sì, Sam, il suo amico ti ha fatto l'occhiolino ed è veramente hot, lo so." Conoscevo la mia amica così bene...

"Sì!" strillò come una bambina di 5 anni.

Il resto della partita consistette principalmente in Jorge e il suo amico che si giravano sussurrando qualcosa e in Sam che che strillava come una bambina. La nostra squadra vinse e si sedettero ai tavoli a mangiare e a bere per festeggiare.

"Martina abbiamo vinto!" venne Tommy verso di me gridando allegramente dopo essersi cambiato i vestiti.

"Sì, lo sapevo che avresti vinto!" Applaudii prendendolo in braccio. Ritornò a terra e andò da Sam.

"Ciao Sam!" La salutò e le abbraccio le gambe.

"Non riesco ad abituarmi alla tua famiglia che ti chiama Martina ..." Disse  lei lasciando andare Tommy che scappò dai suoi amici.

"Perché non mi chiami anche tu Martina? E' il mio nome." Feci spallucce.

"Ci proverò, Martina." Mi guardò pronunciando il mio nome in modo bizzarro.

Con la coda dell'occhio vidi Daniel correre verso Jorge proprio come aveva fatto Tommy prima. Sorrisi all'immagine dei due fratelli e dell'amico che si stava ingozzando di cibo come un maiale.

"Il tuo amore è un maiale." Dissi a Sam che guardò nella loro direzione.

"Cosa? E' sexy mentre mangia!"

"Okay, sputa pezzi di pane mentre parla. E' molto sexy." rido.

"Chiudi il becco." Mormorò.

"Oh non ti arrabbiare. Andiamo a parlare con loro." Per un momento dimenticai che non potevo stare vicino a Jorge. Almeno non quando mio fratello era presente.

"Fai finta di prendere casualmente qualcosa da mangiare." Dissi trascinandole la mano sul tavolo.

"Non vedevi l'ora di vedermi, eh?''

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora