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Bee-dee-dee-deep. Bee-dee-dee-deep. Bee-dee-

Premetti il pulsante per spegnere la sveglia che suonava fastidiosamente quella mattina presto. Aprii solo un occhio perché l'altro era premuto contro il mio cuscino troppo comodo da abbandonare. Quasi saltai alla vista. Merda, quante volte avevo rimandato la sveglia? Mi alzai in un baleno, già correndo verso il bagno quando mi accorsi della presenza di qualcuno nel mio letto.

Ripercorsi i miei passi lentamente e sbattei le palpebre un paio di volte. Jorge era straiato sul mio letto, senza maglietta e ancora addormentato, apparendo meraviglioso come sempre. Fu in quel momento che immagini della notte precedente mi scorsero nella mente. Inconsciamente, diventai rossa come un pomodoro.

"Martina! Sei quasi pronta?" La voce di mia mamma echeggiò nella casa, divenendo pericolosamente vicina alla mia stanza.
Merda di nuovo.

"Sì, mamma! Esco fra cinque minuti." Urlai in risposta, portando istericamente lo sguardo fra la porta e il ragazzo che dormiva nel mio letto.

Jorge si mosse e si voltò per sdraiarsi di petto ma non si svegliò. Decisi di approfittarne per usare il bagno, in più non potevo lasciare che vedesse la mia faccia alla 'hey mi sono appena svegliata'. In assoluto.

Chiusi la porta del bagno e mi bagnai il volto con dell'acqua fredda, strofinando via il sonno. In seguito mi pettinai i capelli – che avevano perso le loro onde naturali durante la notte e ora cadevano lungo la mia schiena quasi dritti – e applicai del make-up di cui avevo abbastanza bisogno. Portai i capelli su un lato per scoprire poi un segno violaceo sul lato sinistro del mio collo. Maledetto Jorge. Praticai la mia magia con il correttore e presto non ci furono più tracce del segno. Dopo aver finito, uscii.

Jorge era ancora nella posizione in cui l'avevo lasciato prima così, sospirando, mi allungai su di lui e iniziai a scuotergli le spalle.
Lui grugnì.

"Jorge, non ho tempo, svegliati e basta." Continuai a spingerlo leggermente.

"Altri 5 minuti." Biascicò debolmente.

"No, svegliati ora o getterò un bicchiere d'acqua fredda sui tuoi preziosi capelli." Ordinai nella mia miglior voce autorevole.

Questo sembrò essere abbastanza per farlo saltare sul letto e quasi cadere sul pavimento.
Non potei soffocare una risata.

"Non sapevo amassi così tanto i tuoi capelli." Mi guardò.

"Puoi usare il bagno ora se vuoi. Suppongo che la tua maglietta si sia asciugata."
Lui non pronunciò parola ma assottigliò gli occhi, strofinandoli con i pugni mentre camminava nella stanza. Come faceva ad essere così splendido anche quando era ancora assonnato?

Sospirai e aprii l'armadio, cercando veloce un abbigliamento abbinato. Indossai una gonna color crema che arrivava fino al ginocchio e un maglioncino di lana rosa antico. Sistemai delle ciocche dietro le orecchie prima di infilare i miei stivali. Sì, mi piaceva questo look. Quando terminai, Jorge ritornò e – per mio dispiacere – il suo petto era coperto. Quasi mi imbronciai.

"Buongiorno." Sbadigliò. I suoi capelli erano tutti in disordine ma, ovviamente, gli stavano bene.

"Buongiorno." Sorrisi.

"Uhm, ti aspetto in macchina." Si massaggiò imbarazzato il collo.

"Mi porti a scuola?" Sollevai le sopracciglia sorpresa.

"Solo se vuoi." Sorrise stupidamente e mi fece un occhiolino.

"Certo." Sorrisi di rimando.

"Vado giusto a prendere qualcosa da mangiare per colazione e poi sarò giù nel giro di cinque minuti." Lo informai e, annuendo, aprì la finestra e saltò all'esterno prima di sparire dalla mia vista.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora