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Jorge Pov.
"Ho seriamente intenzione di fare una donazione in modo che installino un ascensore" Aprii la porta trovando Martina ansimante, la sua mano era premuta contro il muro, mentre cercava di prendere fiato.
Risi.

"Hey piccola." Mi abbassai di poco, dandole un bacio veloce, prima di scostarmi per farla entrare

"Come hai convinto i tuoi a farti uscire?" Domandai, prendendo la sua giacca ed appendendola all' attaccapanni. Mi mostrò la borsa che reggeva in mano. "Che cos'è?" Arricciai il naso curioso.

"I tuoi vestiti." Mi porse la borsa, prima di togliersi gli stivali col tacco. Aprii la borsa di plastica e vidi poi la mia maglietta nera ed i miei pantaloncini da basket viola.
Non avevo mai visto i miei vestiti perfettamente stirati. Avevo quasi paura di toccarli e avevano lo stesso profumo dei vestiti di Martina, stesso detersivo.

"Ho detto a mia madre che dovevo riportare i vestiti al fratello di Samantha" spiega.

"Oh." Annuii, ricordando cos'avesse raccontato a sua madre quando le chiese spiegazioni in merito ai vestiti che indossava dopo la festa.

"Bene, andiamo." La presi per mano, conducendola in camera mia, dove avremmo potuto stare da soli.

"Ciao Martina." La salutò il mio fratellino mentre guardava attentamente Sponge Bob o qualcosa del genere.

"Ciao piccolo." Sorrise lei, sapendo che non la stava nemmeno guardando.

Non appena fummo nella mia stanza, appoggiai la borsa al suolo e mi buttai sul letto, aspettando che Marty facesse lo stesso. Tuttavia, rimase in piedi, frugando all'interno della sua borsa. "Oh, eccolo"

Mormorò a se stessa, tirando fuori una piccola busta di plastica.

"Ho portato la liquirizia!" Esclamò contenta, sollevando la bustina contenente due bastoncini Rossi e lasciando la borsa accanto a se.

Il suo sorriso scomparì quando mi sentì ridacchiare.

"Liquirizia? Hai intenzione di ritornare bambina, o....?"

Il suo sguardo mi fulminò e le sue labbra si serrano, formando una linea dura.

"Bene. Scommetto che Daniel l'apprezzerà più di te." Battè ostinatamente il piede sul pavimento, voltandosi ed uscendo poi dalla stanza.

"Aspetta, piccola. Scusami." Allungai il braccio per fermarla, ma il fatto che stessi ancora ridendo non aiuto per niente. Cercai d afferrarla per i fianchi prima che aprisse la porta, facendola cadere sulle mie ginocchia.

"Sei cattivo." Si lamentò cercando di divincolarsi dalla mia presa e strofinando involontariamente il suo sedere sopra al mio inguine.

"Se fossi in te, la smetterei di farlo." L'avvertii, sentendo i pantaloni diventare improvvisamente stretti. Beh? Un ragazzo ha le sue necessità e non facevo sesso da molto tempo. Il mini- Jorge reagisce anche alle più piccole cose.

"Fare cosa?" si voltò verso di me, guardandomi con aria stranita. Abbassai lo sguardo, facendola sussultare.
"Oh mio dio." Sussurrò e le sue guance si colorarono di rosso mentre si alzò a gran velocità da me. Ridacchiai.

"Stai zitto" mormorò sommessamente, nascondendo il viso dietro alcune ciocche dei suoi capelli mori.

"Allora mangiamo questa deliziosa liquirizia o no?" Chiesi appoggiandomi allo schienale del letto.

Martina fece roteare gli occhi, prima di sedersi sul letto e mantenendo una distanza di sicurezza da me.

"Principessa, non mordo." Picchiettai la mano sullo spazio vuoto accanto a me. "A meno che tu non voglia, chiaro." Ammiccai, facendola arrossire ancora una volta.

Finalmente si decise ad avvicinarsi a me ,appoggiandosi allo schienale e prendendo due pezzetti di liquirizia dal sacchetto. Me ne passò uno prima di addentare il suo.

"Hai intenzione di non parlarmi ancora per molto?" Scosse il capo, guardandosi le dita. "No"

"Sei ancora arrabbiata? Andiamo, il problema sarebbe se non mi facess-" I suoi occhi e la sua bocca si spalancarono. "Lo sapevi che si più determinare se sei un buon baciatore se sei in grado di formare un nodo con una di queste usando solo la lingua?" M'interruppe all'istante, era chiaro che volesse cambiare argomento.

Decisi di darle retta - sapevo che si sentiva a disagio e, per quanto carina fosse, avrei preferito che fosse lei a parlarne - continuando la conversazione.

"Credevo che questo fosse alla ciliegia." Sollevai le sopracciglia,mordendo quel bastoncino rosso. Dovetti ammettere che amavo le caramelle.

"Non so tu, ma preferisco avere in bocca il sapore della liquirizia che qualcosa che sappia di erba." Erba?
Si strinse nelle spalle, finendo il suo pezzo e prendendone un altro.

La guardai con aria curiosa, posando un braccio attorno alle sue spalle per attirarla di più a me.

Dopo due secondi in cui mosse la lingua all'interno della bocca, dischiuse le labbra, mostrando un cerchio perfetto con le estremità della liquirizia legate in un nodo.
"Vedi?" Mormorò, senza chiudere la bocca.

"Buon lavoro piccola" picchiettai la mano sulla sua testa, congratulandomi con lei prima di afferrare quella cosa dalla sua lingua con la mia.

"Jorge, ma che schifo!" Sbottò, assumendo un'espressione disgustata mentre la masticavo.

"Perché? Non è tanto diverso da quando ti bacio e poi ha un sapore migliore ora che è stato nella tua bocca." Puntualizzai, facendola arrossire nuovamente.

"Oh dio." Sprofondò maggiormente nel letto, coprendosi il viso con le mani.

"Smettila di essere così timida, piccola." Le scostai le mani dal viso per baciarla, ridendo su quanto fosse tenera.

"Okay, basta così. Tocca a te ora." Mi spinse lontano da sé, impedendo che le nostre labbra s'incontrassero.

Emisi un lamento, per niente contento di non averla baciata.

"Bene." Feci roteare gli occhi, afferrando il pezzo di liquirizia che mi stava porgendo ed infilandomelo in bocca. "Cosa dovrei fare adesso?"

"Fai un nodo con la lingua." Ridacchiò, guardandomi insistentemente.

Ci provai. Mossi quella cosa all'interno della bocca in ogni direzione possibile, feci roteare la lingua attorno al bastoncino ma non riuscì a legarlo. "Okay, ci rinuncio." Incrociai le braccia al petto,ingoiando quella dannata caramella e mantenendo lo sguardo davanti a me.

Martina rise di gusto. "Oh, povero Jorge. Devo dedurre che tu non sia poi così bravo a baciare." Sorrise beffardo, prendendosi gioco di me.

"Va bene così, tesoro. Non puoi essere bravo in tutto." Rise, dandomi una pacca sulla spalla per darmi conforto.

"Io sono bravo a baciare. Non mi fido di un piccolo bastoncino di liquirizia." Dichiarai. Sapeva quanto fossi orgoglioso e competitivo e stava testando la mia pazienza.

"Questo non è ciò che dice il test." Cantilenò, lasciandomi scappare una risata. Scommetto che fosse pienamente orgogliosa del fatto che mi avesse battuto in qualcosa.

"Bene, allora vediamo cosa ne dici tu." Non le diedi il tempo di ribattere e, posando la mano dietro al suo collo, mi avventai sulle sue labbra. La presi alla sprovvista, ma non persi tempo ed infilai prontamente la lingua all'interno della sua dolce bocca, gustando il dolce sapore che la caramella aveva lasciata nella sua bocca.

Adagiò la testa sul cuscino quando le sue braccia smisero di sostenerla e si aggrappò alla mia maglietta, dandomi la possibilità di approfondire quel bacio.

Ricambiò all'istante, emettendo un gemito quando intrappolai il suo labbro inferiore tra le mie. La mano con la quale le accarezzai il viso che, pian piano scivolò lungo il suo fianco, fermandosi solo quando raggiunse l'orlo del suo vestito col panna.

Quando il bisogno di prendere aria divenne vitale, dovetti interrompere quel magnifico bacio ed entrambi respirammo profondamente- quello fu il bacio più intenso di tutta la mia vita.

Il respiro irregolare di Martina sfiorava la mia spalla e ne approfittai per baciarle dolcemente il collo...

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora