Amo il Natale. Era il mio periodo preferito dell'anno, specialmente qui a New York. Non aveva importanza che ore fossero, le strade erano sempre gremite di persone, bambini che giocavano con la neve mentre gli adulti correvano a comprare gli ultimi regali. C'era buon umore nell'aria, come se chiunque potesse sentirsi felice. Era venerdi e mancava solo una settimana a Natale. Le strade brillavano grazie alle migliaia di luci rosse, gialle, verdi e blu, i negozi erano decorati con enormi pini, morbidi fiocchi, pupazzi di neve, e Babbi Natali appesi fuori dagli edifici. Ecco perché mi guardai attorno affascinata quando Sam, Cande ed io entrammo da Macy's.
C'era sempre confusione nell'aria, tanto che era necessario parlare ad alta voce per farsi sentire. C'erano persone ovunque, alcune spingevano per farsi strada altre invece camminavano lentamente godendosi la magia del Natale. Le commesse continuavano a roteare gli occhi infastidite, ma un sorriso gentile, sebbene forzato, avvolgeva comunque le loro labbra. "È orrendo." Sam sussultò al commento offensivo di Cande.
La cosa buona di quella ragazza era che non aveva problemi ad essere sincera, sebbene talvolta fosse un po'troppo diretta. "Ricordami di nuovo perche è venuta, non è d'aiuto." Mormorò Sam, posando il vestito sull'attaccapanni e facendo scorrere nervosamente gli altri. Non sapevo nemmeno perché stesse cercando un abito da Macy's. Non aveva mai fatto shopping qui prima d'ora. Feci roteare gli occhi, ridacchiando quando Cande le fece la linguaccia. "Non hai già un centinaio di vestiti?" fece una faccia annoiata.
I suoi occhi s'illuminarono quando passammo davanti al negozio di Prada o Dior. Sembrava che amasse qualsiasi cosa, ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Nemmeno a se stessa forse, giudicando dai vestiti che indossava. Solitamente usava un look casual, colori scuri, o al massimo il rosso era il suo colore preferito e vestiti semplici. Tuttavia, era una sottospecie di artista quando si trattava di makeup e potrebbe disegnare una linea nera e dritta sulle palpebre ad occhi chiusi. Era qualcosa che aveva in comune con Sam e mia mamma, mentre io ero totalmente negata. "Ha ragione, Sam. Dopotutto, perché vuoi comprare un vestito qui?" enfatizzai, sollevando entrambe le sopracciglia Sam si voltò velocemente verso di noi.
"Xabi mi ha invitato ad una festa di capodanno e non ho assolutamente nulla da mettere che non sia troppo formale." Spiegò senza guardarmi e le dedicai una smorfia. "Intendi alla festa nel Bronx?" Annuii, quasi scusandosi. ''Jorge non me ne ha parlato." Mi strinsi nelle spalle per dar avere che non me ne importava. "Dev'esserselo dimenticato, non essere paranoica."
"Beh, lo sai che mio fratello non ha una gran memoria." Disse Cande, facendomi sentire meglio e, se non l'avesse detto, si sarebbe sentita costretta a farlo. Non era il tipo di ragazza che mentiva solo per farti stare meglio. Cercai di ridere e di dimenticarmene. Era incredibile quanto fossi diventata insicura dopo aver parlato con mio fratello. "Proverò questi, voi aspettatemi fuori dai camerini." Impilandosi circa sette vestiti sulle braccia, Sam si diresse verso il reparto donna, dov'erano situati i camerini Cande ed io la seguimmo, mantenendo però un passo più lento. "Hai pensato a cosa regalare a Jorge?" Il suo regalo era l'unico che mi mancava da comprare.
Avevo già comprato a mamma una bellissima collana di Tiffany, un paio di gemelli in argento per papà, alcuni giocattoli per Tommy ed una chitarra per Jack, dal momento in cui aveva deciso di prendere lezioni In un impeto di benevolenza, avevo pensato anche a Matt. Ovviamente, non mi sentivo cosi buona da comprargli qualcosa ma, una sera, ero scesa nel locale spazzatura del nostro condominio per cercare qualcosa. Quella stanza era piena di scatole di cartone, impilate fino al soffitto ed era difficile trovare ciò che stavo cercando. Tuttavia, una cosa positiva di mia madre, era che aveva etichettato ogni singola scatola, citando cosa vi fosse al suo interno. Cosi trovai la vecchia palla da baseball con la quale giocavamo quand'eravamo bambini, passavamo le estati in Tennessee oppure la usavamo in primavera, quando non si moriva di freddo, mentre trascorrevano il tempo a Central Park. Matt si lamentava sempre che fossi troppo lenta a prendere la palla e chiedeva sempre di avere un fratello con cui giocare, dato che io ero veramente pessima. Piangevo quando lo diceva e dopodiche veniva da me con un ghiacciolo per chiedermi scusa.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."