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Martina Pov.
Entrai in camera mia senza far ricadere alcuna attenzione su di me. I miei genitori erano fuori a cena, Tommy dormiva e Ruggero giocava ai videogiochi nella sua stanza. Durante il tragitto nel taxi, lottai contro l'impulso di vomitare. L'autista mi avvertì con un'occhiataccia quando notò la mia faccia. Sembravo una merda, ma non ci diedi peso. Tutto ciò su cui riuscii a concentrarmi era il dolore al centro del petto, esattamente dove si trovava il cuore, ed il mal di testa. Una volta chiusa nel mio bagno, mi sfilai il vestito e girai la manopola del rubinetto della doccia sull'acqua calda. Guardai i miei braccialetti, compresa la targhetta di Jorge. Solitamente la toglievo quando facevo la doccia, cosi non si sarebbe arrugginita, ma quella volta non pensai che sarei stata disposta a re-indossarla di nuovo. Mi ricordava troppo Jorge e non volevo pensarci. Cosi l'abbandonai sul lavandico e mi voltai allontanandomi. In un primo momento, mi bruciò la pelle a contatto con l'acqua, ma speravo che questo sarebbe servito a rilassarmi.

Mi lasciai andare di nuovo e permisi a quelle lacrime salate di mischiarsi con l'acqua che mi colava dalla testa. I singhiozzi mi fecero vibrare il corpo. Non potei evitare di piangere cosi sonoramente e non aveva senso perché nulla sarebbe cambiato.

Non avrei cambiato il fatto che ora sapevo come Michael Waters il ragazzo dagli occhi grigi che trascorreva tutti i pomeriggi e le domeniche a giocare a football con Matt era morto, era morto da due anni e i suoi genitori non lo sapevano nemmeno. Pensavano che fosse sparito. Non avevo più visto la signora Waters da mesi, ma ero sicura che continuava a sperare che suo figlio stesse bene. E che fosse vivo. Iniziai a fregare energicamente la spugna rosa, ricoperta di bagnoschiuma, contro al mio corpo perché era la mia preferita. Era solo una spugna, cosi come il bagnoschiuma al lampone era un normale bagnoschiuma, ma non ne avrei usato nessun altro.

Una volta ho sentito o letto, non ne ero sicura che se ti focalizzavi sul dolore fisico, aiutava a diminuire il dolore mentale. Speravo fosse vero. La strofinai contro la pelle fino a che non divenne rossa, ma era inutile. Mi sembrò di rivedere il sorriso di Michael, come se mi stesse chiedendo di andare allo Starbucks assieme ai ragazzi, e mio fratello che lo colpiva dietro alla nuca perché ci stava provando con la sua sorellina, e poi l'immagine di Jorge che spingeva verso l'East River la sua auto bruciata.

Chiusi il rubinetto dell'acqua ed uscii dalla doccia, avvolgendomi attorno al corpo un asciugamano. Lo specchio sopra al lavandino era appannato e dovetti passarci sopra la mano per riuscire a vederne il mio riflesso. Nonostante avrei preferito evitare. Ora che di trucco non ce n'era piu traccia, ero pallida come un fantasma, i miei occhi erano rossi e gonfi per via del pianto. Le mie labbra, tuttavia, erano ancora arrossate, frutto di tutti quei baci tra Jorge e me. Passai la lingua su di esse ed immaginai che sapessero ancora di lui.

Ma mi venne solo da piangere. 'Sai che ti amo, vero?' Tutta quella sua insistenza ne volermi dire che mi amava, tutta la preoccupazione nella sua voce per tutta la settimana passata, la tristezza nei suoi occhi, quei baci profondi. Non dimenticarlo. Avrei dovuto intuirlo. Avrei dovuto immaginare che tutta quella cospirazione tra mio fratello e Natasha aveva qualcosa a che fare con Jorge e me. Non importa cosa succedera, io ti amo Avrei dovuto insistere di piu. Avrei dovuto farlo parlare al piu presto. Avrei dovuto ascoltare Francisco la prima volta che mi ha messo in guardia riguardo a Jorge. Ti amo cosi tanto.

Avrei dovuto scoprirlo prima che fosse troppo tardi, prima che ci fossi troppo dentro. Ma che senso aveva ora? Come si fa a risalire una montagna senza l'aiuto di una corda? Mi asciugai le lacrime con le mani, con l'intenzione di smetterla di piangere ed affrontare la situazione. Mi asciugai ed indossai della biancheria pulita, senza preoccuparmi dei capelli. Li avrei lasciati asciugare al naturale, per poi pettinarli la mattina seguente. I nodi erano l'ultimo dei miei problemi in quel momento. Era quasi mezzanotte quando lasciai il bagno. Secondo il mio telefono, Jorge mi aveva gia chiamata sette volte. C'era un messaggio vocale da una delle chiamate, ma non volli sentirlo. Sapevo che, se avessi sentito la voce di Jorge, sarei crollata di nuovo. Ero consapevole del fatto che fosse ferito, l'avevo intuito dall'espressione sul suo viso quando gli dissi che avrei voluto farla finita, ma in quel momento non riuscii ad essere molto lucida. Mi sentivo contrapposta tra la lealtà verso la mia famiglia ed il mio amore per Jorge. Non appena spensi il cellulare, sentii bussare alla mia porta. "Avanti." dissi, aspettandomi di vedere mia madre intenta a darmi la buonanotte, o magari Jack, il quale sembrava avere un senso per notare quando qualcosa non andava per il verso giusto. Tuttavia, vidi il viso di Matt sporgere appena dalla porta socchiusa. "Hey."

"Ciao." sussurrai, per niente sicura che mi avesse sentito. Mi sedetti sul letto, poggiando la schiena contro ai cuscini. Quando Matt realizzò che non gli stessi impedendo di entrare, aprì completamente la porta, chiudendosela poi alle spalle una volta dentro.

Non appena si sedette sul letto di fronte a me, mi avvolse in un abbraccio ed iniziai a singhiozzare di nuovo. Fu involontario. Ero ancora scioccata e vedere che Matt rendeva tutto molto più reale Michael era davvero morto e Jorge aveva contribuito a sbarazzarsi del corpo. L'unica cosa che mi faceva sentire meglio era che non l'aveva ucciso lui. "Non riesco a crederci." dissi, con un tono di voce ben poco comprensibile. Ecco che ando a farsi fottere la mia promessa di smettere di piangere. "Lo so, sorellina."

Matt iniziò ad accarezzarmi i capelli. "Mi dispiace cosi tanto." Mi allontanai per guardarlo in viso. "Perché non me l'hai detto prima?" domandai disperata. Ero esausta, mi si chiudevano gli occhi, ma sapevo che non sarei riuscita a riposare. Non stanotte. "Avrei voluto," disse Matt a denti stretti. "Ma speravo semplicemente che mi ascoltassi senza dover sentire tutta la storia. So che non piacevole."

"No, infatti." ribattei, sfuggendo dalla sua stretta.

"Perché non lo hai detto a papà? Ti avrebbe aiutato e protetto." dissi a bassa voce. Per quanto avrei voluto essere cattiva con lui per aver fatto una cosa del genere a Jorge e me, non potei ignorare il fatto che si sentisse ferito anche lui, e aveva una valida ragione per volermi tenere lontana da Jorge. Aveva visto uno dei suoi migliori amici morirgli davanti. "Martina, più difficile di quel che sembra." Alzò lo sguardo al cielo, come a cercare le parole giuste da dire prima di riposare gli occhi su di me. "Quelle persone sono pericolose, davvero pericolose. Non volevo avere nulla a che fare con loro. Guarda cos'e successo a Michael." Deglutii quel fastidioso groppo che mi si era formato in gola. "Sono sicuro che Jorge non voleva fare ciò che ha fatto, Marty, ma devi capire che io non voglio che tu stia con un ragazzo del genere." disse Matt dopo poco.

Ignorai le sue ultime parole, non ero sicura del fatto che stesse cercando di giustificare Jorge, nonostante lo disprezzasse. "Se fosse accaduto qualcosa del genere a te." balbettai, sentendo il labbro tremare di nuovo. Matt mi abbracciò, e nelle sue braccia muscolose mi sentii protetta. Avvertii quella sicurezza che Jorge riusciva a trasmettermi quando mi abbracciava, un senso di sicurezza che mi faceva
sopportare tutto questo. Avrei voluto evitare di innamorarmi di un cattivo ragazzo con dei precedenti simili ed un passato oscuro. Ma al tempo stesso non cambierei nulla. Perché Jorge era stato il mio primo amore, la mia prima volta, il mio primo vero ragazzo. E non rimpiangevo tutte le cose fatte con lui, sebbene mi avessero portato guai. E sapevo che le avrei rifatte solo perché ero innamorata, e quando si innamorati si fanno cose stupide. Ma a che punto si sarebbe considerata chiusa la questione? Io avevo bisogno di tempo tempo per assorbire quel che aveva fatto Jorge e decidere come superare la cosa come da sempre avevo fatto o, in questo caso, non perdonarlo.

Hey Hey!
Matt non si è rivelato tanto cattivo....
Comunque per chi mi volesse seguire su Instagram mi chiamo "Alecucciolosa" dove pubblico foto inerenti alla storia ed anche alcuni avvisi!
Bye!!!
-Ale🌙

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora