Martina Pov.
Non ho mai capito perché la gente detestasse gli ospedali. Li avevo sempre visti come luoghi candidi e puliti, dove le persone venivano curate. Credevo fosse un bel posto. Comunque, nei film e nei libri tutti si lamentavano dell'odore e dei tristi ricordi che esso ne conseguiva. Ora iniziavo a capire quelle persone. Non era tanto per l'odore disinfettante e medicine o per i ricordi, i quali nel mio caso erano inesistenti, ma più che altro per il tempo che trascorreva lento mentre mi trovavo li. Guardai l'orologio, erano trascorsi solo 20 minuti dall'ultima volta in cui l'avevo guardato solo per scoprire che erano passati solo cinque minuti.La stanchezza e la noia iniziarono a farsi sentire. Tazze in polistirolo, colme di caffè annacquato iniziarono a passarmi davanti agli occhi, ed avevo i nervi a fior di pelle. Dopo il mio brutto sfogo, Stephie se n'era andata, offrendosi di accompagnare Cande e Daniel a casa di un amico di Pattie. Cande stava per scoppiare quando Pattie le ha chiesto di andarsene, ma dopo aver guardato in faccia sua madre, obbedì, sebbene riluttante, facendoci promettere che l'avremmo tenuta aggiornata sulle condizioni di suo fratello. Xabiani era andato a prenderci qualcosa da mangiare dal distributore automatico, quando Pattie si avvicinò a me. Non avevamo parlato molto, probabilmente perché non c'era molto da dire. verso le due del mattino una giovane infermiera era sbucata dalle doppie porte, con quelle piccole finestrelle, solo per dirci che l'intervento stava ancora avendo luogo e che stava risultando difficile accedere alla parte danneggiata del polmone.
Jorge aveva perso molto sangue perciò avevano dovuto procedere con una trasfusione. Il suo gruppo sanguigno era AB positivo, per cui doveva essere facile trovare il sangue compatibile per lui. Ovviamente, le notizie non erano state poi cosi positive, ma l'infermiera aveva continuato a sorridere per tutto il tempo e mi domandavo quanto potesse essere difficile dover affrontare i parenti di ogni singolo paziente. Aveva promesso che sarebbe tornata il più presto possibile e che ci avrebbe portato notizie sulle condizioni di Jorge, ma erano già trascorse due ore, per cui ci rinunciai. Chi poteva saperlo che gli interventi fossero cosi lunghi.
"Sono una madre terribile." disse Pattie, rompendo il silenzio nella sala d'attesa. La donna che poco prima aveva detto a Xabiani e a me dove stessero portando Jorge, fu sostituita da un uomo, il quale ora digitava svogliatamente i tasti sulla tastiera. Non sembrò molto simpatico. Credevo fosse per il fatto che dovesse lavorare di notte. La stanza era quasi vuota, salvo per un uomo di mezza età che sembrava essere un chirurgo e due genitori con un bambino sulla sedia a rotelle.
Mi si strinse il cuore quando lo vidi ansimare, mentre un dottore si avvicinava a passo frettoloso verso di lui. Ora si era addormentato su quella sedia, mentre i suoi genitori aspettavano i risultati.
"Non lo sei, Pattie. Non dirlo nemmeno." ribattei, sforzandomi di parlare. Mi sentivo stressata e la stanchezza mi stava buttando giù. "Ho lasciato che succedesse. Avrei dovuto prestare più attenzione con lui." Scosse il capo e pensai che scoppiasse a piangere, aveva fin troppe lacrime da far sfogare. Mi uccideva vederla in quello stato. Non volli nemmeno sapere in che stato fossi io, ecco perché avevo evitato di guardare il mio riflesso allo specchio. "Non avresti potuto fermarlo. Non ascolta nessuno." cercai di rincuorarla, sebbene mi sentii esattamente come lei. Forse ci sarebbe stato qualcos'altro che avrei potuto fare per evitare che si recasse in quel posto. Forse mi ero arresa troppo presto o non ero stata forte abbastanza.
"Ma sono sua madre. Avrei dovuto saperlo, e invece sono stata ignara di tutto ciò." sospirò e improvvisamente sembrò più giovane. Come se si sentisse persa, una ragazzina di 18 anni senza esperienza, costretta a crescere un figlio senza la minima idea di che cosa fare lo sapevo che sapevo che la morte del marito l'avrebbe colpito specialmente dal momento in cui si erano ritrovati ma non pensavo cosi tanto. Non credevo che potesse arrivare a mettere a repentaglio la sua vita per un gioco.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."