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Martina Pov.
Guardai Jorge mentre ingurgitava un altro bicchiere di Jack Daniels. Non riuscii a bere nulla se non acqua. Tutt'ora m'infastidiva se pensavo al modo in cui Jorge aveva deciso di trascorrere il suo compleanno, ubriacandosi in quel club infernale, mentre delle ragazze lo spogliavano con gli occhi. Non avevo realizzato che stessi stringendo in maniera troppo forte il bicchiere di plastica - che fortunatamente era vuoto-.

"Rilassati, Marty" disse Sam accanto a me. Eravamo appoggiate al bancone del bar mentre il resto della gente ballava sulle note di una canzone che non conoscevo. "Non puoi incolparlo per voler dimenticare. Senza contare il fatto che si sarebbe ubriacato in ogni caso. È il suo compleanno dopo tutto." La fulminai con lo sguardo. "Non è una scusa. Si sentirà solo peggio domattina." Scossi il capo. Credevo avessimo dovuto festeggiare sebbene fossero passati solo sei giorni da sabato perché Jorge aveva bisogno di uscire con i suoi amici e meritava di divertirsi. Quello che pero non mi aspettavo, era che trangugiasse bicchieri di whisky ignorandomi. Tutti attorno a lui rimasero diffidenti, attenti a non toccare il tasto sbagliato o a dire qualcosa di inadeguato. "Mi dispiace" sospirai.

"ti sto impedendo di divertirti." dissi a Sam con un'espressione di scuse stampata in viso. "Vai a ballare con Xabi." La incitai ad avvicinarsi a Jorge e Xabi, i quali facevano le stesse, strane mosse sulla pista da ballo. "Va bene lo stesso. Non voglio che tu rimanga qui a fare l'imbronciata. Vieni a ballare con me." Mi afferra per la mano. "E forse vorrai marcare il territorio, perché ci sono alcune mosche attorno al tuo ragazzo." Puntò il dito dove una ragazza piuttosto carina, la quale non superava i 16 anni d'età, cercava di flirtare con il mio ragazzo. Mi lasciai sfuggire un'espressione decisamente colorita, lasciando che Samantha mi trascinasse verso i nostri amici. "La mia maglietta ti saluta." farfugliò Jorge con un largo sorriso non appena mi avvicinai a lui, voltando le spalle a quella fastidiosa ruba fidanzati. Alla fine se ne andò sculettando quando realizzò che non avrebbe mai concluso niente con Jorge. Mi lasciai sfuggire una risata isterica. Jorge ci aveva vietato di fargli dei regali per il suo compleanno. Ci aveva fatto promettere persino a sua madre che non gli avremmo preso nulla.

Ed era anche serio mentre lo diceva, il che fu strano, perché non avrebbe voluto niente? La sua scusa fu che non se lo meritava. ''Jorge, dovresti smetterla di bere." gli suggerii, aggrappandomi al suo braccio non appena mi circondò la vita. "Tu non hai bevuto affatto." Puntualizzò, guardandomi con gli occhi sbarrati. "Qualcuno deve rimanere sobrio per poter guidare." dissi, mordendomi il labbro inferiore. ''Non ti stai divertendo." mormorò a mo di domanda, sciogliendo la presa dal mio corpo. "Si, invece." lo rassicurai, sebbene pensassi che non fosse troppo vero. Avevo il presentimento che qualcos'altro fosse andato storto e che fosse per quel motivo che Jorge cercasse d'intossicarsi. "Sono solo preoccupata per te." Jorge scosse il capo e diss. "Non devi preoccuparti per me, piccola. So prendermi cura di me stesso."

"Si, certo." Gli dedicai un'occhiataccia, ma il suo adorabile sorriso mi fece sciogliere. "Balla con me." sussurrò contro il mio orecchio prendendomi le mani e portandole dietro al suo collo. Con mia grande sorpresa, non iniziò a baciarmi come faceva solitamente quando eravamo in un club, considerando anche il tipo di musica che in quel momento veniva sparata nelle casse. Mi circondo la vita con le braccia, avviciando la bocca al mio orecchio. "Sei stupenda." disse. "Grazie." Posai le labbra sulla sua guancia. Era ricoperto da un sottile strato di sudore dovuto al caldo presente in quel locale e all'effetto dell'alcool. Avrei mentito se avessi detto che non fosse cosi dannatamente delizioso.

Il vestito rosso che indossavo mi teneva al fresco, ma ben presto il calore della pelle di Jorge si sarebbe insidiato dentro me. Quella canzone cambiò, lasciando spazio ad un brano più movimentato e Jorge iniziò ad ondeggiare da un lato all'altro, affondando il viso nell'incavo del mio collo. Sentivo il suo respiro caldo contro la pelle e mi fece rabbrividire. Senza che potessi realizzarlo, mi aveva spinto contro al muro. Jorge aveva aperto un varco tra la folla in modo da farci passare. Il muro gelido entrò a contatto con le mie spalle scoperte e con i miei polpacci. Iniziai a respirare più velocemente di Jorge e le sue mani iniziarono ad accarezzarmi la schiena "Jorge." dissi avvertendolo, ma doveva averlo preso come un invito a fiondarsi sul mio collo, perché iniziò a baciarlo avidamente. Avrei giurato di voler fermare, ma mi lasciai cadere le braccia lungo i fianchi ed un gemito fuoriuscì dalle mie labbra. Era cosi bello.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora