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Martina Pov.
"Hey tu, sveglia!" Una fastidiosa voce continuava a ripetere la stessa cosa al mio orecchio, mentre qualcuno mi scuoteva il braccio cercando di svegliarmi dal mio pacifico sonno.

Dopo un minuto che questa persona sconosciuta continuava a darmi fastidio, mi convinsi che non sarei riuscita a riaddormentarmi e che sarebbe stato meglio alzarmi. Cercai di aprire per bene gli occhi ma una base di trucco colato e appicicaticcio me lo impediva. Li strofinai un paio di volte con le mani e sentii un lungo sospiro seguito da un 'finalmente' proveniente dalla stessa persona che aveva cercato di svegliarmi per svariati minuti.

Riaprii e chiusi gli occhi un paio di volte finchè essi si abituarono alla luce proveniente dalla finestra, mi alzai sui gomiti e mi guardai intorno realizzando che non sapevo dove mi trovassi.

Poi i miei occhi si posarono su una ragazza che era seduta sul letto opposto a quello dove io ero sdraiata Deve essere stata lei la persona che continuava a darmi gomitate. Aveva capelli ricci e rossi, quasi arancioni che raggiungevano le sue spalle e una frangia che le copriva la fronte. I suoi occhi erano color caramello con spicchi verdi e mi sembravano stranamente familiari.

"Chi sei?" La mia voce usci fuori greve dovuta a quanto la mia gola fosse secca.

La ragazza aveva un'espressione davvero annoiata sul suo volto carino e ciò mi fece sentire molto più confusa.

"Sono la sorella di Jorge, Cande." Disse acidamente. Non sapevo nemmeno che Jorge avesse una sorella.
Mi schiarii la gola.

"Piacere di conoscerti, io sono Martina." Le porsi la mia mano, ma capii all'istante che lei avesse probabilmente 15 anni e che i quindicenni non danno la mano come saluto.

"Lo so. Jorge me lo ha detto." Si alzò dal letto e prese una cartella, suppongo di scuola, dalla scrivania.

"Deve davvero rispettarti particolarmente se non ti ha portata direttamente nel suo letto." Buttò li in modo sincero, nonostante continuasse ad utilizzare quel tono acido con me 

"Oh." Fu tutto quello che riuscii a rispondere. "Pensi che io possa usare il bagno?" Domandai educatamente, non sapendo nemmeno di chi fosse il letto in cui avevo dormito.

Lei in risposta ridacchiò, sicuramente sorpresa dalla mia scelta di parole per parlare, visto che in un modo o nell'altro stavo sembrando un po' viziatella.

"Certo. Prima porta a sinistra." E così uscì dalla stanza lasciandomi sola

Mi misi velocemente le scarpe e afferrai la mia borsa, ringraziando Dio che avessi con me sempre le cose necessarie all'interno. Trovai il bagno senza problemi e entrai immediatamente dentro chiudendo la porta. Sentii un leggero sbattere di porta dall'altra parte della casa e dei passi, ma non volevo incontrare nessuno in queste condizioni.

Quando vidi il mio riflesso sullo specchio per poco non svenni –esageratamente parlando-. I miei capelli erano un disordine totale, un ammasso che avrebbe necessitato di come minimo una bottiglia di balsamo per riuscire a slegare tutti i nodi che avevano. Il mio viso era nero, tracce di mascara che coprivano le mie guance e i miei occhi.. lasciamo stare. I vestiti erano tutti spiegazzati, ma perlomeno non erano macchiati di niente.

Aprii la mia borsa ed estrassi la piccola trousse. Spazzolare i miei capelli senza rimanere pelata fu un'ardua impresa ma alla fine riuscii a renderli presentabili raccogliendoli tutti in una crocca alta. Successivamente levai il trucco con il detergente che avevo in borsa e mi sciacquai il viso con tanta acqua fresca. Mi lavai i denti con il piccolo spazzolino che portavo sempre con me e instantaneamente mi sentii più pulita. Applicai sul viso un po' di base e mascara, optando per un look naturale. Un po' di profumo e mi sentii meglio.

Uscii dal bagno e seguii alcuni rumori che mi condussero alla cucina. Jorge mi dava le spalle imprecando per riuscire a far partire la macchinetta del caffè.

"Hai bisogno di aiuto?" Offrii, osservando tutto intorno. La casa era piccola, considerando che quattro persone – Jorge, Cande, Daniel e loro madre – ci vivevano, ma era molto accogliente comunque.

Jorge si girò al suono della mia voce. "Oh, ti sei svegliata."

"Già, tua sorella mi ha svegliata." Mi feci scappare una leggera risata.

"Gliel'ho detto io. Ho immaginato che volessi andare a scuola." Fece spallucce. "Come ti senti?"

"Diamine. Vero che ho scuola." Mormorai a me stessa. "Che ore sono?" Panicai già immaginandomi in detenzione al pomeriggio.

"Quasi le nove." mi informò finendo di fare qualsiasi cosa stesse facendo con la macchinetta del caffè.

"Cosa?" Urlai. "Oddio ho perso la prima ora e sto per perdere anche la seconda" Camminai intorno al tavolino nella stanza cercando di allentare lo stress ma era impossibile. "Oddio!"

"Ti puoi calmare? Non sono tanto convinto se darti un caffè o meno." esitò con la tazza in mano.

"Ne ho bisogno o mi addormenterò a lezione." Gli presi la tazza dalle mani e ne bevvi un sorso, bruciandomi la lingua.

"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?"
Ci misi un po' per pensare e realizzare cosa avessi fatto. Poi mi ricordai tutto chiaramente senza nemmeno un briciolo di mal di testa. Tutto quello che la gente diceva sui post-sbornia quindi erano cavolate. Il mio stomaco non stava molto bene per via dell'alcool, ma per il resto tutto okay.

"Si. Credo di si." Risposi mordendomi il labbro mentre Jorge si massaggiava il collo imbarazzato.

Ovvio che ricordavo tutto, inclusi me e Jorge che ci baciavamo appassionatamente sul cofano di una macchina rubata fuori al club dove mi ero ubriacata e avevo "provato" qualcosa come una canna per la prima volta. Ah, e dove se non fosse stato per Jorge, avrei giocato a body shoots. Su di me. Sentii gli occhi pizzicarmi. Mi sentivo troppo pentita. Cosa avrebbero pensato i miei se avessero scoperto tutto? Chiusi gli occhi per un po' cercando di impedire alle lacrime di cadere e finendo la tazza di caffè, ormai freddo.

"Ok.."

"Mi dispiace per tutto quello che ho.. fatto." Mi scusai, non avendo il coraggio di guardarlo in faccia. Il semplice pensiero del bacio che mi aveva dato mi faceva diventare le guace rosse e la peggior parte era che non pentivo affatto di aver ricambiato. Mi pentivo del bere, ma non dell'averlo baciato.

Ovviamente, mi sentivo in colpa per Diego, ma quel bacio era stato così bello..

"Non ti preoccupare. Faremo finta che ieri notte non sia mai successa." Mi 'confortò'. Significa che non gli è piaciuto il bacio? Wow..

"Okay." Sussurrai un pochino contrariata. Dovresti essere felice che lui non ha confuso i tuoi sentimenti. A te ovviamente piace Diego e quello che è successo ieri è stata solo la conseguenza dell'aver bevuto un po' troppo. Non eri in te. Per la prima volta seguii quello che mi diceva la voce nella mia testa, anche se non ero sicura, fosse pienamente vero quello che mi diceva. A parte quello, sicuramente non lo era.

Ieri non era stata la prima volta che avevo voluto baciare Jorge, ma è stata la prima volta che mi sono concessa di farlo. Ma non è giusto e quindi meglio dimenticare.

"Andiamo, ti porto a scuola." prese una giacca appesa all'ingresso e mi porse il mio cappotto. Dovevo andare a scuola vestita con gli stessi abiti di ieri. Sospirai e uscii dalla casa, non volendo altro che farmi una bella doccia. Dio cosa ho fatto per meritarmi queste cose?
Uscendo dal mio trance, seguii Jorge verso le scale.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora