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Samantha e mamma mi permisero di restare di malumore per un paio di giorni, ma alla fine mi ero stancata di sentirmi cosi. E per quanto riguardava Jorge... non l'avevo più sentito. Voglio dire, non mi aspettavo una chiamata o un messaggio, ma supposi che Samantha si lasciasse sfuggire qualcosa. Con mia deludente sorpresa, era stata attenta a non farmelo trovare attorno.

Avrei dovuto esserne sollevata, ma avevo paura di cos'avrebbe potuto fare a se stesso ora che aveva incasinato maggiormente la sua vita. Avevo paura che facesse qualcosa di pericoloso più pericoloso di ciò che faceva solitamente quando Xabiani non sarebbe stato con lui per fermarlo "Trovato! Faremo shopping. Dobbiamo trovarti un vestito per il ballo. E ne ho bisogno anche io. Non riesco a credere che abbiamo aspettato cosi tanto! E se i più belli fossero già stati venduti?" si alzò dal mio letto e s'infilò la giacca. Mi lamentai. Non avevo voglia di fare shopping. Stavo bene con il mio gelato Ben&Jerry, mentre guardavo la Tv in camera mia.

Quello fu il modo in cui trascorsi quei pomeriggi. Mi stavo abituando ad essere una teledipendente,ed era molto meglio che essere là fuori e fingere che tutto andasse bene quand era evidente che non lo fosse. "Non ci verrò nemmeno al ballo, Samantha." dissi infilando il cucchiaio nel gelato ormai sciolto. Carino il fatto che il ballo fosse l'ultimo dei miei problemi. Mi dedicò un'occhiata stranita. "Certo che ci verrai! Pronto? È il ballo di fine anno." Mi rifiutai di muovermi. "Oggi non è il giorno andatto." Mi strinsi nelle spalle "E ciò che hai detto negli ultimi quattro giorni." si lamentò Samantha. Non avevo idea del perché mi stesse cosi addosso. Avevo smesso di piangere già dal secondo giorno mi ero lasciata scappare qualche lacrima solo quand'ero da sola ma ero giù di morale, infastidita ed annoiata a morte. Persino Diego si era rifiutato di parlarmi. Ero convinta che le mie occhiate intimidatorie avessero contribuito. Avevo iniziato a pensare che forse a Jorge aveva dato molto più fastidio quel piccolo bacio. Pregai che l'avermi lasciato non avesse nulla a che fare con il mio ex. Credevo solo che questo si era aggiunto alla pila di cose che avevano contribuito a rendere la nostra storia un totale insuccesso. Metti una brava ragazza ed un cattivo ragazzo insieme e vedi quanto durano. Sembrava uno scherzo.

Alla fine, Sam mi trascinò fuori casa, e mia madre gliene fu immensamente grata. Mi aveva promesso che, dato che non ero più fidanzata, saremmo andate al ballo con i nostri amici single. Se questo avrebbe dovuto farmi sentire meglio, lo considerai un tentativo fallito. Mi fece sentire peggio. Non volevo più andare al ballo, ma mi sentii in colpa per il modo in cui avevo trattato Sam e per come cercò di riparare. Tre negozi e mezzo dopo, lei esclamò. "Aha! È lui!" Prese tra le mani un abito turchese senza spalline e cosparso di paiette all'altezza dei fianchii. Era bellissimo e si abbinava ai suoi occhi. Le feci un sorriso d'approvazione. Fu il mio primo vero sorriso dopo giorni. Si provò il vestito e dopo aver chiesto a chiunque un'opinione, finalmente l'acquistò. Non trovammo nulla per me fino a quando non visitammo altri due negozi. Stavo quasi per dire che mia madre mi avrebbe prestato uno dei suoi vestiti, cosi saremmo potute andare a casa, quando Sam ne trovò uno. Sembrava così eccitata del fatto che l'avesse trovato e dovetti provarlo. Solo che la mia reazione non fu quella si aspettava.

Guardai il mio riflesso nello specchio del camerino, un singhiozzo mi fece sussultare. Fu cosi improvviso e doloroso che riuscii a malapena a sedermi sulla sedia accanto a me. Non c'entava il vestito. Lo adoravo. Era bellissimo e probabilmente era quello che sognavo da mesi. Ma non era questo il problema adesso. Sembravo una principessa, m anon avevo un principe.

Jorge Pov.
È passata una settimana. Probabilmente la peggior settimana della mia vita. Vedete, ne avevo passate così tante prima, ma perlomeno avevo qualcuno che mi aiutasse a superarle. Almeno avevo qualcuno che non mi disprezzasse cosi tanto. Dallo scorso venerdì avevo continuato a ferirmi sia fisicamente che internamente. Si, ero finito in mezzo ad una rissa con Peter, solo che questa volta i suoi calci mi avevano procurato delle lesioni come quella tenera cicatrice sulla guancia ed il taglio sul gomito, sul quale ora si era formata una crosta, ma aveva sanguinato come non mai. Probabilmente avrei dovuto farmelo controllare se non avesse perso troppo sangue, ma ciò avrebbe comportato spiegare come me l'ero procurato e non avevo tempo per questo. In cima a tutto, avevo preso più lavori possibili da Anthony. Facevo di tutto pur di evitare le persone o di tornare a casa. Stavo attraversando un periodo difficile nel lottare con i miei sentimenti e cosi avevo preso a pugni il muro. Mi ero quasi slogato il polso sinistro. Non potei evitare di pensare che era stato molto più facile quand ero un coglione a sangue freddo, che non si preoccupava delle persone o dei loro sentimenti, o del fatto che venissero feriti alla fine.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora