Jorge Pov.
Fermai l'auto, parcheggiandola proprio davanti all'entrata della scuola di Martina.
Presi la mia giacca dal posto del passeggero e aprii lo sportello, mettendo piede nella strada fredda. Raggirai la macchina fino al lato che affiancava il marciapiede, appoggiandomi contro la portiera e indossando la giacca mentre aspettavo. Rubando uno sguardo al mio oro –e ovviamente rubato– orologio, vidi che avevo ancora almeno cinque minuti di tempo prima che le lezioni finissero.Scavai nella tasca della giacca per prendere il mio pacchetto di sigarette e ne sfilai una, sostenendola fra le labbra mentre ne facevo bruciare l'estremità con l'accendino. La fumai con calma mentre attendevo che la campanella suonasse e gli studenti iniziassero ad uscire. La gente passava guardando la mia auto e mormorando, probabilmente commentando quanto figa fosse e quanto avrebbero voluto averne una del genere.
Sogghignai a me stesso soddisfatto. E pensare che non avevo speso un solo penny per averla... Ero proprio il migliore quando si trattava di rubare. Cosa potevo dire, avevo fatto pratica. Era divertente il fatto che fosse qualcosa di cui andavo fiero.
Dopo un paio di minuti, finii la sigaretta, gettando il mozzicone sull'asfalto e pestandoci sopra con la mia Supra nera. Indovinate come me le ero procurate.
Proprio in quell'istante la campanella suonò e gli studenti iniziarono ad uscire dall'edificio. Era piuttosto grande, alto almeno sei piani, e sembrava vecchio ma nuovo allo stesso tempo, se capite cosa intendo. Il primo che uscì era troppo giovane per essere dello stesso anno di Martina e qualche ragazza guardò dalla mia parte e ridacchiò. Sì, questo è l'effetto che solitamente ho sulle donne, non importa di che età. Ignorai i loro sorrisi provocanti, alzando gli occhi al cielo. A volte, ricevere così tante attenzioni dal genere femminile era schiacciante e fastidioso, credetemi o no.
Dopo un mucchio di volti sconosciuti, riconobbi un ragazzo alto con degli stupidi capelli neri e occhi marroni, circondato da un gruppo di altri stupidi ragazzi che non avevo mai visto. La mia mandibola si serrò e digrignai i denti, ricordando il coglione per cui la mia ragaz– voglio dire Martina, aveva pianto. Mi individuò e il suo stupido sorriso svanì, ma io sogghignai malvagiamente verso di lui.
La palla da basket che stava facendo rimbalzare fra le mani sfuggì dalla sua presa e rotolò fino al mio piede che istintivamente la fermò. Potei vederlo deglutire difficoltosamente.
Facevo davvero così paura? Alzai la palla nella mano sinistra e iniziai a farla ruotare solamente sul mio indice, come mio padre mi aveva insegnato.
I suoi amici restarono a bocca aperta e iniziarono ad esultare, completamente all'oscuro della tensione che Diego stava provando. Esaminarono addirittura invidiosi la mia auto sportiva.
Si incamminarono verso di me, che era ancora appoggiato alla macchina, facendo crescere il mio sorrisetto e il mio eccitamento solo di più. Magari ora avrei potuto dirne quattro all'imbecille."Amico, è una figata. Come ci riesci?" Un ragazzo basso con i capelli e la pelle scura mi domandò.
Diego continuò a guardarmi cautamente, come se stesse cercando di capire quali fossero le mie intenzioni."Solo pratica. È facile." Feci spallucce, riportando lo sguardo sul ragazzo basso.
"Potremmo fare una partita amichevole un giorno. Potrei portare degli amici, che ne dite?"
Buon'idea, Jorge. Mentalmente mi diedi una pacca sulla spalla quando tutti loro annuirono felicemente mentre invece Diego sospirò. Non hanno idea di con chi giocheranno.
"Vuoi la palla indietro, Jeco?" Domandai con un finto tono carino, sogghignando. Eravamo su per giù della stessa altezza ma era difficile da dire dato con lui in piedi così lontano da me per la paura. Se solo avesse saputo di cos'ero davvero capace, non sarebbe neppure stato ancora qui.
STAI LEGGENDO
Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."