Jorge Pov.
Seguii Martina attraverso la stanza mentre veniva trascinata via da quella strana ragazza asiatica che non sembrava essere sua amica.Quando raggiungemmo l'altro lato, Sam si bloccò davanti a Marty, impedendoci di vedere cosa ci fosse dietro di lei. Martina la spinse da parte quindi avemmo una chiara visione di ciò che doveva così disperatamente vedere. I miei occhi quasi fuoriuscirono dalle loro orbite non appena videro Diego e una ragazza - a me sconosciuta - baciarsi. In un primo momento non seppi chi lei fosse ma quanto vidi di sfuggita il suo volto istantaneamente ricordai la ragazza che era in auto con lui quel giorno al Mcdonads , l'amica Martina.
Mi presi un momento per guardare Marty. Le lacrime stavano già cadendo lungo le sue guance e la sua bocca era spalancata come se avesse appena visto un mostro.
"Che diavolo?" Urlò e ammirai la sua capacità di non bestemmiare in circostanze come questa. La 'coppia' si separò e la guardarono frastornati.
"Martina, io..." Cercò di parlare lui.
"No." Ringhiò e sollevò l'indice. Fu abbastanza per lui per serrare la sua stupida bocca e lasciarla in pace. Ci volle tutta la resistenza dentro di me per non rompere il suo fottuto naso seduta stante ma il fatto che Martina era corsa all'esterno della stanza mi distrasse e la seguii. Sam immediatamente iniziò a cantargliene quattro e mentre Diego pareva amareggiato, la puttanella sembrava trionfante. Scossi la testa e corsi dietro a Martina. Era uscita in una delle immense terrazze dell'edificio.
"Martina! fermati." La chiamai finché lei non si bloccò. Si abbandonò al suolo, piangendo con tutto il cuore.
"No, no, vieni qui." La sollevai mettendola ancora in piedi così il suo vestito non si sarebbe sporcato. Immaginavo che in qualsiasi altra situazione le sarebbe importato di questo.
La strinsi fra le braccia per un minuto, non sapendo esattamente cosa avrei dovuto fare, quindi le accarezzai semplicemente la schiena in maniera confortante, sperando che si sarebbe calmata. Quando smise di piangere, alzò lo sguardo su di me.
Le asciugai con i miei pollici le guance rigate dalle lacrime. Mi faceva stare male vederla piangere per quel coglione per cui non valeva la pena.
Tirò su con il naso silenziosamente e la portai ad una panchina che era posizionata a pochi passi da noi. Lei si sedé e si strinse le braccia al corpo.
"Hai freddo? Dovremmo tornare dentro." Indirizzai il pollice verso le porte di cristallo che portavano alla stanza della festa. Cos'avrei dovuto fare in situazioni come questa? Non ne avevo idea.
"No, non ci voglio andare lì dentro." Portò le dita fra i suoi lunghi capelli che avevo notato avesse lisciato. Il vento fece svolazzare la gonna del suo vestito viola chiaro, un colore che si intonava perfettamente alla sua carnagione. Era bellissima, anche se dubitavo della comodità di quei tacchi color carne con delle piccole borchie oro. Anche con quelli indosso, era comunque più piccola di me e, per qualche ragione, la cosa mi piaceva.
"Non pensarci, è un idiota che non merita le tue lacrime. Sei troppo per lui, Principessa." Ero sorpreso da come sincera la mia voce era uscita e questo le fece abbozzare un sorriso.
"Lo pensi davvero?" Domandò dietro le sue lunghe ciglia – su cui il trucco era miracolosamente sopravvissuto nonostante le lacrime – mordendosi il labbro.
Annuii rassicurante."Sì. Non sa cosa si perde." Le spostai i capelli lontano dal volto.
"Grazie, Jorge." Riuscii a fare un piccolo sorriso speranzoso. "Non è poi tanto il fatto che mi ha tradito che mi fa rabbia perché, in qualche modo, gli ho fatto lo stesso. È invece che l'ha fatto alla mia festa di compleanno, con una delle mie migliori amiche e davanti a tutti. Mi ha umiliata." Scosse la testa tristemente ma non pianse ancora. Invece i suoi occhi castani lampeggiarono di collera e per un momento temetti ciò che avrebbe potuto fare.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."