"Puoi venire con me in bagno, amiga?" Samantha apparì dal nulla, prendendomi a braccietto. Roteai gli occhi. Ecco come rovinare il nostro momento, pensai. "Si." dissi, permettendole di trascinarmi fino al secondo piano. Quando guardai, appoggiata alla ringhiera, la pista da ballo, Jorge stava parlando con Xabi, mentre si portava una mano tra i capelli. Mi accigliai, ma seguii Sam verso la lunga coda di ragazze davanti ai bagni. Stavo controllando il trucco attraverso gli specchi dalle cornici dorate quel bagno era lussuoso e sciccoso quanto il resto dell'edificio vittoriano, quando sentii una presenza accanto a me. Una presenza che non desideravo vedere. "Ciao Martina." il mio nome suonò cosi fastidioso pronunciato dalle sue labbra. "Ho sentito che ti chiamano cosi le persone adesso e non più 'Marty' come ti facevi chiamare tu."
"Che cosa vuoi, Hannah?" sbottai, passandomi uno strato di lucidalabbra, sperando che sparisse. "Solo parlare." Si strinse nelle spalle innocentemente. "Andiamo non puoi aver già scordato che un tempo eravamo amiche. Ci conosciamo sin dall'asilo."
"Oh, fortunatamente, l'ho fatto." Mi bloccai, guardandola. "Capita quando si diventa una troia traditrice." Le dedicai il mio sorriso più falso, infilando tutti i miei oggetti nella borsetta, pronta per andarmene. "Okay, ho capito. Sei ancora arrabbiata." disse con lo stesso tono che si usa quando chiedi perdono. Ma, per far si che Hannah chiedesse scusa a qualcuno, avrebbero dovuto far cadere i meteoriti dal cielo cosa che succedeva mai.
"Arrabbiata?" ribattei, attirando su di me l'attenzione di alcune persone. "Hannah, io non voglio avere nulla a che fare con te. Mi dispiace se non hai altri amici. Forse, se fossi stata una brava persona, saresti piaciuta alle persone." Mi guardò di sbieco, stringendo le labbra. Dovevo averla ferita. "Guarda." mi disse, come se avesse perso la pazienza. "Non ti sto chiedendo di tornare ad essere mia amica. So che probabilmente mi odi-"
"Infatti." La interruppi. Si trattenne dal far roteare gli occhi scuri. "Voglio solo parlarti per un minuto." Sembrava quasi che pregarmi la ferisse, cosa che mi fece sorridere bastardamente. Non ho nulla da dirti insistei, guardandomi le unghie con fare annoiato. La sentii respirare sonoramente. La stavo facendo innervosire. Bene. "Vieni, per favore." Il fatto di dovermi pregare, fu un colpo basso per il suo ego. "Ci vorrà un secondo, giuro." Disse dolcemente.
Il suo tono di voce tendeva sempre ad addolcirsi quando si stancava di qualcuno. "Mi lascerai stare se verrò con te?" domandai. L'ultima cosa che volevo era restare sola con Hannah, ma se cio significava farle smettere di infastidirmi per il resto della vita, allora ne valeva la pena. "Si." disse riluttante. "Bene, allora." Le lanciai un'occhiataccia "Spero che ne valga il mio tempo." Il suo atteggiamento cambiò. "Oh, fidati, sarà così." La sua voce divenne maligna, come se nascondesse qualcosa. "Martina, che stai facendo?" Sam comparve all'improvviso, con un'espressione confusa dipinta in viso.
"Dì a Jorge che tornerò tra poco." Spostò ripetutamente lo sguardo da me a Hannah, fulminando quest'ultima. "Certo." disse prima di allontanarsi. Quando Sam se ne fu andata, Hannah m'intimo di seguirla con un cenno dell'indice. Roteai gli occhi e la seguii. La gente ci guardava in modo strano più che altro si chiedevano se ci saremmo scontrate in un combattimento dal momento in cui non uscivamo più insieme da novembre. "Cosi ora hai uno di quegli appiccicosi ragazzi protettivi?" domandò Hannah. Non so se stava semplicemente cercando di fare due chiacchiere o impicciarsi degli affari altri, ma non le avrei risposto. Se non altro io ho un ragazzo, avrei voluto dirle. "Scommetto che non volevi parlarmi di Jorge." dissi. "E dove accidenti stiamo andando?" Quell'edificio era persino piu grande di quel che pensai Percorremmo un corridoio e cambiammo direzione per almeno cinque minuti. Salimmo persino una rampa di scale. "In un posto privato, ben lontane dalle occhiate di quei fastidiosi ragazzini." Come se lei non fosse la reginetta dei gossip.
Avrei tanto voluto ridere, cosi lo feci. Il ticchettio dei suoi tacchi contro il pavimento di legno era sufficiente per guidarmi, e la sua soffice gonna rosa emetteva un fruscio ad ogni passo che compiva. "Sai, tuo fratello è terribile a ballare." disse improvvisamente, fermandosi davanti ad una porta in legno di mogano. Solitamente non avrei difeso mio fratello, ma considerando che Hannah, ovvero l'ex migliore amica che aveva baciato il mio ragazzo era davanti a me, avrei fatto un'eccezione. "Hai mai considerato l'ipotesi che, probabilmente, la colpa potrebbe essere tua? Voglio dire, lui è quello che ti ha scaricato." Strinse le labbra in una linea dura, socchiudendo velenosamente gli occhi verso di me. Sospirai annoiata, non sentendomi per nulla in soggezione. Ci fu silenzio fino a che non sentii delle voci giungere dall'altro lato della porta. "È... colpa tua."
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."