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Assistere gli eventi sociali assieme alla mia famiglia era probabilmente la parte peggiore di essere una Collins. Stavo facendo i compiti di biologia, cercando di non pensare a ciò che aveva detto Jack, quando mamma irruppe nella mia stanza con una pila di vestiti.

"Questo pomeriggio andremo a prendere un the da Hallbert."Quelle furono le parole che trasformarono la mia rilassante domenica in un incubo. "Il the del pomeriggio" significava che metà degli abitanti di Manhattan si riunivano a casa del mio ex per chiacchierare, mentre io sarei rimasta ad annegare nella noia.

Arrivammo a casa di Diego verso le quattro del pomeriggio e, nell'istante in cui misi piede all'interno dell'abitazione, sentii la sensazione che quello non sarebbe stato un pomeriggio divertente. Mia madre mi aveva costretto ad indossare un paio di pantaloni bianchi, una camicetta rosa chiaro ed una giacca in pelle bianca e nera. Il look era carino, ma non mi sentivo più a mio agio in quel tipo di vestiti, soprattutto perché i miei piedi erano intrappolati i un paio di zeppe in camoscio beige, le cui corde mi graffiavano la pelle delle caviglie I braccialetti attorno al polso tintinnavano ad ogni movimento che compivo per controllare l'ora sul mio orologio.

Fortunatamente non dovetti passare molto tempo con lui e pregai che fosse cosi per il resto del pomeriggio. Sarebbe stato alquanto strano dopo la nostra conversazione di ieri. E Jorge l'aveva colpito Jack stava parlando con alcuni suoi amici, i cui genitori erano anch'essi da Hallbert, e Matt era da qualche parte, cercando di flirtare con qualche ragazza, stupida abbastanza da cadere ai suoi piedi.

Ma, grazie a Dio, ciò significava che non avrei dovuto restare in sua compagnia per un bel po'. Quella mattina si era offerto per accompagnare Tommy a casa di un suo amico, pensando che in quel modo sarebbe risultato un bravo fratello. Ovviamente, Tommy fu contento di vederlo e non gli mollò la gamba fino a che non arrivammo qui. Anche Jack era felice, perché Matt gli aveva promesso di portargli alcuni giochi dopo scuola. Così io ero l'unica ad essere arrabbiata anzi, molto più che arrabbiata con lui. I suoi stupidi regali non potevano comprarmi Il culmine della mia giornata fu sapere che Hannah non sarebbe venuta perché aveva l'influenza.

Sperai vivamente che sarebbe durata per l'intera settimana, così non avrei dovuto vederla a scuola. Il mio desiderio principale era che Samantha apparisse magicamente per salvarmi la giornata, ma sapevo che non sarebbe successo, dato che era in ospedale con suo padre. L'avevo chiamata prima di pranzo per chiederle com'era andato l'intervento e, apparentemente, se tutto fosse andato bene, sarebbe uscito la sera stessa. Ovviamente, non si era scordata di chiedermi come fosse andata ieri. Le risparmiai i dettagli e le raccontai brevemente dal nostro litigio a quando facemmo pace. Insistette sul fatto che fosse sicura che c'era stato molto di più, ma continuai a negare.

Non che non volessi dirglielo, ma non mi sembrava il caso di farlo per telefono, quando qualcuno avrebbe potuto origliare la conversazione dall'altro lato della porta della mia stanza. E, onestamente, la cosa non mi avrebbe sorpresa. Cosi mi ritrovavo praticamente sola in a quella festa se tale la si poteva definire piena di adulti, gente snob che non avevo mai visto prima e ragazzi della mia scuola con i quali non avrei nemmeno parlato. Dato che non avevo molto da fare, e dovevo smetterla di mangiare pasticcini, tirai fuori il telefono dalla borsa e digitai il numero di Jorge.

Avevo promesso che l'avrei chiamato. Rispose dopo il terzo squillo, facendomi sorridere. "Pronto?" il mio sorriso svanì non appena sentii la voce di una ragazza. 'Jorge?" domandai, isolandomi dalla stanza affollata nella quale mi trovavo. Forse avevo digitato il numero sbagliato. "Oh, sei tu." La ragazza sbuffò. Non poteva essere chi pensavo che fosse. Per favore, no.

"Si, sono io." Sbottai. "Che stai facendo con il telefono di Jorge?" Stephie ridacchiò e strinsi maggiormente la presa attorno al cellulare. Cercai di calmarmi, doveva esserci una spiegazione se lei aveva il telefono di Jorge e tutto ciò doveva essere molto molto lontano dai pensieri che stavo facendo in quel momento. "E occupato, quindi ho risposto io." Strinsi le labbra in una linea dura. Tutto ciò la divertiva e mi fece pensare a cose che non sarebbero potute succedere.
Jorge non l'avrebbe fatto.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora