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Jorge Pov.
"Amico, cosa c'è che non va? Sembri assente." Xabi schioccò le dita davanti al mio viso, riportandomi alla realtà.

"Hmm?" spostai velocemente lo sguardo su di lui, infilandomi le mani in tasca.

"Vedi? Non mi stavi nemmeno ascoltando." Borbottò, portandosi una mano al centro del petto.

"Scusa, amico. Stavo solo... pensando." Mi strinsi nelle spalle.

"A cosa?"

"Tu hai detto a Sam, insomma, che la ami?" Se c'era qualcuno a cui avrei dovuto chiedere un consiglio quando si trattava di ragazze, era Xabi e mia madre, ma sarebbe stato imbarazzante.

"Sì, perché?" corrugò la fronte, guardandomi come se fossi venuto da chissà dove.

"Come hai fatto?" domandai, sentendomi improvvisamente in imbarazzo.

"Non lo so, Jorge." Mi guardò, sempre più confuso. "Te l'ho appena detto e oh, aspetta," un ghigno si disegnò sulle sue labbra.

"Tu ami Martina." Spalancò gli occhi e tutto sembrò avere un senso per lui.

"Sta zitto." Lo colpii sulla nuca, intimandogli di abbassare la voce.

"Non lo so."

"Ma certo che la ami. Wooo, Jorge è innamorato." Mi schernì, avvicinando la mano alla bocca in modo da aumentare così il suo tono di voce.

"Giuro che se non stai zitto, ti faccio a pezzi lì sotto, frocio." Ringhiai, sentendomi ancora più in imbarazzo di prima.

Non avevo bisogno che tutto il mio gruppo di amici sapesse che mi sentivo frustrato.

"Amico, sono solo felice per te!" mi diede una pacca sulla schiena. "Hai finalmente trovato una ragazza che merita il tuo amore." Mormorò, facendo delle stupide smorfie da ragazza.

Non potei evitare di ridere.

"Smettila e aiutami. Come glielo dico?"

"Devi solo trovare il momento giusto, qualche parola romantica e boom. Il gioco è fatto."

Quando conosci Xabi da una vita, ti abitui ai suoi strani gesti e alle sue insolite smorfie, utili per accompagnare le parole che dice.

"Non può essere così semplice." Scossi il capo.

"Per di più, io non ci so fare con le parole romantiche."

Spiegai, facendo una smorfia nel pensare che tutte quelle carinerie fossero fin troppo banali.

"Di cos'hai paura, che non ti dica le stesse cose?" domandò come se quella fosse l'idea più idiota di sempre.

"Potrebbe." Mormorai, intristendomi un po' al solo pensiero. Non riuscii a smettere di pensare a quel che mi aveva detto poco fa: "Sam pensa che io ti ami."

Tuttavia, non aveva risposto quando glielo domandai – grazie tante Sam così mi ritrovavo di nuovo confuso.

"Su quale cazzo di pianeta vivi, amico? È evidente che abbia perso la testa per te, probabilmente ha un'insegna al neon sopra la testa che dice ha perso la testa per te."
Sbuffò, dedicandomi un'occhiata di sufficienza.

"Scommetto che sta aspettando che tu glielo dica per primo, perché tu quello che non crede nell'amore, ricordi?"

Annuii, riflettendo su quanto aveva detto. Lui si era innamorato prima di me, per cui ne sapeva di più di quanto ne sapessi io, quello era sicuro. Avrei dovuto ascoltare i suoi consigli, giusto?

"Sono fiero di te, Jorge." Disse con tono materno, picchiettandomi la mano sulla testa, sapendo che quel gesto m'infastidiva.

Feci roteare gli occhi, scostando il suo braccio lontano da me. "Io vado, ciao testa di cazzo!" gli gridai.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora