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Martina Pov.
La mattina seguente mi alzai con il sorriso. Si, sarei dovuta andare a scuola. Si, era mattina presto. Si, ero stanca, ma ero felice. Danzai fino alla cucina, determinata a non lasciare che nulla mi rovinasse la giornata. Quando ieri sera tornai a casa, dopo esser stata con Jorge e la sua famiglia, dovetti ammettere di essere un po' preoccupata per lui.

Nessuno dei miei genitori era a casa, Tommy stava dormendo e Jack era davanti al computer, ignori completamente della mia esistenza. Cosi chiamai Jorge, mordendomi nervosamente il labbro inferiore pensando a come stava. Dopo essersi aperto con me quel pomeriggio e, notando il fatto che avrebbe dato a suo padre un'altra possibilita, sperai davvero che avessero parlato seriamente. Aveva risposto al primo squillo, come se stesse aspettando la mia chiamata. E, dovetti ammetterlo, iniziai a sentire un'ondata di farfalle invadermi lo stomaco per poi essere in procinto di uscire dalle labbra. La prima cosa che mi domandò fu se fossi arrivata a casa sana e salva sempre con fare protettivo dopodiché mi raccontò della conversazione avuta con suo padre.

Sospettai che avesse omesso alcuni dettagli che sicuramente avrebbe preferito tenere per sé, ma andava bene cosi. Tutti avevamo bisogno della nostra privacy. Tuttavia, ero contenta di sentire che l'aveva perdonato e che ora erano in buoni rapporti, cosi come gli avevo detto di fare. Jorge sembrava davvero felice e dovette poi agganciare perché avrebbe guardato un film con la sua famiglia al completo. Non potei essere piu felice per lui.

Meritava di essere felice e di non sentirsi tormentato per via della mancanza di soldi, di un padre che non era mai a casa, dei nemici, dei suoi fratelli e di sua madre, o sul fatto che non si sentisse abbastanza...

Poco dopo, caddi in un sonno profondo non appena la mia testa toccò il cuscino. Avrei dovuto preoccuparmi degli esami imminenti, della mia punizione e degli altri problemi che avrei avuto il giorno dopo.

"Buongiorno." Canticchiai, entrando in cucina e dirigendomi verso il frigorifero. "Da quando le giornate sarebbero diventate buone?" mormorò Jack , reggendosi la testa tra le mani. "Fammi indovinare perché sei cosi felice." Disse improvvisamente, facendo una smorfia divertita. Feci roteare gli occhi, immaginando che le mie gote fossero diventate gia piu rosse. "Per caso ha a che fare con il fatto che ieri tu abbia visto Jorge?" inarcò le sopracciglia, masticando poi un pezzo di toast.

"Io davvero non so di cosa tu stia parlando." Mormorai, fingendomi sorpresa. "Ero con Sam  ieri." Mi voltai, intenta a prendere del succo dal frigorifero. "Potrai ingannare mamma e papà, ma non me." Dichiarò, bevendo il latte contenuto nel suo bicchiere tutto in una volta, lasciando sulle labbra il segno dei baffi  bianchi. "L'espressione che hai dipinta sul volto parla da sé, inevitabile dedurre che tu l'abbia visto." Feci una smorfia di disgusto e lo ignorai.

"Qualcuno mi ha per caso chiamata?" domandò una voce femminile entrando in cucina ed avvicinandosi alla macchina del caffé. "Stavo solo chiedendo a Jack dove foste ieri sera, mamma." Il mio tono di voce era dolce ed innocente, ma non potei dire lo stesso dei miei occhi, mentre lanciavo sguardi di sfida a mio fratello, intimandogli di tenere la bocca chiusa non appena mia madre si voltò.

"Oh, ho lavorato fino alle tre del mattino. Tutto l'ufficio sembrava impazzito per via dello show di sabato." Mormorò, corrugando la fronte. Notai delle occhiaie violacee sotto ai suoi occhi e i suoi capelli erano acconciati in uno chignon scomposto. Mia madre appariva sempre bellissima ed io volevo diventare assolutamente come lei quando sarei cresciuta, ma invece assomigliavo sempre più a mio padre. Non avevo i suoi grandi occhi verdi o i suoi capelli biondi dorati, o magari i suoi fianchi stretti. Non dimostrava nemmeno la sua età, perché era sempre stata ossessionata dall'utilizzare vari cosmetici che le avrebbero mantenuto un aspetto giovanile.

"E anche tuo padre era al lavoro, tanto per cambiare." Abbozzò un leggero sorriso, portandosi la tazza bollente di caffe alle labbra. "Andrà tutto bene." Esclamai. Onestamente, ero davvero eccitata per quello spettacolo ed il fatto che Jorge avrebbe sfilato aumentava il mio entusiasmo. Sapevo che avrei dovuto star attenta alle ragazze che ci avrebbero provato con lui, ma avrei voluto vederlo in un aspetto completamente sexy.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora