•109•

82.2K 3.4K 586
                                    

Jorge Pov.
Ritornare a casa fu come passare da una di quelle piscine super fredde ad una sauna all'interno di una spa. L'aria gelida per poco non mi ghiacciò le dita, ma non appena superai la soglia del mio appartamento, avrei voluto spogliarmi. L'edificio aveva il sistema di riscaldamento centrale rotto o manovrato da un condomino pazzo. Non c'era un custode per svolgere quel lavoro. La casa era sempre caldissima per cui dovevo tenere le finestre aperte o camminare nudo in inverno. Oltre a questo d'estate non c'era l'aria condizionata, per cui arrostivamo come fottuti polli allo spiedo.

Appesi la giacca all'attaccapanni e spolverai via la neve dai capelli prima di entrare in cucina. Vi era un odore di stufato di maiale delizioso e qualcos'altro. Femminile, dolce, un odore di Martina. Si trattava senza dubbio del suo costosissimo profumo. Ma non sapevo che fosse stata qui. Mamma mi salutò normalmente, sebbene riuscii a cogliere del sospetto nel suo sguardo. Era chiaro che sapesse che non avevo svolto il mio lavoro quel pomeriggio. Se non altro non si aspettava che lo facessi. Estrassi dalla tasca una busta bianca e gliela porsi. L'afferrò con la mano libera, mentre con l'altra mescolava il contenuto di una pentola.

"Che cos'è?" domandò, sollevando entrambe le sopracciglia. "Soldi." dissi semplicemente. Inclinò la testa da un lato. "Credo che questo sia troppo. Dove li hai presi?" Mi voltai verso di lei, incapace di mentirle mentre mi guardava con quei suoi occhi blu. Aprii il frigorifero e presi una bottiglia di birra. L'ultima. La aprii, guardandola. "Abbiamo bisogno di fare la spesa." le feci notare. Mamma continuava a guardarmi. Sapeva che avrebbe dovuto accettare quei soldi ne avevamo bisogno ma aveva paura di sapere da dove provenissero. E non la biasimavo, erano in nero dopo tutto. "Jorge-" iniziò, ma la bloccai, mi si spezzo il cuore notando la sua espressione.

"Mamma, va tutto bene. Prendi quei soldi e basta. Va bene cosi." la rassicurai, bevendo un sorso di birra. Andava bene come vendere erba a degli studenti di un liceo, era un codice etico. Dal momento in cui dipendeva dal punto di vista di una persona, non sembrava cosi pessimo in generale. Se non altro non ho dovuto fare sforzi fisici oggi. Mia madre non mi aveva sgridato per aver bevuto birra prima di cena e sapevo che avesse lasciato cadere il discorso solo per evitare di litigare con me. Una porta si chiuse dal corridoio e voltai di scatto il capo. Martina entrò in cucina, infilando le braccia dentro alle maniche del suo maglione lilla. "Oh, ciao Jorge." disse guardandomi. Era appena uscita dalla stanza di Cande? "Che ci fai qui?" la mia voce risuono più fredda di quel che pensai. "Accidenti." Martina indietreggiò. "Qualcuno mi ha lasciato il compito di prendermi cura di suo fratello." ribatté con lo stesso tono. Scostai lo sguardo. Giusto. Daniel. "Non sapevo che fossi ancora qui." Mi strinsi nelle spalle, sorseggiando un altro po' di birra. Martina la guardò schifata. Sapevo che le desse fastidio vedermi bere, specialmente dopo il mio compleanno. Nonché si  concluse male.

"Rimani a cena, tesoro?" domandò Pattie, rompendo il ghiaccio e la tensione che si era formata tra noi. Era colpa mia. Ero stato scortese con Martina. Le avevo affibbiato mio fratello. Non le avevo dato alcuna spiegazione. Aveva notato la busta bianca posata sul bancone. "Grazie, Pattie, ma dovrei andare. Ho promesso ai miei genitori che sarei arrivata a casa entro le 8." disse educatamente, ma la sua voce divenne dura quando spostò lo sguardo su di me. Dannazione, era arrabbiata. Fece per andarsene, ma la bloccai. Mia madre mi dedicò un'occhiata che lasciava intendere "chiarisci", cosi afferrai Martina per un braccio prima che potesse compiere un solo altro passo. Il suo sguardo era imperdonabile. Non ci sarebbe cascata. "Cosa c'è?" mormorò. Merda. Non era arrabbiata, era ferita. E quello fu anche peggio.

"Rimani. Lasciarmi spiegare." quasi la pregai il che non era esattamente nel mio stile, ma fu necessario. "Non posso rimanere. Ho detto che sarei stata a casa entro le 8, non mi hai sentito?" Martina ridusse gli occhi a due fissure. Soffocai un respiro. Me lo meritavo. Manca ancora mezzora prima che tu debba andare." dissi, e poi. "Per favore." Si divincolò dalla mia presa, ma annuì. "D'accordo. Parla."

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora