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Martina Pov.
Il lunedi seguente, a scuola, Sam non sembrava voler smettere di parlare di venerdi sera.
"Dove siete andati? Perché eravate cosi agitati quando siete tornati? Oh mio Dio, l'avete fatto nella sua macchina! Sei il mio idolo!" Le sue incessanti domande  continuarono da quando c'incontrammo agli armadietti, fino a quando suono la campanella. Ovviamente non avevo risposto a nessuna delle sue domande, sebbene ero certa che l'imbarazzante espressione che portavo in volto parlasse per me. Una parte di me avrebbe voluto raccontare a Sam quanto successo nei sedili posteriori della macchina di Jorge, sentendo i pneumatici rimbalzare in alto e in basso effettivamente rimbalzarono parecchio! E quanto fantastico e figo fosse stato ma allo stesso tempo volevo che rimanesse un momento privato tra me Jorge. Mi sarei sentita in colpa a raccontarlo ad altri, specialmente perché ero stata io a voler fare l'amore con Jorge in modo che potesse dimenticare quanto facesse schifo la sua vita al momento. Volevo solo tenere per me quella notte, chiusa nella scatola dei momenti più meravigliosi della mia vita.

Come immaginavo, Sam non cessò di pormi domande, almeno fino a quando qualcuno non mi chiamò. Mi voltai ad incrociare un paio di occhi azzurri e una chioma castana. Riconobbi all'istante Sammy. "Sei Martina, vero?" domandò esitante. "Si." risposi velocemente, sorridendo. Sam mi salutò velocemente con la mano e mimò con le labbra un ci vediamo dopo in classe. La seconda campanella sarebbe suonata a breve e se Sammy non si sarebbe sbrigato a dirmi il motivo per cui si trovava li, avremmo fatto entrambi ritardo. "Volevo solo chiederti se sapevi qualcosa di Cande." disse, tirando nervosamente i lacci del suo zaino. "L'ho chiamata e le ho inviato dei messaggi per tutta la settimana, ma non ha mai risposto." Mi morsi l'interno della guancia. Sammy sembrava seriamente interessato, i suoi occhi erano colmi di preoccupazione e le labbra gli tremarono leggermente.

Tuttavia, non riuscii a spiegargli nulla. Non era compito mio dirglielo. Tutto ciò che avrei potuto fare, sarebbe stato parlarne a Cande più tardi e vedere che reazione avrebbe avuto al riguardo. Cande sta bene. Probabilmente la vedro questo pomeriggio. "Le farò sapere che hai chiesto di lei." lo rassicurai, sebbene quella potesse contare come tale. Sammy sembrò insicuro e si accigliò. Ma la seconda campanella suonò e sapeva che non avrebbe avuto più tempo. "Dille solo che vorrei davvero rivederla." Con un piccolo sorriso, mi ringraziò e si avviò verso la sua classe. Mi sentii male per lui, ma non potevo dargli le notizie che desiderava.

"Beh, il padre di Cande morto in Afghanistan e ora lei si rifiuta di parlare a chiunque, non uscirà da casa sua a meno che non la trascinerai fuori e probabilmente si scordata che esisti."

E poi magari gli avrei detto: "Buona giornata." Meglio di no.

  Avrei dovuto parlare a Cande e di come farla andare avanti. Quando mi recai in aula magna, riuscii ad entrare prima che arrivasse l'insegnante. Avremmo avuto lezione d'inglese con la signora Johnson. Non appena si sedette dietro la cattedra, iniziò a parlare del libro che stavamo leggendo, Ragione e Sentimento. Non stavo prestando attenzione mentre parlava con alcuni studenti di fronte alla cattedra ma più che altro parlava da sola sebbene fosse chiaro che Elinor rappresentasse la Ragione e Marianne il Sentimento, o forse entrambe un po' di tutte e due. Dal momento in cui non ero interessata alla lezione, sobbalzai quando notai un foglio sotto il mio banco. Mi guardai intorno per scorgerne il mittente, pensando ad alcuni modi per uccidere Sam se mai avesse voluto impicciarsi nuovamente della mia vita.

E se l'insegnante ci avesse sorpreso mentre ci scambiavamo nozioni riguardo a me e ad un ragazzo mentre facevamo sesso in una macchina? Sarei ufficialmente morta. Tuttavia, Sam non mi stava nemmeno guardando. La cosa che mi sorprese di più, fu notare come come stesse prendendo appunti. Invece, notai un'occhiolino da parte di un ragazzo biondo con gli occhi azzurri. Per poco non arrossii. Diego mi aveva appena fatto l'occhiolino?! Quando vide che aprii quel foglio, fece un cenno del capo. Mi voltai e, controllando che la signora Johnson fosse ignara della mia distrazione, aprii il foglio ripiegato.

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora