Jorge Pov.
Verificai che l'indirizzo dell'edificio di fronte a me corrispondesse a quello che mi aveva dato Martina, prima che scendessi dall'auto per poi chiuderla. Ovviamente c'erano dei valletti pronti a parcheggiare le varie macchine, dal momento in cui quel quartiere gridava ricchezza da tutte le parti. Riluttante, porsi le chiavi della mia piccola ad un ragazzo dai capelli rossi con la faccia piena di acne, che mi fissava come se fossi venuto da un altro pianeta.Credo che si stesse trattenendo dall'esaltarsi di fronte a me. Cosa potevo dire, la mia macchina aveva stile. L'edificio di fronte a me sembrava una sottospecie di hotel. Era un grattacielo di mattoni marroni, pieno di finestre, la maggior parte di esse erano illuminate. Sentii dei rumori provenienti dall'interno non appena aprii le porte per entrare.
Sentii una strana sensazione invadermi lo stomaco. Io non ero mai nevoso. Non quando dovevo cantare in pubblico, o consegnare della droga o vedere Anthony, e nemmeno quando rubavo qualcosa da un negozio. Tuttavia, iniziai a sentirmi teso riguardo a questa merda del modello.
Non avrei mai dovuto accettare e, mano mano che avanzavo, me ne pentivo sempre più. Prendendo un respiro profondo, raggiunsi l'ingresso, superando con successo le porte di vetro con le quali ebbi dei problemi in passato. Cosi come c'eravamo precendetemente accordati, Martina mi aspettava accanto all'ascensore color argento, guardandosi attorno mentre si mordicchiava le unghie. Ridacchiai, notando come cercava di coprisi con quel piccolo abito rosa, che sembrava uscito da Victoria's Secret. I pochi dipendenti nei paraggi le lanciavano alcune occhiate di tanto in tanto. Stronzi pervertiti. Mentirei se dicessi che non apprezzavo quella visuale.
Le gambe di Martina erano scoperte e la scollatura era parecchio larga. Mi inumidii involontariamente le labbra, facendola sorridere, ma si coprì ugualmente.
"Finalmente sei arrivato. Andiamo." Afferrò la mia mano, trascinandomi nell'ascensore e senza nemmeno darmi il tempo di salutarla.
"Oh mio dio, è stato così imbarazzante. Mi stavano guardando tutti." Mormorò come se avesse commesso un peccato, pigiando poi un pulsante. "Posso immaginare perché." Sussurrai con fare seducente, guardando il suo riflesso nello specchio.Alzò lo sguardo, permettendomi cosi d'incrociare i suoi occhi innocenti, cercando di trattenere un sorriso. Mi abbassai per baciarla, ma non me lo permise e mi allontanò. "Sei eccitato?" domandò, sfoggiando un ampio sorriso.
"Non quanto te." Notai. Mi bastò vedere il luccichio nei suoi occhi per poi posare nuovamente lo sguardo sulle sue gambe, sapevo che apprezzava. Le spostai una ciocca dal viso, ma strillò.
"Non rovinare tutto! Ho passato diverse ore davanti allo specchio con decine di persone che tentavano di sistemarmi i capelli e il trucco." Non potei evitare di scoppiare a ridere.
"Beh, sei davvero bellissima." Mi complimentai con lei, ignorando le sue lamentele mentre si risistemava la frangia per cercare di coprire le guance arrossate. Mi volse un sorriso sbilenco. "Siamo arrivati."
Le porte dell'ascensore si aprirono, ma pigiai un pulsante e si richiusero di nuovo. "Che intenzioni hai-" Le impedii di continuare a parlare con un altro bacio, ma questa volta ricambio reggendosi al lembo del cappuccio della mia giacca. Mi persi in quel bacio metre feci scorrere la mano lungo il suo vestito.
"Mi sei mancata." Sussurrai contro le sue labbra, accarezzando la morbida pelle della sua coscia. "Mi sei mancato anche tu." Non ci vedevamo da tre giorni, avreste anche potuto definirmi frustrato, ma mi era mancata da morire. La mia vita era noiosa e non avevo molto altro da fare se non uscire con i miei amici.
Tuttavia, ne avevo approfittato per passare del tempo con mio padre. Le porte dell'ascensore si riaprirono per la seconda volta e Martina mi spinse dolcemente lontano da sé.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."