•59•

132K 4.8K 1.4K
                                    

Una volta uscita dall'auto, la chiusi a chiave ed iniziai a camminare verso il palazzo in cui abitava Jorge. Avrei dovuto chiamarlo e dirgli che stavo arrivando, ma non ne avevo avuto il tempo. Proprio mentre stavo per percorrere il marciapiede alla mia destra, scorsi un volto familiare. Assottigliai lo sguardo a due fessure quando mi avvicinai e realizzai che quella era Cande.Non appena mi vide, aggrottò la fronte e venne verso di me.

"Martina, che cosa ci fai qui?" quando vide la mia faccia, notai la preoccupazione farsi spazio sul suo volto. "Cos'è successo?"

"Sono appena scappata dai miei genitori." Mi grattai l'interno del polso, abbassando lo sguardo. Sembravo uno di quei marmocchi piagnucolosi.

"Sei seria?" mi lanciò un'occhiata da non me la bevo.

"Sai dov'è tuo fratello?" le domandai, avevo bisogno di vedere Jorge. Avevo bisogno di sentirmi dire che tutto sarebbe andato bene.

"Al momento è dall'altro lato del parco con i suoi amici, a giocare a basket o cose così." Mi sorrise dolcemente quando avvertì il mio senso di sconforto.

"Posso farti vedere dov'è, se vuoi."

"Per favore." Annuii, seguendola ed ingnorando gli sguardi curiosi delle ragazze che erano con lei.

Cande mi strinse il braccio nel tentativo di tirarmi su di morale. Dopotutto, sembrava essere cresciuta quanto me, se non addirittura di più, dal primo giorno che la incontrai.

"Hai reso Jorge così... frustrato." Commentò, facendomi ridere.

"Non l'ho mai visto così, persino mia madre sta impazzendo. Non che ci stiamo lamentando però, nonostante tutto, credo sia meglio così." Mi sorrise, attraversando uno spiazzo di sabbia che ci avrebbe portato al campo da basket. Credevo che fossero gli stessi ragazzi che avevo visto durante quell'amichevole appuntamento con Jorge dello scorso ottobre.

"Grazie, Cande. Mi piace vederlo felice." Le sorrisi di rimando, lusingata dai suoi commenti. Ci fermammo quando riuscii a vedere Xabi palleggiare, pronto per tirare, mentre Josh cercava di bloccarlo.

Jorge si stava scolando una bottiglietta d'acqua, coperto a malapena da un paio di pantaloncini da basket neri e una canttiera bianca.

La sua tolleranza per il freddo, nel bel mezzo del mese di dicembre, mi spaventava.

Abbozzando un sorriso verso di me, Cande mi abbracciò velocemente, prima d'incamminarsi assieme alle sue amiche.

"Ci si vede." Mi salutò, allontanandosi.

Non appena Jorge posò al suolo la bottiglia, i nostri sguardi s'incrociarono, le sue labbra si dischiusero e sbatté un paio di volte le palpebre, sentendosi sicuramente confuso.

Mi avvicinai a lui, infilandomi le mani nella tasca della giacca e guardandolo, mentre mi mordevo nervosamente il labbro.
"Martina?"

"Hey."

"È bello che tu sia davvero qui; credevo di aver avuto un'allucinazione."aggrottò teneramente la fronte, facendomi ridacchiare.

"No, sono davvero qui." Ondeggiai avanti e indietro sulla punta degli stivaletti, evitando lo sguardo di Jorge.

"Non che non sia felice di vederti, ma cosa fai qui, piccola?" la sua mano si posò sulla mia spalla, come a volermi rassicurare. Esitai alcuni istanti prima di sollevare il capo ed incrociare i suoi occhi.
Erano così incredibilmente belli sotto alla luce del primo pomeriggio, tanto che per un momento mi esternai dalla realtà.

"Piccola." Scosse leggermente la mia spalla, richiamando la mia attenzione.

"Hmm?" mormorai.

"Cos'è successo?"

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora