La luce del sole filtrava attraverso le tende quando riaprii gli occhi la mattina seguente. Sicuramente ci eravamo scordati di chiuderle la sera prima. Sbattei le palpebre un paio di volte, giusto per abituarmi al chiarore del sole, e mi stiracchiai, lasciandomi scappare uno di quei piccoli suoni, tipici di quando ci si sveglia.
Tuttavia, il mio braccio rimase bloccato da qualcosa - o forse avrei dovuto dire da qualcuno.
"Buongiorno, Principessa." Disse, sorridendomi.
Si appoggiò sul gomito, fissandomi. Ebbi un lieve sussulto. Cercai di coprire con I capelli la mia faccia, che non doveva essere una delle migliori, e sbadigliai.
"Buongiorno." Non potei nascondere il sorriso che mi aveva provocato sentire quel suo Buongiorno, Principessa. Voglio dire, quale ragazza non vorrebbe sentirselo dire almeno una volta nella vita?
"Da quanto tempo sei sveglio?" domandai, fissandolo attraverso i miei capelli, temendo che avesse potuto sentirmi mentre parlavo nel sonno, o che mi avesse visto fare qualcosa di strano.
"Solo da alcuni minuti." Si strinse nelle spalle, grattandosi il petto. Accidenti, che spettacolo svegliarsi così.
"E tu pensi di rimanere lì a fissarmi, o vuoi fare colazione?" ridacchiai voltandomi e, recuperando la maglietta che Jorge mi aveva dato la sera prima, la indossai, in modo da coprire l'evidente pelle d'oca sulla pelle del mio stomaco.
"Stavo aspettando te per fare colazione."
M'intimorii leggermente. "Che cosa carina, Jay." Alzandomi dal letto, lo guardai. "Spero solo che non ti aspetti che io cucini.""Quindi non sai cucinare?" sul suo viso comparve un'espressione triste. "Credo che dovremmo mangiare cereali o qualcosa del genere."disse comprensivo, alzandosi.
"Speravo che potessi prepararmi dei pancakes.""Scusa." Risi e, con un salto, mi aggrappai alla sua schiena in modo che mi trasportasse sino in cucina. Le spalle di Jorge tremarono in seguito alla sua risata, ma afferrò le mie cosce in modo che non potessi cadere e fece una piccola corsa nell'altra stanza, riproducendo il rumore dei passi del cavallo.
"Sembri più un somaro." mormorai non appena mi fece sedere sul bancone, per poi prendere alcune cose dal frigorifero.
"Però ti piace." Disse con tono presuntuoso, voltandosi momentaneamente verso di me. Oh, se solo lo sapessi...
"Comunque, puoi usare il bagno se vuoi."
Aggiunse, mimando un movimento circolare con le dita. "Ti è colato il mascara su tutta la faccia."
Portai immediatamente le mani sul mio viso, sentendomi imbarazzata. Avrei dovuto saperlo dato che la sera prima non mi ero struccata – le mie salviettine erano nella mia borsa, la quale era rimasta nella macchina di Sam.
"Grazie per avermelo detto adesso." replicai sarcastica, guardandolo.
Detto ciò, balzai giù dal bancone e mi diressi in bagno. Infatti, la mia faccia era completamente piena di residui di mascara e eyeliner. Sembravo la sposa cadaver.
Sapendo che non avrei potuto far molto usando solo dell'acqua, cercai qualche struccante. Se in quella casa vivevano due donne, doveva pur esserci qualcosa. Trovai una bottiglia verde e mi versai un po' di gel sulla mano, strofinandolo vigorsosamente su tutta la faccia, per poi sciacquarlo con acqua fredda.
Ottenni come risultato una pelle totalmente pallida e pulita. Dubitai parecchio di sembrare più carina senza trucco, ma ho dovuto farlo.
I miei capelli erano un totale disastro, aggrovigliati e scomposti. Impossibili da domare al momento. Sospirando, evitai di guardarmi ancora allo specchio e ritornai in cucina, dove Jorge aveva già preparato la colazione per entrambi.
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Il ragazzo del Bronx
عاطفيةIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."