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Martina Pov.
Wow.
La mia mente era paralizzata una volta finita la corsa. Mi sentivo cosi carica che avrei potuto correre una maratona avanti e indietro. Ed è qualcosa detto da una che fa parecchio schifo in ogni cosa legata allo sport. Per la prima volta nella mia vita, sentivo quella cosa di cui tutti parlavano, chiamata "adrenalina". Ed era fantastico. Non voglio mentire, all'inizio era spaventata da morire: controllavo che la mia cintura di sicurezza fosse agganciata correttamente, guardavo continuamente il contachilometrinell'auto di Peter per controllare che non ci saremmo uccisi. A volte ho anche gridato, il che ha fatto ridere Peter mentre non smettevo di dirgli di continuare a guardare la strada davanti a lui. Non che fosse una vera strada. Qualcosa più simile ad una strada sterrata, con delle buche. Non appena arrivammo alla fine del percorso, Peter sterzò, il che mi fece sobbalzare nel sedile dov'ero seduta grazie Dio per le cinture di sicurezza! le persone accerchiarono l'auto. Vidi mazzette di banconote essere scambiate, sentii grida di congratulazioni sovrastare il rumore della musica e una massa di persone venire verso di noi. Mi feci strada tra di loro per raggiungere il punto in cui avevo visto Samantha prima che entrassi in auto. Non sapevo nemmeno che i corridori portassero con loro i co-piloti in questo tipo di cose, quindi rimasi sorpresa quando Peter lo propose. Lo chiamai solo la sera prima perché volevo vedere il luogo in cui Jorge passava i Venerdi sera, e Peter era il mio unico collegamento con lui.

Con mia sorpresa, fu eccitato di farmelo vedere, cosi guidai fino a casa sua e poi prendemmo la sua auto fino al posto in cui le gare avevano luogo. Non avrei mai pensato di prenderne parte, ma poi ho visto le altre ragazze salire sulle auto dei propri ragazzi. Da quanto ne sapevo, Jorge non mi avrebbe mai permesso di fare una cosa del genere, cosi accettai la proposta di Peter. Okay, la maggior parte del piano consisteva nel fatto di far incazzare Jorge, ma solo perché lui aveva fatto incazzare me prima. Come mi avvicinai a Samantha nel mio stato post-adrenalina, notai lo sguardo assassino di Jorge. Iniziai ad aver paura per il fatto che sarei stata la prima persona nella sua lista di omicidi. Ecco perché mi sorprese totalmente quando mi fece scontrare contro il suo petto
toccando il mio corpo per controllare che stessi bene.

Finalmente le sue mani si posarono sulle mie guance e sospirò sollevato. Credo di avergli permesso di abbracciarmi di nuovo e di baciarmi solo perché ero troppo stordita per spingerlo via. "Non farmi mai piu una cosa del genere." disse, guardandomi negli occhi. Fui grata che gli altri si stessero facendo i fatti propri perché questo era troppo personale perché altre persone vedessero. Riuscivo a sentire le conversazioni intorno a noi. Forse Jorge non era l'unico a non essere pronto per questo.

"Sono serio, Martina. Ero cosi preoccupato che non sono nemmeno riuscito a correre" Lo spinsi via violentemente. "Questo tutto ciò a cui pensi. Di non essere riuscito a fare soldi stasera." canzonai, sentendo la rabbia salire Jorge mi lanciò un'occhiata piuttosto offesa, seguendomi quando tornai alle taniche di metallo. Mi afferrò il polso per potermi far voltare. "Certo che no! Non me ne frega un cazzo dei soldi, ero preoccupato per te! Sarebbe potuto succederti qualsiasi cosa, e mi sono sentito inutile." Mi sembrava che le nostre voci si alzassero ad ogni secondo che passava. "Oh, cosi sai che puoi metterti nei miei panni. E esattamente cosi che mi sento quando te ne vai. Sono stanca di venire a cercarti solo per essere respinta. Quindi, scusami se non ti credo quando dici che tieni a me."

Nei suoi occhi passarono diverse emozioni: incredulità, dolore, rabbia, vergogna rammarico. Riuscii a malapena a distinguerle, tanto in fretta si susseguirono. "Se c'e una cosa di cui puoi essere sicura che tengo a te. Lo so che pensi che questo non il modo migliore di dimostrartelo. Forse hai ragione, ma cosa vuoi che faccia, lasciarti? Mi dispiace, non posso farlo perché mi sentirei mille volte più stronzo."

"Non voglio che tu mi lasci." dissi, scuotendo la testa. "Voglio solo sapere perché fai tutto questo e cosa posso fare per aiutarti, perché se tu ti senti inutile, allora io non so come mi sento." mormorai l'ultima parte sarcasticamente. "Inizia con il non entrare nell'auto di quel coglione." disse Jorge con la voce piena di cattiveria. Aggrottai le sopracciglia. "Oh, per favore, non dirmi che sei geloso. Peter non è nemmeno
il mio tipo."

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora