•45•

119K 4.9K 1.2K
                                    

"Sei presentabile?" Jack urlò dall'altra parte della porta.

"Sì, lo sono." Gridai anche io, ridendo.
La porta si spalancò – solita abitudine di mio fratello - rivelando Jack in giacca e cravatta. "La mamma vuole sapere se sei pronta."

Ridacchiai per quanto formale appariva. "Me lo ha fatto indossare lei, va bene?" Esclamò infastidito, ma poco dopo finì per ridere anche lui. So quanto odia vestirsi così.
Tornai a guardarmi allo specchio.

"Ho finito." Dissi dopo aver applicato uno strato del mio lucidalabbra preferito alla ciliegia.

"Come sto?" Mi voltai mostrando a Jack ciò che indossavo.

Indossavo un vestito a tubicino blu che si fermava appena sopra le ginocchia.. Sotto di esso avevo dei collant neri, mentre per quanto riguarda le scarpe, indossavo degli stivaletti neri.

"Trés chic." Rispose con un accento francese terribile.

Gli diedi uno schiaffo sulla nuca prima di uscire dalla stanza. "Ow." Gli sorrisi innocentemente e presi la mia pochette nera in cui avevo messo il cellulare e altre cose di poca importanza.

Eravamo usciti da poco per andare all'ufficio di mio padre con la sua Mercedes. L'edificio era nel centro della città, in uno dei punti più alti di tutta New York. Oggi, ci sarebbero state solo le famiglie delle persone che vi lavoravano e il mio stomaco stava pregando che ci sarebbe stato anche del cibo.

Mi sedetti vicino al finestrino, guardando distrattamente le strade per cui passavamo, mentre tutti gli altri conversavano. Passammo per Macdonad's, dove ero andata con Jorge, la stazione della metropolitana, le strade in cui che avevamo camminato insieme... Ormai, ogni cosa mi ricordava lui. Stava cominciando a diventare tutto quello pensavo e sinceramente, era spaventoso. Mi stavo innamorando.

"Martina! Come sei cresciuta." Una volta arrivati salutai tutti. Mi ritrovai da sola tra gente di cui nemmeno ricordavo di conoscere e che mi chiamava con il mio nome che odiavo tanto. I miei genitori e i miei fratelli erano spariti tra la folla così dovetti fare un po' di conversazione con queste persone. Mantenere un sorriso falso sulla faccia era la mia unica opzione.

"E' il tuo ultimo anno di liceo, vero?" Mi chiese una donna dai capelli rossi che le cadevano fino alla vita. Credo che fosse la moglie del capo di mio padre, così decisi di essere gentile.

"Sì, signora Hicks." Annuii, sorridendo educatamente.

"Hai già delle idee per il college o non ancora ?" Lei sorrise, prendendo un bicchiere di champagne da un cameriere di passaggio.

Presi una coca e bevvi un sorso prima di rispondere. "Ci sto ancora pensando ma sono molto interessata a Biochimica e Matematica."

"Wow, quindi sei una brava studentessa, allora." Questo era il suo modo eufemistico per chiamarmi 'secchiona'. Si raddrizzò il vestito nero con la mano libera.

"Tuo padre si vanta sempre della sua cara figlia." Mi indicò, finendo il suo bicchiere di champagne quando poco dopo fermò lo stesso cameriere per prendere un altro. Woah, che alcolizzata.

"Grazie." Girai i capelli tra le dita per noia. Non era affatto divertente stare con delle persone che continuavano a chiedermi cose riguardanti la scuola.

"Mi piace molto il tuo vestito, comunque. Che marca è? " Inarcò interessata le sue sopracciglia nere le quali facevano un contrasto orribile con il rosso dei suoi capelli.

"In realtà è una creazione di mia madre." Confessai con orgoglio, raddrizzando la schiena.

"Allora un giorno di questi mi fermerò in un suo negozio." Disse ridacchiando dopo aver preso il suo terzo bicchiere di champagne.

Dopo che la signora Hicks se ne andò, molte altre persone mi fecero domande sul college così quando notai Jack attraversare la stanza, presi al volo l'occasione di fuggire dalla folla.

Mi appoggiai al tavolo a cui si era avvicinato. Il cibo non aveva un bell'aspetto, esattamente come alla festa della partita di calcio di Tommy, la quale mi ricordò, ancora una volta Jorge.

"Ti stai divertendo, eh?" disse, masticando un gambero. Ew, odio gamberi.

"Assolutamente." Risposi con sarcasmo.

"Questa merda è così noiosa." Sospirò Jack, cercando la sua prossima preda sul tavolo il quale si rivelò un toast al salmone che sembrava piuttosto marcio.

"Jack!" Sussurrai/urlai, sperando che nessuno lo avesse sentito.

"Cosa?"

"Il tuo linguaggio." Lo rimproverai.

"Stai per caso uscendo con nuovi amici che sono una cattiva influenza o?"

"Disse la ragazza che esce con un criminale del Bronx." disse con ironia.

Gli diedi uno schiaffo sulla bocca, ma rimpiansi di averlo fatto quando guardai la mia mano sporca di maionese.

"Puoi stare tranquillo?" Sibilai. "E non è un criminale." Difesi Jorge pulendomi la mano con un tovagliolo.

"Sì, come vuoi sorella." Alzò gli occhi e riprese a mangiare.

Il mio telefono squillò, indicandomi che avevo ricevuto un nuovo messaggio. Sperai fosse Jorge ma per mio dispiacere, era Sam.

"Sono sola, vuoi venire per un pigiama party ragazzuola?" Ridacchiai. Da quando Samantha dice 'ragazzuola' ?

"Non posso. Ho già un impegno... beh, se stare in ufficio dal proprio padre è degno di essere chiamato impegno''
Digitati la risposta rapidamente e quasi urlai quando alzai gli occhi e mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo. Non un ragazzo qualsiasi, ma Julio Satores.

"Bella, da quando tempo che non ci vediamo." Disse emozionato e poco dopo mi abbracciò.

Avvolsi goffamente le mie braccia attorno a lui
mentre avevo ancora in mano il mio cellulare e cercai di mandare un SOS a jack mimando con la bocca.

"Già." Julio era carino, aveva dei capelli castani arruffati e gli occhi marroni. Quando avevo 10 anni, lo trovavo affascinante e divertente, ma con gli anni è cresciuto ed è diventato fastidioso e pers-egoista* (non so se questa parola in realtà esiste, ma cercate di capirmi). Non lo vedevo da mesi, è cambiato molto da allora, ora è più alto e attraverso quella camicia blu riuscivo a capire che andava anche in palestra. Ma era ancora un sedicenne arrogante che credeva avessi perso la testa per lui.

"Mi controlli?" Agitò le sopracciglia suggestivamente.

"Julio, ho un fidanzato." Dissi annoiata, mentre Jack ci guardava divertito.

"Dici sul serio? Pensavo avessi una cotta per me." Disse muovendo i capelli con quell'aria arrogante che trovai così irritante.

"Vedo che non sei cambiato." Presi un altro sorso dalla mia coca e appoggiai il bicchiere ormai vuoto sul tavolo. Julio prese il posto di mio fratello e iniziò la sua missione del "spolveriamo il tavolo e mangiamo tutto il cibo presente".

"Perché dovrei cambiare quando sono così figo, no?" Mi fece l'occhiolino mentre iniziò a masticare una pepita di pollo.

"Certo, perché dovresti?" Dissi sarcasticamente alzando gli occhi al cielo. Poco dopo sentii il "bip" del mio cellulare. Dio mi stava salvando da questo coglione. Mi aspettavo che fosse Kelsey, ma con mia grande sorpresa - e felicità - era Jorge.

"Vieni al piano B2."
Rimasi sorpresa da quel messaggio. Sembrava più un messaggio da decifrare, ad essere onesti. Perché Jorge deve sempre essere così misterioso? Perché vuole che vada in cantina? Non so nemmeno cosa c'è lì. Quindi Jorge si trova qui, in questo palazzo?

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora