Martina Pov.
'Sto morendo dentro'
Fu cio che pensai mentre scendevo di corsa le scale. Avevo bisogno di uscire da li, di porre più distanza tra me ed il dolore. Ma sebbene fossi all'aria aperta, e respirassi profondamente, non riuscii ad allontanare quella sensazione. Non mi ero voltata per vedere se Jorge mi stava seguendo, o se mi stesse guardando dalla finestra della cucina. Una parte di me sperava che mi seguisse, che si scusasse, che mi amasse, che ritornasse ad essere la persona di cui mi ero innamorata. Niente di tutto ciò accadde. Avevo in bocca un sapore orribile, ma non era perché volessi vomitare, fu il ricordo del bacio di Diego.Avrei voluto baciare le labbra di Jorge per sentirmi meglio. I suoi baci avevano il potere di stravolgere il mio mondo, solo che questa volta il mio mondo era troppo incasinato per essere risistemato con un semplice sfioramento di labbra da parte sua.
La parte di me che era ancora sana sapeva che non avrebbe potuto seguirmi, non dopo ciò che avevo detto <<Non vorrei essere con te in questo momento.>>
Dio, sono stata un'idiota. Ovviamente lo volevo con me. Ero spaventata, il cielo era scuro ed i lampioni non trasmettevano abbastanza luce. Mi sentii persa, sebbene sapessi dove mi trovavo.
Stavo svoltando l'angolo verso la via di Jorge. Stavo trascinando i miei piedi senza recarmi in nessuna meta. La lacrime premevano per uscirmi dagli occhi, ma m'impedii di piangere. Ero fatta per essere la povera ragazzina che non riusciva a prendere ciò che la vita le offriva. Nonostante ci fosse il suo fidanzato che riusciva a ritornare ad essere un perfetto coglione quando voleva, una strada buia senza
nemmeno l'ombra di una macchina. Vai nella via principale. Chiama un taxi. Vai a casa.Ripetei quelle parole come un mantra, ma nemmeno la mia mente riusciva a percepirle. Per di più, ero cosi arrabbiata. Con me stessa, con Jorge. Specialmente con Jorge. Che accidenti ci faceva con una pistola? Sapevo che aveva avuto a che fare con delle pistole, considerando ciò che avevamo fatto alla festa per la promozione di mio padre, e quindi era al corrente di tutti i trucchetti. Ma, ancora una volta, non credo stesse mentendo quando ha detto di non averla usata. Cosi speravo. Se solo fosse finito in mezzo ad una sparatoria...
Io onestamente non so che cosa farei. Smisi di crogiolarmi in quei pensieri quando realizzai che mi trovavo completamente fuori zona ed avevo camminato senza meta per tutto il tempo. Il freddo si stava
insidiando dentro di me, quasi paralizzandomi. Non sapevo nemmeno perché improvvisamente fossi cosi spaventata, ma lo ero. Avevo percorso alcune vie, e ora mi sentivo persa come quella volta, quando avevo otto anni, e mi ero allontanata troppo da mia madre al centro commerciale. Il mio stomaco era chiuso in una morsa, la gola secca. Non volevo nemmeno piangere. Avrei solo voluto chiudermi a palla nel bel mezzo della strada ed aspettare che qualcuno mi trovasse e mi portasse a casa. Preferibilmente uno come Jorge. Ma l'avrebbe fatto?Ci rinunciai e non avevo nemmeno idea di dove fossi. Non riuscii nemmeno ad afferrare il telefono con le dita. Il muro contro la quale mi ero appoggiata era umido e puzzava di urina ed immondizia.
Mi allontanai da esso e mi guardai attorno. Lungo tutta la via non vidi altro che negozi chiusi, alcune luci qua e la, ma nemmeno una persona. Pensai che potesse essere un buon segno, ma basta vedere cos'era successo l'ultima volta. Un individuo inquietante aveva cercato di aggredirmi con un coltello. Non per niente questo quartiere era dieci volte più pericoloso del Queens.
Mi sforzai di muovermi lentamente verso una strada piu ampia. Evitare le strade piccole ed i vicoli bui era cio che mi aveva sempre detto mio padre. Ci provai. Giurai di averci provato, ma era tutto ciò che avevo trovato. Ero a cento metri dalla graziosa, accogliente strada, quando due figure sbucarono fuori dalle tenebre. Non le avevo nemmeno sentite arrivare. Il terrore mi paralizzò di nuovo. Feci per correre nella direzione opposta, ma non riuscii a far muovere i miei piedi questa volta. Ero capitata nel cemento fresco? Controllai. No. Ero semplicemente immobile al momento sbagliato. Una di quelle figure scure si avvicinò. Era un uomo, non molto alto, pelato.
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Il ragazzo del Bronx
RomanceIN REVISIONE. COMPLETATA. Cosa succederebbe se un ragazzo Bad Boy proveniente dal quartiere più pericoloso di New York si innamorasse di una ragazza viziata di Manhattan? Martina e Jorge, la coppia che definiscono: "Gli opposti si attraggono."