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"Dovremmo disinfettarlo. Sembra sporco." disse il ragazzo. Non riuscii a scorgere i lineamenti del suo viso. Sembrava ancora così famigliare. Non avrei potuto sfiorarlo con le dita. E se fosse un amico di Jorge?
"Si?" borbottai, appoggiandomi al muro. Il mio istinto mi diceva di non fidarmi di quel ragazzo di non fidarmi di nessuno. Ma mi aveva aiutata. Se avesse voluto farmi male, perché avrebbe dovuto salvarmi? Annuii.
"Posso portarti in ospedale, ma, a meno che tu voglia evitare tutta quella merda di attesa, io vivo ad un paio di isolati da qui." Woah, mi stava suggerendo di seguirlo? A casa sua? "Non lo so." esitai, torturando il mio labbro non appena realizzai che facesse ancor più male.
"Senti, so che non mi conosci, ma stai tremando e sanguinando. abbondantemente. Mi sentirei in colpa se ti lasciassi qui da sola." disse.

"Per di più, pensa se non fossi passato di qui." Non avevo notato le mie mani tremare prima che me lo dicesse. Mi sentii come se ci fosse appena stato un terremoto. E il sangue non era secco, perciò significava che non aveva cessato di sgorgare. Forse avrei dovuto lasciare che mi aiutasse? Non ero sicura della mia decisione, per cui non dissi niente.

Tuttavia, iniziai a camminare verso la luce. L'oscurità stava avendo un brutto effetto su di me. Il ragazzo mi seguì, posando cautamente un braccio attorno alla mia spalla. Per quanto imbarazzante potesse sembrare, mi sentii confortata. Avrei preferito l'abbraccio di qualcun altro, almeno fino a che il terrore non mi avesse abbandonato, ma quel ragazzo sconosciuto si sentì in dovere di farlo. Non appena fummo lontani dal vicolo, riuscii a vedere più
chiaramente, nonostante non ero sicura che fosse un bene.

Il lato sinistro della mia giacca era sporco di sangue, la cerniera era rotta e la mia maglia squalcita. Dei pensieri spiacevoli iniziarono ad affollarmi la mente al ricordo di quanto era successo. Avrei voluto solo togliermi quei vestiti e strofinarmi a più non posso la pelle. Se avevo pensato che il bacio di Diego potesse essere sporco, non riuscivo nemmeno a descrivere questo. Ero cosi intenta a cercare di non spaventarmi di nuovo che quasi non mi accorsi di chi avevo accanto non appena fummo su una strada più illuminata. Mi fermai all'istante. "Oddio." Sbottai quasi a comando. Ero totalmente sconcertata.

Peter si grattò la testa non appena registrò la mia reazione. "Già." mormorò. "Stavo calcolando i secondi in cui avresti impiegato per
riconoscere chi fossi." Indietreggiai. "Devo andare." dissi velocemente, ma si presentò davanti a me quando cercai di scappare. "Per favore, non avere paura. Non ti farò del male, lo giuro. So che non hai motivo per fidarti di me nonostante ti abbia appena salvato la vita." disse poco dopo. "Se avessi voluto ferirti, perche ti avrei tirata fuori da quel vicolo?" Iniziai a pensare alle varie opzioni. Forse aveva ragione. Ma avrebbe potuto portarmi a casa sua solo per uccidermi. Non sembrava un assassino però. Esistevano diversi tipi di assassini?

Iniziai a credere che il mio cervello mi stesse giocando qualche brutto tiro. Smisi di pensare a tali fesserie. Ero solo confusa ed avrei persino faticato a distinguere il colore blu dal verde se me l'avessero chiesto Peter prese un respiro profondo in seguito alle mie parole. "Senti, ho una ragazza e non ho bisogno di rapirne altre. Non sono quel tipo di persona. Non mi hai fatto niente, per cui perché dovrei farti del male?" si strinse nelle spalle. "Non ho idea di cosa ti abbia detto Jorge di me suppongo niente di positivo ma un tempo eravamo amici. Può dire quello che vuole, ma rispetto le donne più di qualsiasi altra cosa." Peter aveva la strana abitudine d'interrompersi, il che mi fece ridere. Probabilmente pensava che avessi sbattuto la testa contro il muro e che fossi io a comportarmi in modo strano. Forse era cosi.

"Aspetta, hai detto che tu e Jorge eravate amici?" scrutai la sua espressione illuminata da un lampione, cercando di capire se non stesse mentendo. O era bravo in questo, oppure mi stava dicendo la verità. Fu gratificante sapere che qualcuno si stesse comportando onestamente con me per una volta. Sebbene si trattasse di un nemico del mio cos'eravamo? ragazzo. "Si." ammise Peter imbarazzato, poi aggiunse. "Martina, inizio davvero a preoccuparmi del tuo taglio. Vieni con me e risponderò a tutte le domande che mi porrai."

Il ragazzo del BronxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora