CAPITOLO CINQUE

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È passata circa una settimana dall'aggressione e qualche giorno dall'incontro con quell'essere. Sono talmente furiosa che giuro di non rivolgergli più la parola. Ogni volta che gli sono accanto mi umilia e mi ferisce e non posso più tollerarlo. Oggi mi aspetta una serata al pub, come tutti i sabato precedenti ed ormai è diventata un' abitudine. In realtà non mi dispiace; mi diverto molto a servire i tavoli, ballando sulle note delle canzoni che le varie band locali suonano. Inoltre, dopo quella sera, pensavo che il rapporto con Christian fosse migliorato e invece e tornato ad essere il solito stronzo. Ma da lui cosa potevo aspettarmi?Purtroppo il lavoro sarebbe più semplice se non ci fossero i ragazzi che fanno commenti sul tuo fondo schiena. Mentre sono immersa nei miei pensieri, il pub si è riempito e con mia grande gioia, noto che Christian non c'è. Ogni volta che si presenta, non fa altro che dedicarmi battutacce e critiche, insieme alle quattro oche spelacchiate che puntualmente lo accerchiano. <Eli, prendi le ordinazioni al tavolo infondo per favore > mi invita gentilmente Gabriel, con la sua solita voce dolce e pacata. Se solo avesse vent'anni in meno ... perché non possono essere tutti come lui? < certo, ora vado> gli sorrido e mi avvio verso il tavolo indicato. Con mio dispiacere al tavolo sono seduti quattro ragazzi dall'aria non proprio amichevole. Uno di loro ha i capelli lunghi e neri come la pece, pieno di Piercing, l'altro ha i capelli più chiari e la giacca di pelle. Di fronte a loro ci sono altri due ragazzi più o meno dello stesso stile. Questi, al mio arrivo, si voltano nella mia direzione con un sorriso quasi da maniaci. Deglutisco e svolgo il mio lavoro, cercando di restare calma < Bene ragazzi, cosa posso portarvi? > sorrido educatamente, posizionando la mia penna sul taccuino. < a noi basti tu, dolcezza>si rivolge a me uno dei quattro. Ignoro volontariamente quel commento, altrimenti rischierei di perdere il posto e non posso permettermelo.<Mi dispiace non è disponibile> ribatto fredda, con un pizzico di sarcasmo nella voce <ora, per favore, potete dirmi cosa prendete? >< Calma Bambolina! Ci stiamo solo divertendo!> ride rumorosamente il ragazzo dai capelli neri. Sospiro furiosa e batto la penna sul quadernetto che ho in mano. I quattro, notando la mia espressione, si guardano tra di loro, poi, si rivolgono a me <allora, vorremmo quattro cocktail. Per il gusto ci affidiamo a te, bambolina>mi schiaccia l' occhiolino lo stesso ragazzo di prima. < bene, arrivano subito> e giro velocemente i tacchi, allontanandomi in fretta da quel tavolo. < Gabriel, quattro cocktail per favore> riferisco al mio capo e riprendo il giro delle ordinazioni. Intanto la musica si diffonde nella sala e canticchiare sul testo dei Coldplay, accompagnata da Andrea che mi ha appena raggiunta. < ()! Posso aiutarti?> < cosa? Stai scherzando? Questo è il mio lavoro non preoccuparti!> < lo so che è il tuo lavoro, ma non mi fido di questi ragazzi mezzi ubriachi> Questo ragazzo è un vero tesoro e per mia fortuna ho avuto modo di conoscerlo meglio. È il mio unico amico qui e non posso credere che dallo stesso padre siano nate due persone così diverse. In giro per il locale c'è anche un'altra ragazza dai capelli biondi che serve ai tavoli, ma per il troppo lavoro, non ho potuto fare la sua conoscenza e, ad essere onesti , non l' avrei notata se non fosse stato per il ragazzo accanto a me che non le toglie gli occhi di dosso.< Perché non vai a parlarle? > gli suggerisco eccitata.< Sono sicura che ti sei offerto di aiutarmi solo per vederla meglio!> < cosa? Assolutamente no! E poi voglio aiutarti>< Perché ? > sono sorpresa, pensavo gli piacesse. < Mi vergogno troppo ... >scoppio a ridere. È troppo dolce questo ragazzo e mi fa tanta tenerezza. Mette il broncio e ridacchio per il suo comportamento infantile. <scusami, non volevo. Pensaci almeno ... > lo incoraggia, rivolgendogli un sorriso dolce e rassicurante. < Va bene, ma non oggi> alzo gli occhi al cielo e continuo a lavorare, sperando di non servire più da bere a quei quattro ragazzi ; sono già al terzo drink e non oso immaginare cosa succederebbe se si ubriacassero. Rabbrividisco al pensiero e intanto mi avvicinò a Gabriel, intento a parlare con qualcuno, un ragazzo sembra. Quest'ultimo si volta verso di me con un sorriso beffardo. È Christian.

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