CAPITOLO NOVANTA

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< ti ho portato da mangiare, mi stai scomparendo davanti> una voce mi fa svegliare di soprassalto e mi rannicchio su me stessa, terrorizzata. < ti ho solo portato un panino> sbuffò l'altro con indifferenza, mentre mi getta davanti un vecchio tramezzino mangiucchiato. In un'altra occasione avrei rifiutato con una smorfia di disgusto, ma ora ho troppa fame e poca energia per fare la schizzinosa e se voglio davvero fuggire da questo posto, ho bisogno di mantenermi in forze. < bene> dice solamente, mentre io mi avvento sul panino e lo finisco in un morso. < ho parlato con il tuo ragazzo> Massimo punta il suo sguardo su di me, ma io lo rivolgo verso il basso < non lo è più> sussurro e non so cosa mi faccia più male, se questa situazione o la consapevolezza che io e Chris non torneremo mai più insieme < questi sono affari vostri, ma mi sono divertito a fargli uno scherzetto> sghignazza divertito < quale scherzetto?> mormoro con voce roca < ti dico solo che sta girando mezza città per cercarti e questo è così divertente> scoppia a ridere più forte. Mi sta cercando? Un sorriso spontaneo si impossessa del mio viso per la prima volta dopo giorni e dentro me sento riaffiorare la speranza. < non ti conviene esultare> mi stronca Massimo con sorrisetto sadico < perché vedi, tra un paio di giorni sarà inutile cercarti> spiega, mentre la mia espressione si fa sempre più confusa < e sai perché? perché tra un paio di giorni tu andrai a fare compagnia al tuo nonnetto lassù> indica il soffitto < che ne sai tu di mio nonno?> sibilo scontrosa < lui è morto combattendo contro una brutta malattia e non è necessario metterlo in ballo adesso?> ringhio inferocita < brutta malattia?> ridacchia sguaiatamente < ma chi ti ha rifilato questa ridicola spiegazione?> dice, soffocando le risate < tuo nonno, mia cara> si avvicina a me < l'ho ucciso io> confessa sottovoce. Sgrano gli occhi < non è vero ...> mormoro senza fiato < tu dici? E sai chi c'era con me?> scuoto lentamente la testa < fammi ricordare ... io, Stefano e anche due persone che conosci molto bene. Conor e Christian Becker> < tu stai mentendo!> urlo disperata, mentre mi tappo le orecchie con le mani < allora è vero che non ricordi niente. Povera illusa> sputa acido ed esce dalla stanza. Rimango sola e cerco disperatamente di fare mente locale, ma non ricordo nulla, poi però un immagine si fa vivida nella mia mente < Christian, cosa hai fatto?>

È passata un'altra giornata tra molestie e insulti vari ed è scesa nuovamente la notte. < ehi dolcezza> Stefano mi prende il viso con una mano e mi costringe a guardarlo in faccia < domani è il gran giorno> deglutisco faticosamente e inizio a tremare terrorizzata. È così che finirà? < ehi Max> richiama il suo amico < perché non lo facciamo ora? Io mi sono già stufato di questa ragazzina> comincio ad agitarmi < perché mi fate questo? Io a voi non ho fatto niente!> grido e mi dispero < ragazzina, sai troppo e poi io e te abbiamo un conto in sospeso >< che diavolo stai dicendo?> < peccato che tu non ricordi nulla, ma credimi è stato divertente sentire la tua agitazione sotto le mie mani> < di cosa stai parlando?> alterno lo sguardo da lui a Massimo che come al solito osserva la scena impassibile < Stefano finiscila, se vuoi falla fuori> sentenzia e io mi sento precipitare nel vuoto. Stefano inizia a sghignazzare, mentre prende una pistola < che ne dici? Vuoi morire come tuo nonno o vuoi qualcosa di più ... come dire, originale?> il suo sorriso sadico aumenta. < ti prego non fallo. Hai già ottenuto la tua vendetta, no? Tua sorella sta con Christian e io non dirò nulla > mi arriva uno schiaffo in piano viso < basta, smettila. Mi stai dando fastidio> sibila inferocito. Si sbottona lentamente i pantaloni e io scuoto la testa < no ancora ti prego ...> inizio a piangere disperata e lui ghigna maligno, mentre si posiziona tra le mie gambe per l'ennesima volta. < sei pronta bambolina?> mi preparo alla mia fine. Stringo il più saldamente gli occhi e mi rassegno al mio destino, quando Massimo comincia ad urlare < Stefano rivestiti! Dobbiamo andarcene> lo intimò, lanciandogli i pantaloni < che succede?> < stanno arrivando > disse soltanto < cazzo> imprecò l'altro, togliendosi da m e infilandosi velocemente i pantaloni. < uccidila, così non ci scopriranno mai> gli ordinò. < bene, ci vediamo bambolina> è la fine, penso tra me, ma la porta si spalanca, rivelando un Christian con una pistola tra le mani < metti giù quella pistola o ti ammazzo> sibila minaccioso e il viso di Stefano divenne terrorizzato. Lo sguardo di Christian si pone su di me. Stringe saldamente l'arma e cerca di mantenere la calma, ma preme il grilletto e colpisce Stefano ad una spalla < figlio di puttana> impreca dolorante e nel frattempo Massimo si guarda intorno alla ricerca di una soluzione <tu!> Christian si rivolge a Massimo < devi pagare per ciò che hai fatto> e spara alla gamba. Poi tutto ciò che venne dopo mi sembra quasi surreale. Christian si precipita da me e mi prende tra le sue braccia, mentre tutto mi ritorna in mente. Quella notte ... adesso mi ricordo tutto. Quei due ladri, le loro mani su di me, i loro commenti. Poi quel ragazzino che mi ha salvato la vita, prendendomi tra le sue braccia. Osservo il volto di Christian < sei tu ...> riesco a dire prima di svenire, al sicuro contro il suo petto.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora