CAPITOLO NOVANTATRE

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Sbatto la porta alle mie spalle e mi rannicchio sul letto, con la testa nascosta tra le braccia, poggiate sulle ginocchia. Le mie palpebre si fanno pesanti mentre fuori cala la sera.

Dei piccoli colpi alla porta mi risvegliano dal mio sonnellino e sbadiglio. < Chris va via> dico con voce roca, mentre mi stropiccio gli occhi con le mani. la porta si apre leggermente e sbuca la testa di Giorgio che sorride < ehi principessa, hai dormito bene?> alzo gli occhi al cielo < sì, grazie e non chiamarmi principessa. Sai che non mi piace> gli ripeto per l'ennesima volta < posso entrare?> chiede cauto. Mi prendo qualche istante per rispondere, ma poi annuisco < certo, vieni> Entra nella camera e chiude la porte alle spalle, poi si avvicina al letto. Mi scosto per fargli spazio e si siede accanto a me < allora ...> si china su di me < principessa, come stai?> mi strizza un occhio e io scoppio a ridere dopo giorni passati a piangere o a pregare. < oh mio Dio, Giorgio> ridacchio < sto bene> Seguono dei minuti di silenzio < sei venuto per Chris?> chiedo a bassa voce, con il senso di colpa nella voce. Ammetto di essere stata dura, infondo vuole aiutarmi, ma non può decidere per me, non lo permetto a nessuno e lui non è un eccezione. < non sono venuto qui per difenderlo> mi sorprende e saetto lo sguardo su di lui < davvero?> annuisce < ha esagerato, ma noi non sappiamo bene come comportarci, abbiamo paura di dire la cosa sbagliata e di ferirti e per Christian è molto difficile ...> sospiro pesantemente < io non voglio essere un peso per voi ...> <cosa?> mi interrompe < Elisa non pensarlo neanche per scherzo! Noi siamo preoccupati per te! È successa una cosa ignobile e disgustosa ad una nostra amica, ad una nostra sorella e vogliamo che tu ti rimetta il prima possibile. Perciò non ti chiedo di rimetterti con Christian o roba simile, ma perdonalo ...> mormora con voce rotta e Giorgio si trattiene a stento < oh Giorgio, ma non è colpa sua ...> < lo so! Credimi lo sanno tutti tranne lui. Rassicuralo perché si sente una merda ...> < non voglio sembrare egoista, ma non dovrei essere io a consolare la gente in questo momento ...> < potete consolarvi a vicenda però> mi prende le mani < pensaci almeno> fisso la sua espressione comprensiva e fraterna e annuisco < ci penserò, ma adesso sono molto stanca ...> lo congedo educatamente < okay, ho capito. È un modo carino per dirmi di levarmi di mezzo> ammicca e io scoppio a ridere < messaggio ricevuto> si avvia alla porta e mentre esce,si volta verso di me < Eli, mi sei mancata> dice, poi si richiude la porta alle spalle.

Mi rigiro nervosamente nel letto, non riuscendo a prendere sonno. Le parole di Giorgio mi frullano nella mente. Ha ragione, sono stata troppo dura con Chris e questo non è il momento adatto per rinfacciargli ciò che è successo. Mentre mi agito freneticamente, sento la porta della stanza cigolare. Mi immobilizzo impaurita e sprofondo nelle coperte. Sento la porta richiudersi e sospiro sollevata. Poi però la sedia stride sul pavimento e qualcuno borbotta sottovoce. Si ferma accanto al mio lento e inizio a tremare terrorizzata, fino a quando alcuni singhiozzi fanno placare la mia agitazione < so che probabilmente è una cazzata ...> riconosco quella voce profonda e mi si stringe il cuore a sentirlo così ... fragile. È sempre stato la mia roccia e io sono sempre stata la piagnucolona, ma è giunto il momento di mettere da parte la rabbia e di tranquillizzarlo < ma volevo dirtelo comunque ...> tira su col naso < quel giorno, io mi stavo per sposare e stavo per rinunciare per sempre a te e ho pregato ...> ride < per la prima volta in vita mia ho pregato affinché qualcuno mi salvasse da quella vita che non volevo. Io voglio stare con te Elisa e so che ora non mi senti ma avevo il bisogno di dirti che ti amo e che se mi permetterai di starti vicino ne usciremo vincitori insieme> io nel frattempo resto ferma con le spalle rivolte verso di lui, senza fiatare e fissando con sguardo vuoto il buio davanti a me. Mi stampa un bacio umido sulla guancia ed esce silenziosamente dalla stanza, mentre io silenziosamente e con le lacrime agli occhi mi addormento.

Il giorno dopo scendo in cucina per colazione < buongiorno > la voce di Christian mi fa sobbalzare < b- buongiorno > balbetto e lui scoppia a ridere, ma smette immediatamente < io ... scusami ...> < non preoccuparti > ridacchio e mi preparo una tazza di the < Elisa io volevo parlarti> comincia a farfugliare, ma io lo blocco con un gesto della mano < Christian voglio che tu mi ascolti ... >  ci mettiamo seduti sul divano e prendo un sorso di te dalla mia tazza fumante < Chris so che sei preoccupato per me ma devi smetterla di ...> < no! Elisa devi parlarmi! parlami maledizione!> esordisce alzando la voce < non fingere che tutta vada bene, non fingere che non sia successo niente. dimmi ciò che senti e ti prometto che ti dirò tutto quello che vuoi sapere> mi supplica con lo sguardo. chiudo gli occhi e quelle immagini sono ancora lì impresse nella mia memoria e sulla mia pelle. < d'accordo ...>

gli racconto di come mi hanno rapita e portata in quel sudicio posto , della prima violenza , della seconda. senza che me ne renda conto sto singhiozzando sul suo petto come una bambina sulla spalla del suo papà, mentre Christian mi sussurra parole di conforto all'orecchio < shhh ...> ma sento che nella sua voce c'è della rabbia, della furia e so che tra poco esploderà < Eli, ti prometto che non lo rivedrai mai più, ora ci sono io qui> continua a mormora con voce dolce e io mi abbandono tra le sue braccia.

quando mi calmo, finisco di bere il mio the, ormai freddo e lo guardo < lo so ...> gli dico all'improvviso. mi guarda confuso < cosa sai?> chiede < tu eri quel ragazzino. quella notte, Max e Stefano erano nella mia stanza e volevano farmi del male, ma tu mi hai salvato la vita > Christian rimane sorpreso dalla mia rivelazione < te lo ricordi?> annuisco < quando mi hai preso tra le tue braccia, io ho avuto un ricordo di te quando eri un ragazzino ...> sospira < e non ti ricordi nient'altro?> mi chiede piuttosto spaventato. corrugo la fronte < no, dovrei?> Sospira nuovamente e si appoggia allo schienale, passandosi una mano tra i capelli < quella notte è successa un'altra cosa ...> < cosa?> il mio sguardo luccica di curiosità, ma a giudicare dalla sua espressione non promette niente di buono < tuo nonno è stato ucciso dagli stessi che volevano ...> lascia la frase in sospeso e io mi ricordo delle parole di Max

    Massimo mi rivolge con sorrisetto sadico < perché vedi, tra un paio di giorni sarà inutilecercarti> spiega, mentre la mia espressione si fa sempre più confusa < esai perché? perché tra un paio di giorni tu andrai a fare compagnia al tuononnetto lassù> indica il soffitto < che ne sai tu di mio nonno?>sibilo scontrosa < lui è morto combattendo contro una brutta malattia e nonè necessario metterlo in ballo adesso?> ringhio inferocita < bruttamalattia?> ridacchia sguaiatamente < ma chi ti ha rifilato questaridicola spiegazione?> dice, soffocando le risate < tuo nonno, miacara> si avvicina a me < l'ho ucciso io> confessa sottovoce. Sgrano gli occhi < non è vero ...>mormoro senza fiato < tu dici? E sai chi c'era con me?> scuoto lentamentela testa < fammi ricordare ... io, Stefano e anche due persone che conoscimolto bene. Conor e Christian Becker> < tu stai mentendo!> urlodisperata, mentre mi tappo le orecchie con le mani < allora è vero che nonricordi niente. Povera illusa>

< tu !> lo indico pallida in volto < c'eri anche tu!> lo accusa < tu hai contribuito con quei mostri per uccidere mio nonno e ... me> realizzo sotto shock < Elisa io non c'entro, io volevo salvarti ... io> <esci Christian> sibilo sottovoce < Elisa perchè fai così? io non ...> < Christian ogni volta che ti guardo mi vengono in mente le loro facce, le loro mani ... e ora scopro che tu ... oh mio Dio>  mi metto le mani nei capelli. Christian mi guarda con occhi spalancati e feriti < io ...> < ti prego, vattene> dico solamente e lui obbedisce, uscendo dalla porta, senza voltarsi indietro.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora