< dove la porto signorina?> mi chiede l'autista e le sue parole mi portano alla mente il film "Titanic", uno dei preferiti di Ale. Gli indico la via e annuisce, concentrato sulla strada da percorrere < lavora da molto per la famiglia Becker?> chiedo per allentare la tensione < sì> risponde solamente. < okay> mormoro, guardandomi intorno. Credo di non stargli molto simpatica, perciò mi appoggio allo schienale e volgo lo sguardo fuori dal finestrino. Ripenso alla reazione di Christian quando ha visto Stefano nella hall. Non può trattarsi di semplice gelosia o del fatto che siamo usciti insieme mezza volta. C'è qualcosa di più profondo e il sorriso sghembo che Stefano ha rivolto al mio ragazzo ne è una conferma. Mi nasconde qualcosa,me lo sento e io devo scoprire cosa. Mi pulsa la testa. Ha ragione Christian: sono molto stanca e le recenti rivelazioni su Camilla e la sua morte non fanno che peggiorare la mia emicrania. Ho bisogno di staccare la spina e di prendermi una pausa. Mentre mi perdo tra i miei pensieri l'auto si ferma e l'autista mi apre la portiera con un sorriso formale < siamo arrivati> annuncia professionale < ehm ... grazie mille> gli sorrido e lui ricambia forzatamente.
La prima cosa che vedo non appena uscita dall' auto è l'espressione furiosa di mio fratello. < scusami sono stata impegnata> mi scuso. Sbuffa infastidito < e sentiamo sei stata con il tuo fidanzatino?> dice stizzito. Alzo gli occhi al cielo < pensavo ti piacesse> commento, mentre inserisco le chiavi nella toppa. < sì, ma sai che sei qui per studiare e non per divertirti?> mi tratta come una bambina. Lo guardo torva < Bruno io lavoro quasi tutta la settimana e studio contemporaneamente. Un po' di pausa da questa merda me la merito anch'io non credi?> sputo, singhiozzando. Mi osserva attonito < io non volevo offend ...> < no. Ora mi ascolti> lo blocco < ho appena scoperto che la mia migliore amica è stata uccisa in modo atroce. Sono andata dal mio ragazzo e ho dovuto sopportare la sua gelosia e ora vengo qui e mi fai la predica? Risparmia il fiato, ne ho avuto abbastanza di tutta la merda che c'è in giro> sibilo e salgo al piano di sopra, chiudendomi nella mia stanza, sotto lo sguardo sconvolto di mio fratello.
Sono rinchiusa qui da ora, tra queste quattro mura, ripensando a ciò che è successo oggi.
Dopo la nascita della bambina iniziarono a litigare pesantemente fino a quando ...> la sua voce si affievolisce. Spalanco gli occhi < non dirmi che?> sussurro < non dirmi che mi stai dicendo ciò che penso?> urla con le lacrime che scendono. Annuisce < mi dispiace Elisa. Durante una lite lui l'ha picchiata talmente forte che ... > non finisce la frase e io capisco immediatamente cosa sta cercando di dirmi < l'ha uccisa?>
< Camilla ... > sussurro tra i singhiozzi, mentre stringo nel mio pugno la nostra fotografia. <Elisa, stai bene?> Bruno bussa alla porta e mi rannicchio in posizione fetale. Mi dispiace essermela presa con lui, ma sono sotto stress e la sua predica non mi ha affatto aiutata. < sì> rispondo flebilmente. <sicura?> mi schiarisco la voce < sì> ripeto più sicura . Non sento più nessun colpo e io abbraccio il cuscino, addormentandomi.
Mi sveglio di soprassalto a causa di un incubo e mi siedo sul letto per riprendere fiato. Il cellulare squilla e il nome di Christian compare sullo schermo. Guardo l'orario e sgrano gli occhi < è tardissimo!> prendo il cellulare e leggo il messaggio. Bene sarà qui tra un'ora! Scendo dal letto e mi precipito in bagno per una lunga doccia rigenerante, poi scelgo il vestito e le scarpe alte. Mi vesto in tutta fretta e scendo al piano di sotto dove trovo mio fratello sdraiato sul divano. Si volta verso di me e inarca un sopracciglio < esci?> mi chiede, sbadigliando < no, in camera mia c'è stata una festa e volevo prendere una boccata d'aria> rispondo sarcastica. Scoppia a ridere < sono contento che il tuo sarcasmo sia tornato> mi sorride. Seguono alcuni minuti di imbarazzante silenzio < io ... > diciamo all' unisono e scoppiamo a ridere < prima tu> dice Bruno e io mi accomodo accanto a lui < mi dispiace per il mio sfogo. È stata una giornata pesante> ammetto, massaggiandomi la tempia. < io sono stato un'idiota, non ho scusanti> mi guarda accigliato < esci con Chris? ecco perché sei così bella?> arrossisco e lui ride < okay> alza le mani. Sospira < sei andata da quella donna, vero? Ti ha turbata ciò che ha detto?> esito per un momento poi annuisco <sì, sono andata da quella donna e ciò che ho scoperto è andato aldilà dei miei pensieri> riassumo brevemente il mio incontro con Isabella e la sua espressione è sempre più disgustata < è stata uccisa?> il tono è incredulo. Annuisco < capisco perché sei tanto sconvolta. Cosa farai con la bambina?> < non lo so, ma per ora voglio solo non pensare a niente. Sarò egoista ma ... > < no. Non lo sei Elisa. Non lo pensare neanche per scherzo> mi ammonisce severo, poi si addolcisce < lo dirai a Chris?> scuoto la testa <Chris ha già troppi pensieri>e mio fratello annuisce comprensivo.
POV CHRISTIAN
Devo incontrare Elisa tra circa un'ora. Ripenso alla mattinata appena trascorsa e non posso fare a meno di immaginare la faccia di Stefano, mentre prendo a pugni il sacco da box. Giuliano, il mio autista nonché mio allenatore, mi osserva tirare dei ganci e dei calci all' enorme sacco davanti a me sorridendo sotto i baffi. < chi vuoi ammazzare?> mi chiede, mentre si accarezza il mento con aria pensierosa. Interrompo i miei movimenti e lo fisso < cosa?> corrugo la fronte < sei qui in piedi da un'ora prendendo a pugni quel povero sacco. Le soluzioni sono due: o hai preso degli steroidi o sei incazzato con qualcuno> si avvicina e mi guarda pensieroso < allora?> insiste e inarca un sopracciglio < c'entra la ragazza di stamattina?> sussulto <Elisa non c'entra> sospiro < o almeno non direttamente> riprendo a sferrare pugni al sacco. < non direttamente? Che diavolo significa?> ride e io lo guardo truce. Alza le mani < cavolo, la questione è seria> sghignazza <sai ti preferisco quando mi fai da autista. Almeno posso ordinarti di chiudere il becco> lo provoco, ma il suo sorriso si allarga. < comunque molto carina la ragazza. Elisa, giusto?> annuisco e sul mio volto compare un sorriso al ricordo del suo ingresso e del suo bacio teatrale. < ti piace?> mi chiede serio < la amo, Giuliano> gli confesso e lui scuote la testa < le donne. Vorresti allontanarle ma non puoi vivere senza loro> Mi tolgo i guanti e bevo un sorso d'acqua. < dunque con chi vuoi fare a pugni?> insiste. < non voglio parlarne> mi poggia una mano sulla spalla <Christian per me sei come un figlio, lo sai. Se c'è qualcosa che ti turba non esitare> si allontana in direzione degli spogliatoi e io lo seguo con lo sguardo. Nessuno può aiutarmi purtroppo. Quello che sta accadendo in questi giorni, il mio passato che bussa alle porte del presente, Stefano, Marta ... è tutta colpa mia ed Elisa ne sta subendo le conseguenze. Ho visto la stanchezza nel suo viso, il sorriso tirato. Questi giorni mi sono rinchiuso in ufficio ha rileggere quei rapporti che Stefano ha buttato sulla mia scrivania. Stefano. Solo al pronunciare quel nome mi invade un senso di nausea. Mi sta provocando e ci sta riuscendo. Devo stare attento o Elisa ne pagherà le conseguenze. Mi avvio verso gli spogliatoi, prendo dei vestiti puliti e mi infilo nella doccia. L'acqua calda mi rilassa i muscoli e sospiro profondamente. Voglio lasciare qui le preoccupazioni e godermi la serata con la ragazza che amo.
STAI LEGGENDO
Il destino ci ha fatto rincontrare
RomanceChris ed Elisa, due ragazzi con vite apparentemente diverse, si incontrano quando la ragazza decide di trasferirsi lontana da casa, a causa di alcune vicende accadute e che la ritrovano come protagonista. Tra i due scoppia subito una forte antipati...