CAPITOLO TRENTATRE

146 7 2
                                    

Il weekend è trascorso fin troppo in fretta e ora, alle nove e trenta, mi affretto a raggiungere l'ufficio. < Signorina Beltrani, buongiorno> mi saluta il professor Geloni < mi chiami Elisa, professore> < Allora, chiamami Massimo, non mi piacciono molto questi formalismi > annuisco e ci dirigiamo nel suo ufficio che si trova proprio accanto al mio. < per oggi, voglio che lei mi revisioni questi saggi, non so, non mi convincono> mi porge dei fogli e do loro una breve occhiata preoccupata. Sono tantissimi. < quanto tempo ho a disposizione?> chiedo timorosa di ricevere una risposta < entro il termine del tuo turno, li voglio revisionati qui> indica la sua scrivania. Sgrano gli occhi di fronte a quella richiesta non ce la farò mai! < ce la farà, mi creda> mi congeda e mi precipito nel mio ufficio, immergendomi nel mio lavoro.

Alle cinque del pomeriggio, revisiono l'ultimo saggio e sono pronta per la consegna. È stato piuttosto faticoso ma posso essere soddisfatta del risultato. Raccolgo il materiale e busso all'ufficio del mio responsabile. Nessuna risposta, così entro e li lascio sulla scrivania ed esco dall'edificio. Il mio cellulare squilla, lo sfilo dalla tasca < pronto?> rispondo sovrappensiero < Eli, ma che fai non mi riconosci più?> una voce squillante mi risveglia dai miei pensieri < Ale! È così bello sentirti!> < indovina chi c'è con me?> sento in sottofondo una voce familiari e quasi non mi commuovo < Claudia, sei tu? Non ci credo!> scoppio a ridere < Alla fine mi ha costretto a raggiungerla> dice con fare contrariato. Sghignazzo immaginando la scena < Ale mi ha detto dello stage! Sono felice per te, te lo meriti> < anch'io sono molto felice. A voi come va?> < bene. Io ho trovato un signore, ex fumettista, il quale mi sta aiutando con alcune tecniche di disegno> < ma è fantastico> sorrido < sì, lo è, mi sta insegnando un sacco di roba strafiga ...> < dammi il cellulare!> Ale si intromette nella conversazione e iniziano a discutere, così chiudo la telefonata e aspetto alla fermata dell'autobus.

< vuoi un passaggio?> mi volto e vedo Chris che mi sorride. Sorrido anch'io < che ci fai qui?> chiedo < passavo da queste parti. Come mai sei da sola?> <sono appena uscita dall'ufficio e aspetto l'autobus > < vieni, ti accompagno io> < grazie>.

< come va con lo stage?> mi chiede, mentre percorriamo le vie di Lugano < è favoloso, anche se ho un sacco di lavoro da fare> spiego con aria sfinita < mi spiace> < no, a me piace> gli sorrido < come hai detto che si chiama il professore che segui?> mi domanda, distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada < il professor Massimo Geloni. È uno in gamba> ritorna a prestare attenzione alla strada e non dice più una parola, immerso nei suoi pensieri.

< eccoci qua> mi informa < grazie per il passaggio> < figurati. A proposito grazie per quello che hai fatto per Andrea l'altro giorno. Era davvero disperato> non capisco subito le sue parole, ma poi mi viene in mente la lite tra lui e Sophia sabato <oh, mi fa piacere che si sia sistemata l'intera faccenda> sorrido < ora vado> salgo le scale e mi chiudo in bagno, per una doccia calda rilassante

POV CHRISTIAN

Mentre torno a casa,continuo a ripensare a quel nome: Massimo Geloni. Mi sembra così fottutamente familiare e non perché è il fondatore del giornale più famoso dell'intera Svizzera, ma c'è dell'altro; non riesco a scacciare questo pensiero dalla mente.

Vado in camera e accendo il portatile. Devo saperne di più. Digito nel motore di ricerca : MASSIMO GELONI e mi appaiono davanti agli occhi milioni e milioni di pagine virtuali con altrettante immagini. Queste informazioni sono di dominio pubblico, devo andare più a fondo. Chiamo mio padre < ehi Christian, figliolo> < ciao papà, ho bisogno di alcune informazioni su Massimo Geloni> dico < chi? L'amministratore delegato di Svizzera 24? > < esattamente> < cosa ti serve esattamente?> < voglio sapere tutto sul suo passato, anche i dettagli più superflui>< posso chiederti come mai tutto questo interesse? Non ti sei mai interessato a quel settore> osserva mio padre < te ne parlerò> prometto.< bene. Appena avrò finito di raccogliere informazioni ti manderò un e-mail> < okay, grazie > chiudo la chiamata e mi faccio una doccia per ingannare l'attesa. Un quarto d'ora dopo esco dal bagno e controllo le e-mail, ma la casella postale mi segnala solamente l'arrivo di inutili pubblicità, svuoto il cestino e decido di prepararmi la cena. Mentre richiudo la porta della camera, sento un bip dal computer che mi segnala l'arrivo di una mail. Mi avvicino al computer e la leggo. È mio padre. Do un'occhiata al contenuto e ciò che leggo mi fa sgranare gli occhi. <Non è possibile ... >

POV ELISA

Sono ancora perplessa per la strana reazione di Christian quando ha saputo il nome del professore che mi ha offerto lo stage. A cosa stava pensando? Christian è come un mistero indecifrabile, dannatamente bello e complicato. Sospiro pensierosa e accendo la radio, sintonizzandomi su una delle mie stazioni radio preferita. Stanno trasmettendo notizie sul traffico, così approfitto per farmi una doccia. il cellulare ronza sul lavandino e mi affretto a rispondere <Eli, come stai?> la voce di mio padre mi fa rilassare all' istante < papi, ciao. Sto benone, tu?> < abbastanza bene. Come va lo stage?> sono confusa < come fai a saperlo?> < la notizia si è sparsa su internet. Perché non ce l'hai detto?> <io ... non lo so. Non volevo e basta> ribatto secca. < tua madre mi ha detto che ti ha chiamata ...> gira intorno all' argomento. Dove vuole arrivare? < papà, cosa devi dirmi?> chiedo senza mezzi termini < niente. Siamo orgogliosi di te> dalla sua voce traspare commozione. < grazie papà> < bene. Ora devo andare. Ci sentiamo presto. Un bacio> < ciao> riaggancio ed esco dal bagno affamata con indosso solo un asciugamano. Uno degli aspetti positivi di vivere da soli. La cena viene interrotta da un insistente bussare alla porta. < Christian che cavolo ti prende?> sbotto infastidita < non puoi continuare lo stage. Dai le dimissioni. Immediatamente> mi ordina gelido < cosa? Tu sei tutto matto> gli volto e spalle e lui entra come una furia < per una volta puoi ascoltarmi?> < Christian, non puoi entrare qui e darmi ordini, peraltro senza darmi una fottuta spiegazione. E poi questo stage è importante per me!> < posso procurartene io uno, conosco un sacco di gente influente> sono a bocca aperta < tu non capisci> ribatto con tono quasi offeso < cosa non capisco? Uno stage vale l'altro> < non è così! Questo stage me lo sono guadagnato spaccandomi il culo sui libri e non lo cambierei mai per un altro  finanziato da te!> sputo acida. Sospira frustato < sei tu che non capisci> mormora < se tu non mi spieghi cosa succede, io non capirò mai> <quell' uomo è pericoloso> dice solamente < cosa?> <sì. Perciò non puoi lavorare con lui> < Christian, hai bisogno di riposare, lavori troppo ... > < ascoltami maledizione!> tuona < tu non puoi venire qui e dirmi cosa fare! non ho permesso ai miei genitori di farlo e starne certo non lo permetterò a te. Ora, fuori da casa mia> gli indico la porta, ma non mi ascolta, anzi rimane immobile < quell' uomo ha dei precedenti ... > < e tu come lo sai?> lo interrompo furiosa < hai fatto delle ricerche su di lui?> realizzo scioccata. Lui tace e conferma i miei sospetti < Christian, fuori di qui> < senti, posso spiegare > alza le mani, come per calmarmi < no, Christian. Non voglio spiegazioni. Voglio che tu sparisca dalla mia vista. Ora!> apro la porta e lui esce, mentre io gli sbatto la porta in faccia. Come diavolo si è permesso? Faccio dei respiri profondi per calmarmi e se quello che dice fosse vero? Se quell' uomo è davvero pericoloso? Infondo non so niente di lui, però finché lavoro per suo conto, non potrà succedermi nulla,altrimenti scoppierebbe uno scandalo. La testa mi scoppia e ci sono tanti interrogativi perché Christian ha avuto il bisogno di fare ricerche sul professor Geloni? Forse lo conosce o ha avuto a che fare con lui in passato, magari per affari. Con questi pensieri mi metto a letto e poco dopo dormo profondamente.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora