CAPITOLO CINQUANTOTTO

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Esco dalla doccia e mi vesto, poi saluto Giuliano e mi metto in viaggio verso casa di Elisa. Le mando un messaggio per avvisarla che sono arrivato e aspetto in auto in attesa. Dopo circa cinque minuti una figura in lontananza  viene verso di me. Convinto che sia Elisa, scendo dall' auto e lentamente mi avvicino, ma man mano che i miei passi riducono la distanza che ci divide, noto una sagoma piuttosto possente. Mi fermo nei miei passi, strizzando gli occhi. La luce di un lampione illumina la sagoma e il volto di Bruno mi tranquillizza all' istante. < Bruno, ciao> saluto cautamente il ragazzo < Chris> corrugo la fronte < dov' è Elisa?> chiedo preoccupato < sta prendendo le sue cose, arriva> si guarda intorno e si sporge verso di me. Seguo i suoi movimenti confuso < Chris, promettimi che avrai cura di lei quando domani tornerò a Milano> mi supplica con lo sguardo. Senza esitare annuisco < certo. Puoi contarci> mi da' una pacca sulla spalla, sul voto si è ristabilita un'aria più leggera, quasi sollevata. < dove porti mia sorella?> la domanda mi lascia spiazzato < oh ... sorpresa> rispondo solamente < falla soffrire e ti spezzo le gambe> mi manaccia scherzosamente, o almeno spero. < Bruno smettila!> Elisa compare alle nostre spalle e io sono senza fiato. indossa un vestito casual grigio lungo fino a metà coscia, stivali alti e cappottino nero. I suoi lunghi capelli ricci sono coperti parzialmente da un basco dello stesso colore. <andiamo?> si rivolge a me la ragazza. Ancora imbambolato annuisco. < questo è un modo di dire al tuo caro fratellino che si deve levare di torno?> < esatto. Non aspettarmi sveglio> ribatte la ragazza e mi trascina via. < sei molto brusca con lui> commento < se la caverà> si stringe nelle spalle. < ehi> la fermo e l'attiro a me < buonasera> la stringo a me e la bacio, godendomi il tocco delle sue labbra calde sulle mie. Sorride stordita < siamo felici, vedo> ride e io la seguo < di vedere te? Sempre>

< dove mi porti?> mi chiede impaziente come sempre < vedrai> sbuffa, ma poi sorride. < pensavo di portarti in un posto dove puoi sentirti a casa> riprendo, prestando attenzione alla strada. < dove?> Parcheggio l'auto e lei scenda senza darmi il tempo di aprirle la portiera. < un ristorante italiano?> osserva, rivolgendomi un'occhiata interrogativa. < io ... pensavo fosse una buona idea> dico disorientato < grazie> sorride. La prendo per mano ed entriamo.

Scendiamo dall'auto e l' aria fresca di marzo mi fa rabbrividire. < hai freddo?> chiedo premuroso. Scuote la testa e ci addentriamo nel ristorante. All'esterno sembra una normalissimo ristorante con l'insegna tricolore della bandiera italiana. Elisa l'osserva divertita < ti piace?> mi fermo al suo fianco e fisso davanti a me < io direi di dare un' occhiata all'interno> le apro la porta e la lascio passare, da perfetto gentiluomo, e io mi ringrazio con un sorriso. Rimango stupito da ciò che vedo e alquanto divertito. Piccole bandierine italiane circondano il perimetro della sala, le pareti ospitano alcune foto dei presidenti della Repubblica italiana e la nazionale di calcio. Mi viene da ridere ma mi trattengo < Però,molto patriottico> commenta divertita < direi proprio di si> rimango sconcertato e anche un po' deluso < spero almeno che il cibo sia patriottico quanto le decorazioni> dico < non importa. Apprezzo molto che mi abbia portata qui. > mi guarda e lui arrossisco per la prima volta in vita mia. Tossisco a disagio e lei ridacchia < vieni con me> la prendo per mano e la trascino da un uomo alto, con i baffi grigi e i capelli brizzolati. < signor Becker, che onore averla qui> esclama quest'ultimo. Certo che l'uomo con i baffi e gli arredamenti sembrano il trionfo degli stereotipi italiani. L accento dell'uomo mi fa sorridere < è napoletano> costata Elisa sottovoce, nel chiaro tentativo di non farsi sentire. < conosci Napoli?> l'uomo le rivolge un'enorme sorriso e arrossisce imbarazzata < io sono italiana. Conosco i dialetti> il suo sorriso di allarga. < bene, bene.> la studia sottecchi < venite, vi accompagno al tavolo.>

<sai, mi sono sempre chiesta come vi siete conosciuti tu e Giorgio> osserva pensierosa, mentre gusto degli ottimi tortellini alla bolognese. Nonostante la stravaganza, questo posto fa degli ottimi piatti. Sembra di essere davvero in Italia. Ingoio il boccone < pensavo che il tuo migliore amico te l'avesse raccontato> rido < in realtà, ha detto che me l'avresti raccontato tu> risponde, pulendosi la bocca con un tovagliolo. < ci siamo incontrati agli incontri per alcolisti> rivelo sovrappensiero. < Giorgio aveva problemi con l'alcol?> domanda confusa.< sì, ma la sua situazione era completamente diversa dalla mia. Io avevo circa 17 anni e lui 19. Era appena stato scaricato dalla sua ragazza. L'amava davvero tanto> < oh> la sua bocca forma un arco perfetto < mi dispiace, capisco perché ...> < si comporta così con le ragazze? Già> la interrompo e mi fissa < anche tu hai avuto qualche delusione amorosa?> mi chiede con un sopracciglio alzato. Bevo un sorso di vino < posso dire che le ragazze cadevano sempre ai miei piedi e poi non mi sono mai innamorato> le confesso, lasciandola a bocca aperta <mai?> sussurra con un filo di voce. Scuoto la testa < pensavo che il suo motivo rispetto al mio fosse così ... banale> gesticolo < però adesso lo capisco> osservo la ragazza di fronte a me e abbasso lo sguardo sul mio piatto < se un giorno dovessi decidere di lasciarmi,probabilmente anch'io mi comporterei in quel modo> confesso serio. < non succederà Chris> Elisa prende una mano e la stringe nella sua, e guardandomi con i suoi occhioni neri <come puoi dirlo?> mi sorride < perché non credo che riuscirei a stare molto tempo senza di te.> la sua risposta è sicura e questo mi fa sperare che nonostante tutto forse anch'io potrò essere felice.

POV ELISA

< il prossimo mese dovrò andare in America per lavoro> mi annuncia Christian mentre camminiamo per le vie del centro storico. Dopo aver cenato abbiamo deciso di passeggiare al chiaro di luna. <cosa?> annuisce < dobbiamo presentare il nostro prodotto ad alcune società americane> mi spiega. I suoi occhi sotto la luce dei lampioni sembrano più verdi e per qualche istante mi perdo nella loro bellezza < per quanto tempo starai via?> gli chiedo non riuscendo a nascondere la mia tristezza < per due settimane> mi rassicura < e poi potresti venire con me> suggerisce lanciandomi una breve occhiata fugace. Per quanto l'idea mi alletti, non posso lasciare il lavoro e lo studio per tanto tempo < mi dispiace, ma non posso proprio> sul suo volto si fa largo un'espressione delusa < mi dispiace ma mi piacerebbe visitare l'America con te un giorno> mi sorride < certo. Un giorno ci andremo insieme> mi prende tra le sue braccia e avvicina il suo viso al mio < sigilliamo questa promessa con un bacio. Che ne dici?> sulle mie labbra si apre un sorriso e annullo la distanza, attirandolo a me.

 < sicura che tuo fratello non mi ammazzerà se dormi qui stanotte?> dice Christian, mentre si sfila i pantaloni e indossa il pigiama. Io osserva i suoi movimenti < penso di no. E poi non mi interessa> rispondo distrattamente continuando a fantasticare sul suo corpo. Il suo petto scolpito, le sue spalla possenti e le sue forti braccia. Provo una fitta di gelosia al pensiero che molte ragazze prima di me abbiano potuto ammirare Chris in questo stato. Lui fa questo effetto: ti ammalia e ti fa cadere nella sua trappola e io ci sono caduta in pieno. Avrà avuto una decina di ragazze ai suoi piedi e lui non si è innamorato di nessuna. Perché proprio di me? < mi stai ascoltando?> la voce di Chris mi distrae dai miei pensieri poco casti e dai miei piani d'omicidio verso quelle ragazze. < cosa?> il mio sguardo vaga sul suo corpo senza il minimo ritegno e sento in lontananza una sonora risata < ti piace ciò che vedi?> < non puoi immaginare quanto> penso tra me, ma quando mi accorgo che Chris scoppia a ridere, mi accorgo che ho espresso i miei pensieri ad alta voce. Mi copro la bocca con le mani e arrossisco violentemente < non pensavo fossi così esplicita> ride forte il ragazzo e io gli lancio un cuscino < quindi il tuo sogno erotico è quello di prendermi a sculacciate sul sedere con dei cuscini? Beh se proprio insisti ...> ammicca < Christian!> strillo imbarazzata e mi copro il volto con le mani, ridacchiando piano. Scoppia nuovamente a ridere < l'idea mi alletta parecchio per tua informazione> con un agile movimento scende dal letto e mi raggiunge sulla soglia della camera, allontanandomi le mani dal viso. < non mi interessa grazie> borbotto imbronciata. < che ne dici se togliamo questo broncio> mi sussurra soavemente all' orecchio e io rimango senza fiato. ride piano < lo prendo come un sì> si appoggia con le mani ai miei fianchi e avvicina il suo corpo al mio, poi lentamente si china su di me e mi bacia con passione. Mi aggrappo con ferocia alle sue braccia, lasciandomi trasportare completamente dal bacio. Nell' aria si diffondono i nostri sospiri e gli schiocchi dei nostri baci. Mi trascina verso il letto, io sopra di lui, poi mi prende e mi mette sotto di lui, senza staccarci. La sua figura incombe su di me e continua a esplorare la mia bocca con la sua, appoggiandosi con i gomiti ai fianchi del mio corpo. Queste sensazioni mi mandano il cervello in tilt, non sono più in grado di pensare lucidamente. Mi sfila il vestito e io rimango nudi, a eccezione dell'intimo. Mi copro il corpo con le braccia, mentre lui ammira il mio corpo seminudo < perché ti copri? Non farlo ti prego> il suo sguardo, illuminato solo dal riflesso della luna che passa dalla finestra, è ricco di venerazione e adorazione misto al desiderio di me. Tolgo malvolentieri le mani che coprono il mio corpo e tremanti le appoggia sul suo petto. < se vuoi che ci fermiamo, basta dirlo. Non dobbiamo farlo per forza> bisbiglia,mentre con una mani mi accarezza dolcemente il viso. < non voglio fermarmi> mormoro decisa sulle sue labbra e con lo sguardo fisso nei suoi. Mi osserva incredulo e mi studia il volto cercando di capire se stia scherzando o meno < sono sicura> lo rassicuro, incrocio le mani dietro il suo corpo e lo trascino verso di me, riportando le mie labbra sulle sue. Si stacca nuovamente < non sentirti obbligata io posso ...> < shh> gli poggio un dito sulle labbra umide < Chris, so che stiamo insieme da poco tempo e magari tu pensi che io sia precipitosa e forse è vero. Ma Christian io ti amo e non voglio più aspettare> sussurro e abbasso lo sguardo < anch'io non posso più aspettare> quelle parole mi sorprendo e alzo lo sguardo < se ti faccio male, mi fermi. Okay?> annuisco decisa.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora