CAPITOLO TRENTASEI

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Una signora di mezz' età ci osserva con aria di sufficienza, accompagnata da qualche espressione di disgusto, dopo che il suo sguardo di sposta su di me. Faccio così schifo? < ci scusi Signora Weiss, ci spostiamo immediatamente> il tono di Christian mi sorprende: si è rivolto a questa donna in maniera così educata e gentile che a stento riesco a nascondere il mio stupore. Quest'ultima sgrana gli occhi alla vista del mio accompagnatore< Signor Becker, mi deve scusare, non mi ero accorta che fosse lei> si scusa freneticamente la donna, la signora Weiss, mentre io sono sempre più confusa. Il nome non mi è nuovo. Chi diavolo è questa donna? < Sa, ho visto questa ... ehm ... cosa e l'ho scambiata per una delle cameriere> la sua faccia emana disgusto ed orrore nei miei confronti. Chi si crede di essere questa qui? Io sembrerei una cameriera? Ma si è vista? Sembra avvolta da carta igienica con quel suo abito bianco a strati, ricco di disegnini stampati a destra e manca. Mentre sto per risponderle a tono, Chris mi precede< No, lei è con me. È la mia ragazza>< mi sarei aspettata di meglio da un membro della famiglia Becker> afferma altezzosa. Ehi sono qui! Il mio corpo freme di rabbia. < ora dobbiamo andare. Ci stanno chiamando. Arrivederci signora Weiss> la saluta cordialmente il ragazzo,poi, mi spinge delicatamente verso le stanze superiori. Questo cognome non mi è nuovo, ma adesso non ho la lucidità sufficiente per poterci pensare. Ci intrufoliamo all' interno di una di esse. Vorrei esprimere il mio disappunto per ciò che è successo poco prima, ma Christian mi precede, ancora una volta < Non dire nulla. Sono stati inappropriati i suoi commenti. Mi dispiace, non pensavo fosse presente questa sera> < ma chi diavolo è quella donna? L'incarnazione di un pittbul? Senza offesa per i cani naturalmente> Chris ride divertito, ma ritorna subito serio < la Signora Weiss è un' amica di mia madre. Vuole che io e sua figlia, Antonella, ci sposiamo> si stringe nelle spalle, come se la questione non lo toccasse minimamente < e tu lo vuoi?>chiedo esitante < intendi sposarmi con Antonella ? assolutamente no. È carina , ma mi da' sui nervi> sono sollevata da quella rivelazione < in realtà, non volevo sentire parlare di matrimonio fino a quando ... > alza lo sguardo su di me < non importa. Non darle ascolto. Spara cazzate su tutti qui dentro> < infatti i suoi commenti ma mi hanno minimamente toccata> lo rassicuro, ma il tono della mia voce mi tradisce < non sei brava a mentire, sai?> si avvicina pericolosamente a me e porta la mia mano sulla sua bocca, baciandola delicatamente < e poi, sei bellissima. Chiunque ti veda, cadrebbe ai tuoi piedi> mi osserva quasi con venerazione e il mio viso va in fiamme. Non mi sono mai definita una brutta ragazza, ma ero sicura che esistessero milioni di ragazze migliori di me, però il modo in cui Chris mi guarda, mi fa sentire la ragazza più bella del pianeta. Cosa mi succede? Quando sono con lui, le mie difese si abbassano, sono completamente esposta. Le sue labbra hanno appena sfiorato la mia mano, eppure questo tocco emana brividi lungo il mio corpo. Come è possibile? Qualsiasi cosa significhi, devo reprimerla, perché so che non andrà a finire bene. < mi piace il fatto che ti imbarazzi per così poco> sorride il ragazzo di fronte a me a quelle parole, arrossisco violentemente, di nuovo. < ti prego, finiamola qui> bisbiglio senza fiato. < questo è solo l'inizio> mi sussurra all'orecchio, lasciandomi un bacio umido sul collo. Chiudo gli occhi, beandomi di quella sensazione e non riesco a non immaginare le sue labbra sulle mie. A quel pensiero mi stacco da lui < andiamo? Non siamo in ritardo o qualcosa del genere?> .

Voglio uscire da qui, questa stanza mi sta soffocando. Christian sembra avvertire il mio disagio, infatti mi guida fuori dalla stanza, quindi raggiungiamo la sala da pranzo, dove ci aspettano gli altri ospiti.

< voglio presentarti mio padre> Christian mi trascina verso un gruppo di uomini, vestiti in giacca e cravatta, che parlottano tra di loro. < scusatemi signori> Un uomo molto elegante ed affascinante si congeda dal gruppo e allunga una mano a Christian, il quale la stringe deciso. Noto subito la somiglianza tra i due, sono praticamente identici, anche se i meravigliosi occhi verdi, li ha ereditati dalla madre. Farfugliano tra di loro, lanciandomi qualche occhiate < tu devi essere la signorina Beltrani> l'uomo si rivolge a me, porgendomi una mano< ehm ... sì, piacere di conoscerla Signor Becker, mi chiami solo Elisa> < chiamami solo Ed, detesto le formalità> mi sorride calorosamente < bella scelta figliolo> strizza un occhio a Christian. Arrossisco e l'uomo ride. < ci vediamo al tavolo> mi prende una mano e la bacia. Ma hanno tutti questa fissa? Sorrido cordialmente, poi, con Christian, ci avviamo verso il tavolo.

La lunga tavolata è composta da me, Christian con i suoi genitori e con mia grande irritazione, la donna di poco fa e al suo fianco una ragazza di circa venticinque anni.< ma non dovevano esserci anche Andrea e Sophia?> chiedo sottovoce. Traspare speranza nella mia voce, almeno con Sophia al mio fianco la serata andrà sicuramente meglio. < Sophia si è ammalata e Andrea, da perfetto gentiluomo le sta accanto> mi sorride compassionevole. Bene! Non poteva andare peggio! < Allora Elisa, cosa studi?> Eleonora ci distrae dalla nostra conversazione segreta < studio giornalismo>le rispondo orgogliosa< interessante>si complimenta. < mamma, Elisa è italiana> interviene Christian e io vorrei sprofondare. Gli tiro una gomitata, facendo attenzione a non attirare sguardi indesiderati. Odio quando l'attenzione si concentra su di me. Christian sussulta per il dolore, ma non dice nulla< davvero? > mi domanda entusiasta la donna< sì, in particolare del Sud > le sorrido. I suoi occhi si spalancano per la sorpresa < ecco perché avevi un accento così familiare! Mio Dio!> temo che tra un po' le venga un infarto. Dopo questa breve interruzione, la cena prosegue tranquilla, grazie ad Eleonora che non smette di illustrarci quanto meravigliosa sia la sua terra d'origine.

< Christian, sai mia figlia è libera ... > la voce di quella donna è una tortura per le mie orecchie e , come se non bastasse, è seduta di fronte a me. < bene> Christian non è minimamente interessato all' argomento. < e tu invece? Vorrei proprio sapere come hai fatto ha superare gli esami di ammissioni all' università, ma soprattutto come fai a mantenerti, considerando il tuo stato sociale> si rivolge a me la cornacchia, ridendo animatamente con la figlia. < mi sono diplomata lo scorso anno con il massimo dei voti, non è stato difficile essere ammessa e poi sa, io lavoro per pagare gli studi. Aspetti ... ma lei sa cosa significa la parola " lavorare"?> sbotto sarcastica a quell' ennesima frecciatina. Non sa ancora con chi ha a che fare. Tutti ridacchiano sottovoce, compreso Christian. La povera signora Weiss è rossa di rabbia < come ti permetti, mocciosa?>la ignoro deliberatamente e continuo a gustare la pietanza nel mio piatto. Ammetto di aver esagerato, ma in mia difesa, posso dire di essere stata provocata. Purtroppo, qualche volta, seguo il mio istinto senza badare alle conseguenze. < molto bello il vestito, dove l'hai comprato? Al mercatino dell'usato?> gracchia la strega, nel chiaro tentativo di irritarmi < detto da una che indossa carta igienica, lo prendo come un complimento. Lei invece l'ha comprato al supermercato?> la sua espressione è inorridita e palesemente offesa. Christian trattiene a stento lo stupore ed il divertimento. Sono molto irritata; non si è schierato dalla mia parte per difendermi o semplicemente per farla tacere, non che io avessi bisogno del suo aiuto. < che ragazzina insolente! Insomma Christian, guardala: non è alla tua altezza ...> il rumore della mia sedia che strida sul pavimento risuona per la sala < non le permetto di mancarmi di rispetto! Chi si crede di essere? Prima di giudicare, dovrebbe conoscere chi la circonda. Sa, questo è sinonimo di intelligenza> poi mi rivolgo al resto del gruppo < Scusate>. Mi allontano dal tavolo per poter prendere un po' d'aria. Cammino per il giardino, ripensando alla discussione di poco fa. Perché nessuno le ha detto niente? Chi è davvero quella donna? Perché ce l'ha tanto con me? Non mi conosce neanche. Il centro del giardino ospita una fontana, circondata da alcune panchine. Mi siedo su una di esse, osservando il movimento dell'acqua che fuoriesce da una delle bocche dei serpenti. "ha la lingua più biforcuta di quella di un serpente!" mi ha detto e forse ha ragione. Abbasso lo sguardo sulle mie dite e giocherello con l'anellino che porto al medio.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora