CAPITOLO SESSANTA

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La serata procede in perpetua ansia e angoscia. E se avesse ragione? Se Christian mi avesse nascosto qualcosa? Mi scontro contro qualcuno e si rovescia il vassoio provocando un tonfo sordo sul pavimento < mio Dio che serata> commento distrattamente < Elisa stai bene?> Giorgio mi rivolge un sorriso consolatorio. Annuisco, ma poi mi accorgo che se c'è qualcuno che può aiutarmi, penso sia proprio Giorgio < puoi aiutarmi?> gli chiedo con la disperazione nella voce. Mi guarda serio < certo.>

Seduti ad un tavolo appartato, gli spiego tutto ciò che deve sapere. Mi ascolta paziente e con grande interesse annuendo ogni tanto per farmi continuare con il racconto. Sospira poi torna a guardarmi < dovresti parlare con Chris> suggerisce e io annuisco < e se ciò che scopro non mi piacesse?> mormoro timorosa < è un rischio che devi correre. Fallo per te stessa e per voi. Per il vostro futuro> sospiro decisa < hai ragione. Parlerò con Christian.>

All' orario di chiusura Christian mi viene a prendere. < piccola, andiamo> mi stringe una mano nella sua, ma mi ritraggo. Mi guarda confuso < devo ... ehm prendere una cosa che ho dimenticato nel retro> annuisce poco convinto e mi lascia andare. Mi precipito fuori a prendere una boccata d'aria. So che sembro una vigliacca, ma non voglio che tutto si rovini a causa della mia gelosia e della mia mancanza di fiducia nei suoi confronti, non ora che tutto andava ... bene. Prendo un respiro profondo e raggiungo gli altri all' interno.

< Chris,lo sa> la voce di Giorgio mi blocca sui miei passi e mi fermo ad ascoltare < come è possibile?> nella voce di Chris si avverte una nota di allarme e agitazione < Stefano> l'unico nome che fuoriesce dalla bocca di Giorgio e mi lascio cadere dalle mani la borsa, che attira l'attenzione degli altri a causa del tonfo sul pavimento < accidenti, oggi sono proprio sbadata> ridacchio nervoso per paura di essere stata scoperta ad origliare. Cosa so? Perché Christian sembra così agitato? Si lanciano occhiate perplesse, ma fanno finta di nulla. Sospiro pesantemente e mi avvicino a Chris, il quale si passa più volte le mani tra i capelli. È agitato lo so. Ma perché? Per stasera decido di non toccare l'argomento, ma scoprirò cosa mi sta nascondendo.

Il lunedì tutto sembra tornato alla normalità. Io e Christian ci siamo presi un giorno libero dal lavoro e abbiamo deciso di trascorrerlo insieme a casa sua. < Chris, esco un attimo. Torno subito> Chris si volta verso di me e mi stampa un bacio sulle labbra < okay, io devo controllare la segreteria.>

Esco in direzione del supermercato. gironzolo tra i vari scaffali alla ricerca di qualcosa di veloce da preparare e devo dire che ho l'imbarazzo della scelta. In Italia tutto, o quasi, è preparato in casa, dal pane alla pasta, almeno dove sono cresciuta; é una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. dopo aver girato per circa mezz'ora per il supermercato, mi ritrovo con il carrello pieno e pesante. Lo spingo faticosamente verso la cassa immersa nei pensieri < posso aiutarti?> mi volto spaventata e mi poggio una mano sul petto. stefano mi fissa divertito < no grazie, posso farcela da sola> rispondo distrattamente e continuo a spingere. < perché scappi da me?> Maledizione! < no, solo che ... ehm ... vado di fretta> mento senza voltarmi. Scoppia a ridere, come se mi prendesse in giro < non sai mentire> e io inizio ad irrigidirmi < vai dal tuo amato?> chiede sarcastico, sputando l'ultima parola quasi con disprezzo. alzo gli occhi al cielo e mi volto < Stefano, sono stata chiara sabato ...> lo fisso spazientita < non voglio vederti nè parlarti. Lasciami in pace!> < lo prenderò come un sì> si stringe nelle spalle, ignorando la mia richiesta. Sbuffo spazientita e mi volto nuovamente verso l'uscita, ma la sua voce mi ferma < deduco che tu non gli abbia chiesto nulla ...> costata ironico < oppure che lui non ti abbia detto niente> l'agitazione che avevo momentaneamente abbandonato, si fa largo nel mio petto < ho già detto che non mi interessa. Il suo passato non c'entra con me> cerco di rimanere calma, tuttavia il suo sorrisetto mi mette ansia e in questo momento ho solo voglia di scappare lontano da questo pazzo. cosa diavolo vuole da me? perché intromettermi nelle loro questioni? < il tuo minuscolo cervellino è sempre in movimento. è come se sentissi i tuoi pensieri da qui> sogghigna. Lo ignoro, pago la mia spesa ed esco in fretta da questo maledetto supermercato. Stefano mi segue come un falco e inizio a spaventarmi sul serio < COSA DIAVOLO VUOI DA ME?!> urlo con tutto il fiato e la frustrazione che ho nel corpo. il suo ghigno si allarga < io?> mi fissa < io voglio te> scuoto la testa < tu sei solo un pazzo> faccio una smorfia disgustata < dopo che avrai scoperto la verità, non ti farò più tanto schifo> detto questo, scompare dalla mia visuale e tiro un sospiro di sollievo.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora