CAPITOLO QUATTRO

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La biblioteca di questa città è enorme ed è praticamente il sogno di qualsiasi lettore essere rinchiusi per ore immersi nelle letture più svariate: dalla storia alla geografia, dalla fantascienza all'horror. Sono venuta qui per cercare qualche libro con cui approfondire l'esame che avrò tra qualche settimana e devo ammettere che c'è l'imbarazzo della scelta. Dopo circa un paio d'ore riesco finalmente a trovare qualche testo sulla STORIA DEL GIORNALISMO MONDIALE e mi dirigo dalla segretaria per farli registrare al computer. È composto circa da 8 volumi e sarà una vera impresa trasportarli fino a casa. La segretaria sposta lo sguardo da me ai libri appoggiati sulla scrivania con aria scettica < qualcosa non va?> riesco a dire < oh no! Solo che sono dei libri piuttosto pesanti per una ragazza della tua età> la sua espressione si è addolcita. È una donna di mezz'età,paffuta e con le guance rosee con due grandi occhi color nocciola. Emana una forte sicurezza e tenerezza. < non sarà un problema per me. Mi servono per un esame> la donna è intenta a trascrivere i codici sul computer e mi chiede i documenti d'identità. Glieli porgo.< ecco a lei e buona lettura!> la signora paffuta mi rivolge un caloroso sorriso. < grazie signora ...> la sua targhetta di plastica porta un nome in grassetto: ROSA WEISS. < Signora Weiss> < oh ti prego chiamami Rosa. Sono sicura che ci incontreremo spesso qui, perciò meglio non badare a queste formalità> prendo gli 8 volumi e li metto nello zaino < ce la fai a portarli tutti?> mi chiede la donna < sì, penso di sì> la saluto cordialmente e mi precipito fuori per prendere una boccata d'aria. < lì dentro si soffoca> Sulla strada verso casa, mi imbatto in un gruppetto di ragazzi, vestiti di tutto punto, da capo a piedi, con abiti firmati e dall'aspetto, direi anche piuttosto costosi. Velocizzo il passo, ma uno di quei ragazzi si accorge della mia presenza e fischia. Mi volto intimidita, ma piuttosto irritata da tale maleducazione <cosa sono un cane?> i ragazzi si fissano allibiti, forse non si aspettavano una mia reazione. < senti noi stavamo solo giocando > uno di loro alza le mani in segno di resa. Sbuffo infastidita, quando mi accorgo che tra di loro scorge una figura a me familiare. Christian vestito come un damerino se ne sta in disparte con lo sguardo rivolto altrove. Cosa ci fa con questi? E perché è vestito così? La curiosità prevale sul buonsenso. Voglio essere sicura che sia lui o che sia solamente un ragazzo che gli somiglia. Mal che vada farò una figuraccia colossale < Ciao Christian!> lo saluto alzando appositamente la voce per farmi sentire. < Chris la conosci?> lo stesso ragazzo di prima sposta lo sguardo tra me e Christian. Quest'ultimo alza gli occhi su di me e mi fissa insistentemente, senza proferire una sola parola. < no. Non la conosco> afferma con voce stizzita senza distogliere lo sguardo. Cosa? Poi, abbasso lo sguardo con evidente disinteresse < Chris sono io. Volevo ringraziarti per l'altra sera, quando mi hanno aggredito al Pub >< non mi hai sentito? Io non ti conosco! Hai sbagliato persona> ringhia, mentre io rimango in silenzio di fronte agli altri ragazzi, che nel frattempo bisbigliano e ridono tra di loro. Mi sento umiliata < Già, ho sbagliato. Scusami> bisbiglio sottovoce, convinta che nessuno mi ascolti. A quanto pare mi sbagliavo, visto che con la coda dell'occhio, Christian che mi osserva. < mi dispiace di avervi fatto perdere tempo> i ragazzi non dicono nulla e io a gran passo raggiungo la strada opposta.

Appoggio i libri sulla scrivania e mi butto sul letto. Chiudo gli occhi e mi sembra di rivivere cento volte la stessa scena. Perché era vestito in quel modo? E chi sono quei ragazzi? Insomma , da quando lo conosco non ha mai abbandonato i suoi jeans e le sue t-shirt scure, e non pensavo avesse addirittura degli amici. Anzi al locale è sempre seduto in compagnia di qualche ragazza, diversa dalla sera precedente, ma mai con qualche suo coetaneo o amico. Mi rattristo a questa idea. Nonostante ciò, non riesco a capire quale Christian sia reale: il Christian misterioso e ribelle o il damerino che ho visto poco fa nei pressi della biblioteca. Sono così confusa e temo che tra un momento all'altro la testa mi esploda. Mi scrollo di dosso tutti questi pensieri e inizio a sfogliare i libri che ho preso in prestito nel pomeriggio.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora