CAPITOLO OTTANTADUE

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Dopo le presentazioni ci invita ad entrare e ci offre del caffè con dei squisiti biscotti fatti in casa < sono davvero deliziosi > commento, mentre gusto i dolcetti. < tesoro, la mia cucina non la batte nessuno> ammicca e io ridacchio. < rimanete a cena?> chiede entusiasta la donna. < se non è un problema vorremmo dormire qui. Domani suo fratello si sposa e  …>  < certamente> lo interrompe < potete restare qui tutto il tempo che volete> balza in piedi < vado a prepararvi una stanza> ci informa e scompare dalla nostra visuale. Ci guardiamo per qualche istante e scoppiamo a ridere < questa è mia nonna> commenta divertito. < mi piace> osservo compiaciuta. Restiamo in silenzio, mentre beviamo il caffè e mangiamo qualcosa. < voglio portarti in un posto> esordisco all’improvviso. Mi fissa confuso < dove?> il mio sorriso si allarga < sorpresa!> ammicco ed mi precipito fuori, seguita da un Christian felice e spensierato.
< mi dici dove stiamo andando?> chiede Chris disorientato, mentre fissa fuori dal finestrino < eh no, caro. Questo è il mio turno> lo riprendo scherzosa e lui ride. < okay … aspetterò.> qualche minuto più tardi, parcheggio l’auto e trascino Chris sul grande viale che si affaccia sul mare.
Le luci brillano e creano una sorta di strana che porta alla spiaggia. Di sera questo posto diventa magico: le onde si infrangono sulla riva e la sabbia è fredda sotto i nostri piedi caldi. Non avevo capito quanto mi fosse mancato questo posto fino a quando non ci ho rimesso piede. < è bellissimo> commenta Chris alle mie spalle, fermo sul primo gradino che porta alla spiaggia. Non rispondo. Mi sfilo le scarpe e corro a piedi nudi sulla sabbia fino al bagno-asciuga, mentre Christian rimane immobile ad osservare la scena. < Chris vieni! L’acqua è fresca > grido per farmi sentire dal ragazzo e intanto immergo i piedi nel mare. All’inizio sembra dubitare, poi, forse preso dalla mia euforia, scende gli scalini uno ad uno, avviandosi verso di me.
<< togliti le scarpe> gli suggerisco, divertita dal suo atteggiamento < okay …> sospira rassegnato. Sfila le scarpe < è fredda!> esclama. Annuisco < facciamo il bagno!> suggerisco e inizio a togliermi i vestiti < cosa? No!> mi rivolge uno sguardo inorridito < non era una domanda> gli dico e scoppio a ridere. Indosso il costume da bagno, che mi ero precedentemente messa, e mi butto in acqua. < Elisa, cosa stai facendo?> bisbiglia spaventato < Chris! doc’è finito il tuo spirito d’avventura?> strillo divertita e rido. Mi guarda, poi sorride <al diavolo!> sbotta, butta in aria i vestiti, rimanendo in boxer. Rimango ad ammirare il suo corpo nudo davanti a me e non posso fare altro che essere compiaciuta dal fatto che è solo mio. < Chris vieni a prendermi!> ridacchio e inizio a correre verso l’acqua alta. Chris è sempre più vicino, mentre sghignazza e io strillo. Ad un tratto mi raggiunge di soppiatto alle spalle, spingendo entrambi in acqua. Quando riemergiamo, siamo zuppi dalla testa ai piedi, ma non ci importa: siamo felici e spensierati e ci siamo buttati alle spalle Stefano, Marta e tutta quella storia. Per ora. Per il momento ci siamo solamente io, Chris e la distesa d’acqua davanti a noi.

POV CHRISTIAN
Rientriamo in casa, bagnati fradici e sporchi di sabbia. Non mi sono mai divertito così tanto. Mia nonna si affaccia dalla cucina on espressione maliziosa < siete andati al mare?> chiede incuriosita dai nostri aspetti < già. L’acqua in questo periodo è meravigliosa!> commenta Elisa estasiata e solo ora mi rendo conto di quanto le sia mancata la sua casa, le sue abitudini. È stata molto coraggiosa a lasciare tutto questo per trasferirsi in un posto completamente diverso. < hai proprio ragione> concorda mia nonna. < ora andiamo a lavarci> annuncio e annuisce.
< io vado di sotto. Vieni anche tu?> mi rivolgo alla mia ragazza, mentre si pettina la sua chioma ribelle. Scuote la testa esausta < ho solo voglia di dormire. Puoi scusarti con Nunzia e ringraziarla per la sua ospitalità?> mi prega. Annuisco, le stampo un lungo bacio sulle labbra e la lascio riposare. < riposati> le suggerisco e chiudo la porta alle mie spalle. Scendo le scale e vado in cucina, poi mi siedo su una delle sedia disposte intorno al tavolo e osserva mia nonna mentre cucina. < Elisa cosa vuole per cena?> chiede all’improvviso , facendomi sobbalzare < sta riposando> dico solamente e lei annuisce comprensiva < deve essere esausta> commenta sovrappensiero. < sono contenta che la tua ragazza appartenga a questo posto> mi confessa < almeno so che i miei nipotini saranno per metà italiani> si stringe nelle spalle e io mi irrigidisco < non è troppo preso per pensare ai bambini?> mi spalmo sulla sedie, strizzandomi gli occhi stancamente < certo>  risponde soltanto < però, tesoro mio, una ragazza così carina, dove la trovi?> ammicca e io sorrido. <come sta tua madre? È da un po’ che non mi chiama> riempie due piatti di pasta e me ne porge uno, che io accetto volentieri < ehm … diciamo che abbiamo litigato parecchio in quest’ultimo periodo> ammetto colpevole e mi rivolge un’occhiata evasiva < cosa è successo?>  si siede di fronte a me e aspetta paziente che io le racconti tutto. Prendo un profondo respiro e le racconto tutto fin dall’inizio, dall’incontro con Elisa alle recenti rivelazioni. < tua madre davvero crede che Elisa abbia ucciso la sua migliore amica?> sputa incredula la donna. Annuisco e lei fa una smorfia disgustata < non posso credere che pensi davvero questo. E poi, tu le hai salvato la vita quella notte Chris. dovrebbe saperlo> suggerisce fiduciosa ma scuto la testa deciso < non posso. Penserà che sia stato io e che sia la causa della morte di suo nonno. Mi odio per quello che ho fatto. Rivedo quelle immagini ogni singolo giorno della mia esistenza.> confesso con le mani sul viso < ma hai salvato una bambina dallo stupro Chris. Lei ora è la tua ragazza e puoi proteggerla. Puoi riscattarti > la fisso speranzoso < credi davvero?> chiedo con un filo di voce < certo. Pensaci: da lassù quell’uomo ti sta dando la sua benedizione>  mi da una pacca sulla spalla e scompare nella sua camera da letto.
< domani sarà una lunga giornata> sospira Elisa, mentre mi sdraio nel letto accanto a lei. < sei ancora sveglia?> sorrido mentre mi chino per baciarla. Annuisce, mentre sbadiglia.  Devo ancora assimilare ciò che è successo oggi. Quella casa, quella bambina … era Elisa e quelli erano i suoi nonni. Quella notte ci siamo intrufolati in casa loro e suo nonno è … mio Dio! Pensavo che quel bastardo stesse scherzando, invece è tutto vero.  Elisa non deve saperlo altrimenti non vorrà più vedermi. Io l’ho salvata da Stefano e dal suo complice e dopo dieci anni eccoci tutti all’appello. Io ed Elisa ci siamo rincontrati come se fosse stato scritto da qualche parte. Incredibile come il destino giochi con le nostre vite. Osservo la mia ragazza, mentre si accoccola sul mio petto e io la circondo con un braccio. < ti amo Elisa> dico all’improvviso e sento il suo cuore battere forte contro di me. Sorride < anch’io Chris> mi bacia e si addormenta subito dopo, lasciandomi immerso nei miei pensieri.

La mattina successiva è un susseguirsi di agitazione e ansia. Elisa corre avanti indietro per la casa alla ricerca dell’abito, delle scarpe e dei gioielli, mentre io sto comodamente seduto sul suo letto, aspettando che si calmi. Infatti dopo esserci svegliati e andati a casa dei suoi, non faceva altro che farneticare parole senza senso ed elencare tutto ciò che doveva preparare prima della celebrazione. Elisa inoltre mi ha raccontato che qui i matrimoni sono completamente diversi da quello di Conor e mi ha raccomandato di non bere troppo, altrimenti potrei essere stanco prima della conclusione della festa. Mi ha fatto altre raccomandazioni, ma sinceramente, ero troppo impegnato ad osservarla mentre si vestiva e si acconciava con cura i capelli per prestare attenzione. I suoi genitori e suo fratello sono usciti da un pezzo per andare in chiesa, mentre noi siamo ancora qui, con Elisa in un fascio di nervi < Elisa dovresti calmarti>le sussurro dolcemente ad un orecchio, mentre decide quali orecchini indossare. Sbuffa < ti prego Chris, non ora. Aiutami!> prende qualcosa da una scatola di legno con delle rose incise sopra e me le mostra < le perle o i pendenti?> mi chiede sventolandomi davanti quelle pietre luccicanti < le perle> rispondo distrattamente. Mi guarda torvo < secondo me non vanno sotto questo abito> borbotta sottovoce. Alzo gli occhi al cielo < se già sai quali mettere, perché me lo chiedi?> sbotto infastidito. Il suo sguardo si rattrista < hai ragione> farfuglia e si allontana da me. < Elisa, non volevo essere stronzo …> mi scuso < non preoccuparti. Hai ragione, sono troppo nervosa> brontola e si chiude in bagno. Fantastico! Sospiro e inizio a indossa il mio completo nero, annesso alla cravatta del medesimo colore. Deve essere un segno: stiamo partecipando ad un sacco di matrimoni. Penso tra me, ridacchiando. Elisa esce dal bagno e io rimango incantato. Quell’abito che le ho comprato a Milano le sta alla perfezione. < i soldi migliori che abbia mai speso> osservo sottovoce compiaciuto. Scoppia a ridere < ne hai spesi un bel po’> mi riprende sogghignando. Rido a mia volta < a quanto pare ne è valsa la pena> mi avvicino a lei e la stringo al mio petto < cosa ho fatto per meritarmi una ragazza meravigliosa come te?> chiedo retorico e lei sorride < se non sbaglio, avevi detto che non fossi il tuo tipo> mi ricorda con un sorrisetto saccente, riferendosi al nostro primo incontro
<chi ha detto che voglio venire a letto con te? Scusami ma non sei proprio il mio tipo> rido di gusto e la guardo disgustato.
< okay , sono stato un’idiota>  ammetto consapevolmente < oh credimi lo sei stato e lo sei tutt’ora> scherza < scusami? Cosa hai detto?> chiedo con finta indignazione e lei scoppia  a ridere più forte. Inarco un sopracciglio e la raggiungo piano con le braccia distese davanti a me < non ci provare, Chris!> strilla e inizia a correre per tutta la stanza per sfuggirmi. Il nostro momento viene interrotto dal cellulare di Elisa, la quale arrossata e ansimante per le risate, cerca di regolare il respiro prima di rispondere < mamma!> risponde. Ascolta attentamente poi annuisce < bene, arriviamo> attacca la chiamata e mi guarda < dobbiamo andare>
Arrivati in chiesa, mi guardo intorno e osservo le varie ghirlande e le decorazioni che addobbano l’ingresso e la navata della chiesa. < resta qui> mi ordina dolcemente Elisa < oh, okay. Dove vai?> le chiedo un po’ spaesato. < vedrai > ammicca < stai accanto ai miei. Loro sanno tutto> detto questo, si avvia all’uscita lasciandomi qui. < ehi figliolo, vieni con me> Paolo mi poggia una mano sulla spalla e mi accompagna al primo banco, riservato ai genitori e ai parenti più stretti degli sposi. Mi sento onorato a stare tra queste persone. < chi è il testimone?> indico un ragazzo, in piedi accanto a Bruno. < è suo cugino, praticamente quasi fratelli> mi spiega e posso notare una punta di orgoglio nella sua voce < capisco. Ed Elisa? Dove è finita?> ridacchio nervoso, ma mi rassicura con un sorriso < si sta preparando> dice soltanto < per cosa?> nel momento in cui formulo la domanda, l’organo parte e la sposa , Dalia, fa il suo ingresso in chiesa. È davvero bellissima. Bruno è un uomo fortunato. Poi il coro inizia a cantare, ma una voce in particolare attira la mia attenzione: Elisa con lo sguardo fisso sull’organo e la bocca al microfono intona la canzone che gli sposi hanno scelto in contrapposizione alla marcia nuziale, sotto richiesta della sposa. La fisso sbalordito, mentre canta, concentrata sulle parole del testo e io rimango allibito. Non sapevo che sapesse cantare < che diavolo succede?> mi ritrovo a bisbigliare. Paolo mi sente e ridacchia piano < Elisa faceva parte del coro quando era più piccola. Suo fratello ha insistito …> si stringe nelle spalle e io torno a guardare la bocca della mia ragazza, mentre si incurva in un sorriso emozionato e mi ritrovo a sorridere anch’io, come tutte le volte da quando è entrata nella mia vita.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora