CAPITOLO OTTO

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Le mie amiche sono partite ieri sera e fortunatamente non hanno fatto domande sullo stato pietoso in cui sono tornata l'altra sera. Abbiamo passato l'intera domenica fuori casa, visitando, sotto la mia guida, i luoghi che ho appena conosciuto. Per quanto riguarda Christian, ho cercato di non pensarlo per tutto il giorno, ma questa impresa è stata piuttosto ardua. Fortunatamente oggi è il giorno della partenza e non dovrò vederlo per un'intera settimana. Sono agitata e nervosa ma allo stesso tempo eccitatissima.

Mi accorgo che si sta facendo tardi, controllo per l'ennesima volta il necessario che mi occorre per il viaggio e mi affretto ad uscire dall'appartamento. Chiamo un taxi e mi faccio accompagnare al locale. Dieci minuti più tardi, il taxi parcheggia e l'autista mi aiuta a prendere la valigia dal bagagliaio. Volgo lo sguardo dinanzi a me e riconosco una figura a me familiare che mi ero ripromessa di non vedere mai più.

POV CHRIS

La osservo mentre scende dal taxi e l'autista l'aiuta a prendere una valigia molto piccola. Di solito le donne non usano valigie enormi per inserirci oggetti inutili? A quanto pare lei non è dello stesso pensiero, cosa che l'ha caratterizzata da subito. Mi accorgo della sua espressione rivolta a me e mi trattengo dal riderle in faccia. Dopo l'altra sera sinceramente preferisco essere il più educato possibile e riconosco di aver esagerato. Mi ha dato fastidio il fatto che mi abbia ignorato tutta la sera mentre io avevo occhi solo per lei ed ero irritato dalla ragazza che mi sono scopato nel bagno; non mi ha lasciato un minuto libero per parlare con Elisa e quindi, ho dovuto aspettare l'orario di chiusura per rivolgerle la parola. Non mi sarei mai aspettato la sua scenata ma forse ho capito il motivo del suo atteggiamento furioso; forse era gelosa di quella ragazza.

I miei pensieri vengono distratti dalla sua figura che cammina verso di noi e prendo del tempo per ammirarla. È vestita semplicemente con un leggins nero che mette in risalto le sue curve e una t-shirt bianca che le copre il sedere. Ai piedi indossa delle convers bianche e le spalle sono coperta da una leggera giacca di pelle. Siamo all'inizio di dicembre e si gela, come fa ad uscire vestita così? Non posso fare a meno di notare quando sia sexy in questo momento, con la coda che le ondeggia sinuosa dietro la schiena e la sua camminata decisa. La matita nera che contorna gli occhi, risalta i suoi occhi, di un nero intenso. È alta ed è formosa nei punti giusti; è molto bella, questo non le si può negare, ma quando apre la sua bocca mi infastidisce notevolmente. Mentre mi beo della sua immagine, noto che ormai mi ha quasi raggiunto e mi guarda con aria di sfida. Ora è di fronte a me e mi fissa insistente < che ci fai qui?> chiede sorpresa. < faccio parte anch'io della "missione"> ridacchio.< pensavo fossi venuto a salutarmi e poi andavi via ma a quanto pare la fortuna mi è nemica> dice sarcastica, alzando gli occhi al cielo. Scoppio a ridere e lei mi segue, sfoderando un bellissimo sorriso, che raramente ho notato al locale.

< ragazzi,perderemo l'aereo. Muovetevi!> ci avverte Gabriel intento a sistemare le nostre valigie in auto.

Dopo venti minuti ci ritroviamo all'aeroporto, pronti per l'imbarco. Elisa ha un posto vicino a Gabriel,invece il mio si trova qualche fila più avanti; purtroppo erano rimasti pochi posti disponibili e Gabriel ha pensato che, per il bene di tutti, io e lei stessimo a dovuta distanza per non litigare. Il solito esagerato. Noto l'espressione spaventata e terrorizzata di Elisa mentre l'aereo si muove; ridacchio sotto voce e con la musica prodotta dal mio Ipod, mi addormento.

POV ELISA

Siamo in volo da circa mezz'ora e mi sto annoiando a morte. Sfortunatamente ho dimenticato a casa il mio Ipod e quindi non posso svagarmi ascoltando la mia amata playlist. Osservo dal finestrino le nuvole che ci affiancano; ero terrorizzata all'idea di prendere l'aereo, ma lo adoro: stare così in alto e guardare le case sempre più piccole. Immersa nei miei pensieri, non mi accorgo della presenza al mio fianco che cerca di attirare la mia attenzione. Distolgo lo sguardo dal finestrino e porto la mia attenzione a Gabriel che mi fissa ansioso.< come stai ? So che non hai mai fatto una cosa del genere, ma so che ce la farai>

< bene ... > rispondo pensierosa.< cosa succede? Sai è tardi per dire no!> ridacchia e io lo seguo.

<dove siamo diretti?><Granada, Spagna meridionale> non appena sento quelle parole uscire dalla sua bocca, emetto un urlo di eccitazione e molte persone si girano e mi guardano straniti. Certo, sapevo già la destinazione, ma essere qui su questo aereo, rende tutto più reale. Sussurro delle flebili scuse e abbraccio forte Gabriel,il quale non riesce a capire il motivo della mia reazione. Semplice: ho sempre adorato la Spagna e la sua cultura e ho sempre sognato di visitarla un giorno. Ho anche studiato lo spagnolo per qualche anno ed ora non vedo l'ora di atterrare. Un pensiero improvviso mi attraversa la mente e mi rivolgo a Gabriel< scusami perché in Spagna?>< posso solo dirti che in Spagna vanno molto di moda questi tipi di pub> mi spiega paziente rivolgendomi qualche occhiata. < capisco> annuisco.

<cosa pensi di lui?> mi chiede ad un tratto Gabriel. Lo guardo confusa e mi indica con un cenno del capo il ragazzo seduto poco distante da noi. <penso sia un ragazzo misterioso, egoista ed egocentrico> rispondo senza pensarci due volte. Gabriel scoppia a ridere e io aggiungo< in realtà non so quasi niente di lui eppure stiamo per affrontare questa cosa insieme. Ha un alone di mistero che l'avvolge come una corazza che nessuno può scalfire. Però vuole essere toccato solo che ha paura di soffrire. Glielo si legge negli occhi>

< sai, hai ragione ha sofferto molto ... come hai fatto a capire tutto questo?>

< perché quando lo guardo, i suoi occhi mi ricordano i miei mentre mi guardo allo specchio e vedo solo un guscio vuoto che vuole essere riempito> sussurro lentamente mentre Gabriel mi osserva senza proferire parola.

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora