< Elisa si può sapere a cosa pensi?> mi chiede Sophia. < eh?> sbuffa < visto? Sei distratta. È tutta la sera che hai la testa chissà dove. A cosa pensi?> il Pub sta chiudendo e come al solito io e Sophia ci intratteniamo per rilassarci un po' prima di tornare a casa. < niente. Sono solo stanca> mento< come è andata ieri sera?> Sophia si siede di fronte a me, pronta ad ascoltare il resoconto di ieri < non poteva andare peggio> farfuglio affranta < che è successo?> < diciamo che ho avuto una discussione con una certa Signora Weiss> Sophia sgrana gli occhi < cosa? Elisa, quella donna è molto potente, non ti conviene fartela nemica.> mi suggerisce allarmata < aspetta, lei ha cominciato ad insultarmi e io mi sono difesa!> mi giustifico imbronciata < Elisa!> urla esasperata < dimmi che non hai risposto alle sue provocazioni come tuo solito?> mi prega < non ho risposto alle sue provocazioni come mio solito> cantileno e alzo gli occhi al cielo < oddio! Lo hai fatto. Cosa ti dice il cervello?> < senti, non è colpa mia se quella donna è un'arpia e poi non la rivedrò mai più per mia fortuna. Quindi di cosa ti preoccupi?> sbotto infastidita e ferita dalle sue parole. So che a volte posso essere troppo diretta e offensiva, ma quella donna non merita il mio rispetto e tanto meno parole dolci. Io sono fatta in questo modo. Sospira < c'è altro che dovrei sapere?> < no nient'altro>non le dirò di Clarissa, né di Conor. < ragazze,chiudete voi?> Gabriel interrompe la nostra conversazione < certo> io e Sophia ci prendiamo da bere e ci sediamo sulle poltroncine < a proposito, tra un po' è il compleanno di Christian> annuncia la biondina < davvero? Quando?> < il 21 febbraio> mi informa < vogliamo organizzare una festa a sorpresa> batte le mani eccitata e io alzo gli occhi al cielo a causa del suo essere infantile ogni tanto, ma l'adoro anche per questo. < Andrea e Giorgio pensano agli invitati e noi al resto. Non mi fido di loro> mi sussurra Sophia, come se qualcuno potesse sentirci < perché sussurri?> < perché rende la cosa più ... non so ... eccitante> ammicca e io scoppio a ridere < tu sei tutta matta!> < lo so> mi sorride e torna a sorseggiare la sua birra. Scuoto la testa divertita e la imito, bevendo un lungo sorso della mia coca- cola.
< sono soddisfatto del tuo lavoro Elisa. Sinceramente credo che tu abbia buone probabilità di avere quella pubblicazione.> si congratula Massimo, valutando attentamente i miei lavori di questa settimana. Sorrido soddisfatta e orgogliosa di me stessa. < devi solo revisionare questi appunti e poi puoi andare> mi sorride e mi passa alcuni fogli.
Impiego circa un'ora e dopo averli consegnati, raccolgo la mia roba ed esco dall' edificio, avviandomi a passo spedito verso la biblioteca.
< ciao Rosa> saluto la segretaria, che ormai è diventata quasi una nonna per me < Elisa! È da un po' che non ti vedo> si allontana dalla sua posizione e viene verso di me aprendo le braccia. Mi avvolge in un caloroso abbraccio. < sono stata impegnata> spiego, sciogliendo l'abbraccio < hai il fidanzatino?> ammicca e mi tira una gomitata giocosa. Quella frase mi rattrista, ma mi riprendo < no. Ho ottenuto uno stage in una sede giornalistica abbastanza importante >trattengo a stento l'eccitazione,mentre Rosa inizia a strillare < oh mio Dio! Sono così felice per te> saltella per la gioia e io rido, causando l'irritazione dei lettori presenti in biblioteca. < sai> dico pensierosa < ho conosciuto una donna che porta il tuo stesso cognome, anche se era davvero irritante> gesticolo e ridacchio. La signora Weiss cambia espressione, rabbuiandosi, ma fa finta di nulla, quando la fisso confusa < è un cognome diffuso> dice solamente, poi ritorna al computer, lasciandomi spiazzata. Scuoto la testa e mi dirigo verso gli scaffali, alla ricerca del materiale che mi serve per il lavoro.
< arrivederci Rosa> alzo una mano per salutarla e lei ricambia con uno dei suoi soliti sorrisi pieni di affetto. Ormai il sole è calato e i palazzi risplendono tra la luce e l'ombra. In giro non c'è quasi nessuno e mi affretto a tornare a casa, quando un movimento cattura l'attenzione nella direzione opposta alla mia. Osservo un ragazzo che passeggia da solo per le strade deserte e lo seguo con lo sguardo. Poi si volta e io rimango senza parole: è Christian. Cosa ci fa qui, a quest'ora?
in questo momento il mio buonsenso è stato accantonato, di nuovo, e allungo il passo nella sua direzione, cercando di non farmi accorgere. Lo pedino per circa dieci minuti, fino a quando non entra in un grosso edificio<CENTRO DI RECUPERO> leggo sulla targa e incuriosita decido di entrare. Possibile che Christian abusi ancora dell'alcol?L'atmosfera che mi avvolge è calorosa e la mia vista si apre su un corridoio bianco e lungo. Mi avvicino alla fine del corridoio e inizio a sentire delle grida e dei rumori provenienti da una delle stanze infondo. Affretto il passo sempre più curiosa, sperando di capire da dove provenga tutto quel baccano,poi passa di lì un'infermiera < scusi, cerco Christian. È qui?> chiedo, incrociando le dita < oh il signor Becker si trova in quella stanza> mi indica la seconda porta. La ringrazio educatamente e apro cauta la porta.
Al suointerno, trovo bambini che corrono da una parte all' altra, ridendo e giocando tra loro, ragazzi che suonano echiacchierano tra loro; al centro di essa trovo Christian che impartisce delleregole di gioco ai bambini più piccoli < allora, al mio tre, dovete cercareil colore ... BLU> comanda Christian con tono di voce abbastanza alto da farsisentire da tutti i bambini < uno, due e ... TRE > alza tre dita per indicail numero annunciato e i bambini iniziano a scorrazzare per la stanza allaricerca del colore indicato. Ad un certo punto volgono lo sguardo a me. Mifissano, come se fossi una barretta di cioccolato e mi chiedo il motivo di talecomportamento. Abbasso lo sguardo sui miei vestiti e capisco. Ho la maglia e laborsa di colore blu e i bambini si precipitano su di me < l'abbiamotrovato!> Christian scoppia a ridere e si volta. Il suo sguardo incontra ilmio e rimane colto alla sprovvista dalla mia presenza. . I bambini intanto continuano a gridare a squarciagola, mentre Christian cerca di formulare una frase di senso compiuto < come hai fatto ...?> mi stringo nelle spalle, non volendo ammettere di averlo pedinato. Scoppia a ridere e mi porge una mano, che io accetto volentieri. < bambini, lei è una mia amica, si chiama Elisa> mi presenta e io alzo timidamente una mano, sorridendo. < Ciao Elisa> rispondono in coro e Christian sorride. < bene, ora tutti a fare merenda> batte le mani per catturare la loro attenzione e porge loro dei vassoi stracolmi di pane e cioccolato che si svuota immediatamente.
< come hai fatto a trovarmi?> mi chiede Christian. Stiamo passeggiando per tornare a casa, dopo che i bambini hanno finito la loro merenda. < io sono uscita dalla biblioteca e ti ho visto andare da questa parte, così ...> abbasso lo sguardo imbarazzata < così mi hai pedinato> sghignazza divertito. Scoppio a ridere. < mi dispiace se ti ho creato problemi> < non preoccuparti, mi hai colto solo di sorpresa> < oh credimi anch'io sono stupita> ammetto < ma qualcuno lo sa?> sussurro per non farmi sentire < non lo sa nessuno e non voglio che qualcuno lo sappia> mi prega con lo sguardo < certo, puoi stare tranquillo>Camminiamo in silenzio < chi sono quei bambini?> spezzo il silenzio < sono dei bambini con dei problemi in famiglia. Vittime di violenza oppure ragazzi con delle difficoltà ... sai, con l'alcol o la droga ... faccio delle donazioni a questa comunità e ci passo del tempo. Mi rende felice farlo > la sua voce è un mormorio strozzato e capisco perfettamente il motivo delle sue azioni < è molto bello ciò che fai> si volta verso di me < lo pensi davvero?> < certo. Sei una persona meravigliosa, non vergognarti di ciò che fai, anzi , sai che ti dico? Anch' io voglio passare del tempo con quei ragazzi> dico decisa e Christian mi osserva. < cosa c'è?> chiedo timorosa < mi sorprendi sempre. Sei una ragazza meravigliosa> mi guarda dritto negli occhi mentre pronuncia quelle parole e io arrossisco causando una sua risata. Scuote la testa divertito e continuiamo a passeggiare.
STAI LEGGENDO
Il destino ci ha fatto rincontrare
RomanceChris ed Elisa, due ragazzi con vite apparentemente diverse, si incontrano quando la ragazza decide di trasferirsi lontana da casa, a causa di alcune vicende accadute e che la ritrovano come protagonista. Tra i due scoppia subito una forte antipati...