POV ELISA
< buongiorno a tutti> dico con voce assonnata, mentre prendo posto vicino a papà. < buongiorno. Avete dormito bene?> mi chiede serio. < è successo qualcosa?> chiedo ridendo per la sua espressione < sì, ma sai, non avete sentito caldo dormendo così appiccicati?> scoppio a ridere < papà!> < si può sapere perché cazzo ridete di mattina?> sbotta Bruno, entrando in cucina. < niente> rispondiamo io e mio padre in coro. < Christian sta dormendo?> chiede papà, preparando il caffè. < sì, non è abituato a viaggiare per tante ore> spiego < non ha mai viaggiato?> mio padre è incredulo < no, affatto> mi affetto a correggermi < solo che lui non viaggia in treno …> lascio la frase in sospeso e mio padre mi guarda sbalordito < capisco> <buongiorno> Chris entra in cucina, si china su di me e mi lascia un bacio sulla guancia. Arrossisco, mentre si siede accanto a me < dormito bene?> chiede papà < abbastanza bene, grazie> sorride cordiale <cosa farete oggi?> mio padre questa volta si rivolge a me < oh, pensavo di fare un giro per la città> cerco l’approvazione di Chris e lui annuisce. < divertitevi allora. A pranzo vi aspettiamo. Abbiamo ospiti> ci informa e io lo guardo curiosa < chi sono gli ospiti?> sospira frustato < la nostra famiglia> dice soltanto e io sbianco < oh no> borbotto < oh sì>
< sei diventata pallida quando tuo padre ha nominato la tua famiglia …> osserva Chris. Stiamo passeggiando per le strade della mia città e il vento ci scompiglia i capelli < diciamo che può essere piuttosto … irritante> si ferma e mi guarda < peggio della signora Weiss?> scherza < oh no, nessuno è più irritante di quella donna> osservo e scoppiamo a ridere. < fa molto caldo> Chris si toglie la giacca e rimane solo con la camicia, alla quale fa dei piccoli risvolti alle maniche < ti avevo avvertito che qui fa molto caldo> mi stringo nelle spalle con aria sfacciata < piccola impertinente!> esclama Chris, mi attira tra le sue braccia e inizia a farmi il solletico, mentre io mi dimeno, ridendo come una pazza. < pensavi che me ne fossi dimenticato che soffri il solletico?> chiede divertito e con sorrisetto beffardo. Soffoco le risate e annuisco faticosamente.
POV CHRISTIAN
Elisa sospira quasi rassegnata < bene, ti presento la mia famiglia> circa venti teste si voltano nella mia direzione e io saluto con la mano impacciato < lui è Christian> mi presenta la mia ragazza. Mi guardano incuriositi come se fossi una specie di esperimento scientifico. All’improvviso mi assaliscono di domande < cosa fai nella vita?> oppure < dove vivi?> e io mi trovo a dover rispondere a tutte le domande senza tralasciare il minimo dettaglio. Capisco perché Elisa è così curiosa. < ragazzo vieni con me> Paolo mi trascina fuori da quell’inferno e lo ringrazio mentalmente < prepara la carne con me, ti va?> mi passa dei vassoi e dei carboni e lo aiuto ad accendere un fuoco < sono sempre così …>inizio < rompipalle? Sì> rido < no, volevo dire … curiosi> mi segue. Osservo Elisa mentre ride e scherza con le sue zie e zii. Sorrido < ami davvero mia figlia?> la voce di Paolo mi fa voltare < certo> dico sicuro, senza il minimo dubbio. Un piccolo sorriso gli inarca sulle labbra, poi il suo viso si incupisce < fa ancora gli incubi?> mi chiede < io …> sinceramente non so come rispondere a questa domanda. Come faccio a dire al padre della mia ragazza che dormo con lei quasi tutte le notti. E non solo dormire … Deglutisco < avanti, so che dormite insieme, anch’io sono stato giovane> ammicca e io mi agito nervosamente, poi divento serio < purtroppo sì.> ammetto cupo.< Si sveglia nel cuore della notte terrorizzata> abbasso lo sguardo sulle mie scarpe, sentendomi in colpa < tu sei quel ragazzino, vero?> corrugo la fronte < ragazzino?> mando giù il groppo in gola < quello che ha salvato mia figlia dieci anni fa da uno stupro> mi risponde semplicemente. Lo fisso allibito mentre cerco di prendere aria < come ha fatto a … ?> < a riconoscerti. Semplice: quel neo sotto l’occhio sinistro e poi non sei cambiato molto da allora. Certo ora sei un uomo, ma non si scorda facilmente uno notte come quella …> ammette pensieroso < mi odia?> lo interrompo. Adesso è lui a guardarmi allibito < cosa? Perché dovrei? Hai salvato mia figlia > < lo so, cioè voglio dire, quell’uomo era suo nonno ed è …> < so che non l’hai ucciso tu. I veri colpevoli marciscono in carcere grazie a te e tuo fratello> annuisco non troppo convinto, poi un dubbio mi attraversa la mente < se tu mi hai riconosciuto, perché Elisa non si ricorda di me?> lo fisso. Sospira < a causa dello shock ha rimosso l’intero episodio. Non ricorda niente. Sa che suo nonno è morto per una grave malattia, ma non sa la verità. I medici hanno detto che forse col tempo potrà ricordare qualcosa, ma per ora ancora niente. Non so se sia una fortuna o una sfortuna. Però quegli incubi non mi piacciono> confessa tristemente < io penso che quegli incubi siano i ricordi di quella notte> gli confido, attirando il suo interesse < cosa?> annuisco < mi ha raccontato che vede una bambina e alcuni uomini che l’aggrediscono e poi di un ragazzo che le ha salvato la vita > gli racconto < capisco. Si è probabile> concorda. < è assurdo. Tu l’hai salvato dieci anni fa e guarda un po’ adesso state insieme. E non lo sapevate nemmeno, o almeno lei > mi lancia un’occhiata d’intesa < neanche io lo sapevo. L’ho scoperto di recente per puro caso, mi creda> sorride < sono contento che abbia trovato te. L’hai salvata> < e lei ha salvato me> gli confesso, fissando il vuoto.
POV ELISA
< penso che andremo a casa di sua nonna per questa notte > spiego ai miei genitori al ritorno a casa. Il pranzo con la mia famiglia è andata abbastanza bene, nonostante i commenti poco impliciti dei mie parenti. < oh, non sapevo che tua nonna abitasse da queste parti> mia madre si rivolge sorpresa a Chris, il quale le sorride educatamente < mia madre è nata e cresciuta qui e ogni estate venivamo a trovare mia nonna> le spiega e lei annuisce. < allora ci vediamo domani?> osserva mio padre con sguardo contrariato. Alzo gli occhi al cielo divertita < papà non preoccuparti, non avrai dei nipotini …> mi avvicino all’orecchio < per ora> rido e mio padre scuote la testa esasperato. Chris invece è leggermente imbarazzato < Elisa dobbiamo andare> mi informa Chris < papà, mi serve la tua auto> sospira e mi consegna a malavoglia le sue chiavi < la rivoglio indietro senza un solo graffio> mi minaccia e so che è assolutamente serio < mi sembra di sentire Christian> borbotto sottovoce, ma tre paia d’occhi mi fissano < concordo con il tuo ragazzo. Le auto sono delle bambine che vanno trattate con rispetto e massimo riguardo> mi riprende mio padre, ma io ho già messo in moto < sì, sì> liquido in fretta le sue raccomandazioni, invece Chris si limita ad ascoltarlo ed annuire in pieno accordo. Alzo gli occhi al cielo e richiamo il mio ragazzo, il quale, vedendo la mia esasperazione, saluta i miei e mi raggiunge in auto. < non saluti i tuoi genitori?> mi schernisce scherzoso. Gli lancio un’occhiata truce e ride, alzando le mani in segno di resa < okay, come non detto> il viaggio prosegue silenzioso, interrotto solo dalle mie domande su che strada prendere per arrivare a casa di sua nonna < se non ricordo male, è una piccola villetta di campagna, ma sono passati anni dall’ultima volta che ci sono stato> confessa, grattandosi la nuca. Faccio una smorfia disperata < e ora me lo dici?> sbotto infastidita. Poi faccio mente locale ed esamino tutte le villette di campagna che conosco. < forse ho capito dove si trova> rimetto in moto e sfreccio per le strade, ignorando le proteste di Chris di rallentare. Dopo circa un quarto d’ora, una villetta rustica ci appare ai nostri occhi e il ragazzo accanto a me la fissa intensamente con la mente immersa nei pensieri < è questa> dice ad un tratto e io parcheggio. Scendiamo dall’auto e lentamente ci avviciniamo all’ingresso, dove Chris bussa piano. < forse non ha sentito bussare> ipotizzo, dopo essere rimasti cinque minuti davanti la porta malconcia. La struttura non ha un bel aspetto. È molto vecchia e malridotta, come se dovesse cadere a pezzi da un momento all’altro. Ad un tratto la serratura scatta e noi ci mettiamo all’attenti. Sbuca fuori una donna sui sessantacinque anni, di altezza media con indosso un accappatoio rosa cipria; ci scambiamo uno sguardo perplesso < Oh mio Dio!> esclama incredula la donna < il mio nipotino, Christian!> è sul punto di piangere e solo allora noto che il mio ragazzo si è chinato su di lei e la sta stringendo forte. Mi asciugo le piccole lacrime di commozione che si sono formate agli angoli degli occhi, mentre loro sciolgono l’abbraccio < ciao nonna> la saluta dolcemente. La donna sorride felice, poi sposta lo sguardo su di me, scrutandomi attentamente, e io mi muovo a disagio sul posto. < salve> saluto imbarazzata, abbozzando un piccolo sorriso cortese. Sorride maliziosa e si rivolge al nipote < è la tua ragazza?>Chris mi stringe a sé < esatto. Lei è Elisa> mi presenta e io allungo una mano in segno di rispetto. La donna fissa la mia mano, poi me, e mi attira in un abbraccio caloroso. < Elisa, che piacere conoscerti. Io sono Nunzia>
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Il destino ci ha fatto rincontrare
RomanceChris ed Elisa, due ragazzi con vite apparentemente diverse, si incontrano quando la ragazza decide di trasferirsi lontana da casa, a causa di alcune vicende accadute e che la ritrovano come protagonista. Tra i due scoppia subito una forte antipati...