CAPITOLO OTTANTASEI

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< hai davvero detto questo?!> mi rimprovera Sophia con voce acuta. Il giorno seguente ci siamo incontrate al centro commerciale e mi ha pregato di raccontarle ciò che è successo la sera precedente con Chris. mi stringo nelle spalle < cosa dovevo fare secondo te?> chiedo stizzita dal suo comportamento. < sul serio me lo stai chiedendo?> mi fissa sbalordita < potevi fare tutto, ma non questo!> gesticola frenetica e io alzo gli occhi al cielo < per voi è facile dire cosa fare!> la accuso. Sospira < forse hai ragione, ma non dimenticare che lui ha fatto tanto per te. E poi non è neanche sicuro che il bambino sia davvero suo, per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche il figlio di Luca> replica calma, mentre io sono un fascio di nervi. Sbuffo < non possiamo saperlo fino alla sua nascita.> torno a guardare di fronte a me < e poi, ormai è fatta. Sarà per diventare padre> mi posa una mano sulla mia < Elisa ci sono moltissime coppie in cui uno ha un figlio con un altro. Perché vuoi farti da parte proprio adesso, non capisco> mormora e io stringo le mani < non voglio passare la vita con Chris  e Marta. Se io sposassi Chris, automaticamente dovrei trascorrere la nostra vita anche con lei. Sarà sempre presente. E io non posso più sopportarlo! È così difficile da capire, dannazione?> alzo la voce di un’ottava, ma Sophia non si scompone. Mi guarda comprensiva < se fosse stato Andrea? Tu saresti rimasta con lui?> so che è un brutto tiro, ma è l’unico modo per far capire le ragioni del mio gesto. Mi fissa in silenzio, poi scuote la testa < no, non lo sopporterei.> conferma e io mi rilasso sullo schienale < scusami per aver alzato la voce> gioco con il mio anello < non preoccuparti. Scusa tu> mi sorride e io ricambio forzatamente. Ci alziamo dalla panchina e torniamo indietro, verso casa. Dopo circa due isolati, intravediamo due figure familiari che percorrono la strada nella direzione opposte. Chris e Marta stanno passeggiando, chiacchierando e ridendo. Sento una fitta acuta allo stomaco, ma mi trattengo: non posso cambiare idea, c’è in gioco un bambino. < Elisa … ehm … possiamo andare di qui> cerca di persuadermi < non preoccuparti, non posso evitare di vederlo. Abitiamo nella stessa città> ridacchio imbarazzata. < okay …> ci avviciniamo a loro e sembrano non accorgersi della nostra presenza < ehi Elisa> mi saluta Marta con una mano. Che faccia di … ! < ehi …> sorrido educatamente, mentre Sophia lancia occhiate di fuoco alla coppia. Chris si ferma di colpo, fissandoci impassibile. < hai visto come sono gonfia? Sarò ingrassata di qualche chilo in questi mesi!> poi prende Chris per un braccio e si stringe più stretta a lui < ma Chris ha detto che sono bellissima anche così!> sorride contenta e io mi irrigidisco, poi lancio un’occhiata al ragazzo,il quale lo distoglie imbarazzato. Stronzo! < sono contenta di vedervi felici, INSIEME> sottolineo l’ultima parola, con una punta di sarcasmo e la mia amica ridacchia sottovoce < è vero, stiamo proprio bene> conferma la ragazza e io stringo i pugni per mantenere la calma. Io l’ammazzo! < quasi sembra impossibile che da un momento all’altro diventeremo genitori. Vero amore mio?> si rivolge sorridente al ragazzo, il quale sembra piuttosto contrariato da quel nomignolo. < già.  Sembra quasi impossibile!> esclamo fingendomi felice < poi osservo la coppia < sarai una mamma meravigliosa. Però … > mi avvicino cautamente a lei < se posso darti un consiglio,la prossima volta, evita di fartela con tanti ragazzi contemporaneamente, perché potresti avere difficoltà a scoprire il padre del nascituro> sussurro con un sorrisetto trionfante. Diventa rossa di rabbia e Sophia scoppia a ridere, mentre Chris mi fissa con occhi spalancati, ma so che nasconde nei suoi occhi una scintilla di divertimento < bene, detto questo, buona giornata!> saluto e trascino Sophia avanti con me. < tu sei pazza!> si complimenta, battendo le mani, una volta distaccate dalla coppia. Scoppio a ridere < ormai non ho più niente da perdere> le prendo un braccio e torniamo a casa, ridendo come matte.
Devo ammettere che questa mia piccola vendetta mi ha dato una certa soddisfazione, anche se, tornata a casa, ho dovuto fare i conti con il mio stato d’animo più profondo. Immagino Chris e Marta felicemente sposati, con tanti bambini. Lei che gli prepara la colazione e lui che la saluta con un bacio. Mi prendo la faccia tra le mani e mi sfogo, rimettendo tutta l’anima che ancora mi è rimasta. Mi asciugo gli occhi e mi rifugio in camera, dove sono sicura che nessuno potrà più ferirmi.
È passato più di un mese e ormai siamo entrati nel pieno periodo estivo. Io e Chris dopo il nostro “incontro” non ci siamo più visti e io ho ripreso la mia monotona vita, prima  che fosse stravolta dalla presenza di Chris. È stata difficile la nostra separazione,  ma necessaria. Non potevo compromettere la stabilità e la felicità di un bambino indifeso, neanche se Marta ne è  la madre. Questa mattina mi ha chiamato un’ infermiera del centro, pregandomi di raggiungerla al più presto. Quindi ho preso il mio fidato Ipod e le mie amate cuffiette e a passo spedito mi sono recata al centro. < Maria! > Esclamo allegra, al contrario lei mi saluta con un sorriso spento < abbiamo scoperto qualcosa sulla assassino di Julia> mi informa. Rimango interdetta poi annuisco < bene, è tempo di regolare qualche conto>
Mi invita nel suo ufficio e mi accomodo su un piccolo divanetto di pelle marroncino, leggermente trasandato. Si siede dietro la scrivania, incrociando le mani su di essa con espressione grave < abbiamo scoperto, secondo alcune testimonianze, qualche dettaglio sul probabile assassino> la invito a proseguire < hanno visto un uomo aggirarsi nel parco in piena notte nella stessa ora nella stessa data della morte della bambina> mi illustra  < quindi? Chi è?> chiedo ansiosa < non si sa ancora > scuote il capo < ma in molti hanno notato un tatuaggio a forma di pugnale sotto l’orecchio destro > per un momento penso di svenire. Mi sento mancare il pavimento da sotto i piedi. Mi accasciato sulla sedia e guardo Maria con aria sconvolta < oh mio Dio! > esclamo coprendomi la bocca con entrambe le mani. < cosa succede Elisa?> mi richiama allarmata la donna. Mi riprendo per un momento e la liquido con un gesto della mani  < niente,  sono solo scioccata tutto qui> mento. Prendo le mie cose frettolosamente < devo andare >
L’uomo col pugnale. Quel tatuaggio l’ho già visto da qualche parte. Ma dove? Rientro a casa e accendo il mio portatile. Una sfilza di tatuaggi raffiguranti un pugnale compaiono alla mia vista. Cerco di trovare uno che somigli a quello che ho visto nel mio sogno. Sfoglio molte pagine e alla fine lo trovo: un pugnale disegnato in bianco e nero, in maniera molto stilizzata che si intreccia ad una rosa. < eccolo!> stampo la foto e lo fisso meglio, cercando di ricordare a chi possa appartenere quel tatuaggio. Scuoto la testa e mi sdraio sul letto immersa nei pensieri, fino a quando qualcuno suona al campanello. Mi alzo pigramente e controvoglia apro la porta. Un Giorgio in tutta la sua bellezza mi saluta debolmente e io arrossisco. < che ci fai qui?> dico dopo diversi minuti, < devo parlarti> risponde solamente ed entra in casa. < cosa posso fare per te?> ridacchio, mentre ci accomodiamo sul divano < volevo parlarti di Chris> esordisce e io smetto di ridere. Sospiro < Chris domani si sposa> dice solamente e io annuisco < grazie per avermelo ricordato!> borbotto e Giorgio mi osserva come se fossi un alieno <io ho voluto …> si interrompe improvvisamente < aspetta … lo sai? E te ne stai qui senza far niente?> sbotta arrabbiato. Mi stringo nelle spalle < cosa dovrei fare secondo te? Impedire ad un bambino di essere felice con i suoi genitori? Non lo farò mai! E poi sono stata io a consigliargli di accettare la proposta di Marta> confesso < cosa?> sussurra flebilmente < perché diavolo l’hai fatto?> < perché ormai non possiamo più stare insieme, neanche se lo volessimo e poi è giusto così>

Il giorno dopo il nostro incontro Christian si presenta a casa. Appena mi vede, passa in rassegna il mio corpo, coperto solo da una canotta scollata e dei pantaloncini corti e io mi sento avvampare < devo parlarti> dice infine ed io annuisco < bene, sei qui. Dimmi tutto> lo sprono e il ragazzo sospira < non è facile …> balbetta a corto di parole < inizia dal principio> suggerisco mentre mi siedo e lui copia i miei stessi movimenti < Marta mi ha chiesto di sposarla> mi annuncia tutto d’un fiato. Deglutisco faticosamente. Non mi sorprende questa sua rivelazione: sapevo che prima o poi sarebbe successo. < okay …> sussurro. Alza lo sguardo < hai accettato?> chiedo insicura se voglia sapere o meno la risposta. Scuote la testa<Elisa io non voglio sposarla, non la amo nemmeno> mi guarda supplicante < i tuoi lo sanno?> chiedo, distogliendo lo sguardo da lui <non ancora> sospira e si passa una mano tra i capelli < saranno felicissimi> commento e Chris mi guarda curioso < bhe è la figlia di un ricco imprenditore e non è un’assassina perciò …> mi stringo nelle spalle e Chris scoppia a ridere. < oh Elisa, non ridevo così da molto tempo> confessa e l’atmosfera si fa più tesa < come va la gravidanza?> si spalma sulla sedia < sembra che qualcuno la stia divorando da dentro, considerando i suoi lamenti> sbuffa e io rido. < sarai un bravo papà> sussurro con un piccolo sorriso. Mi prende le mani < io voglio passare la mia vita con te Elisa> mi fissa negli occhi. Mi sottraggo al suo tocco < devi accettare la sua proposta> mi alzo e guardo fuori dalla finestra < ti arrendi così?> strilla e io sobbalzo < ne abbiamo già parlato abbastanza Chris. non credere che sia stata una decisione facile, perché ti sbagli di grosso> si passa nuovamente le mani tra i capelli < quindi non ci rivedremo più?> chiede in un flebile sussurro < no, penso sia meglio se io e te non ci vedessimo mai più>

< io non ci credo! Christian sta una merda!> ammette tristemente < è il mio  migliore amico e odio vederlo così> continua. Sento un colpo al cuore che cerco di reprimere < perché non hai lottato Elisa? Per lui, per voi?> urla, colpendo il bracciolo con un  pugno. < se sei venuto qui per farmi sentire una stronza insensibile, ci ha già pensato la mia coscienza!> sbotto nervosa e lui si calma < scusami, hai ragione. Non deve essere stato facile> < no, non lo è stato e credimi non c’è un solo giorno in cui io non pensi a lui.>
Buon pomeriggio! oggi nuovo capitolo e ringraziamenti. Volevo ringraziare di cuore coloro che hanno votato e commentato. Mi ha fatto molto piacere e mi ha riempito di gioia. Grazie ancora XXX

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora