CAPITOLO SEI

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Sono passati circa un paio di mesi dal mio arrivo e lentamente mi sto abituando alla mia nuova quotidianità. Tra le lezioni e il lavoro torno a casa sempre più sfinita e irritata. Dopo avermi accompagnata a casa,l'altra sera, Christian si è assicurato che stessi bene, però adesso sembra evitarmi .È passata circa una settimana da quel giorno, ma non riesco a togliermi dalla mente tutte quelle parole che mi ha detto e come mi ha trattata. Sabato non si è presentato e so per certo che non voleva vedermi, anche se non riesco a spiegarmi per quale motivo si comporti così con me. Ha indossato nuovamente la sua maschera arrogante e presuntuosa, ma non ha ancora capito che le maschere coprono solo ciò che sei realmente e che, prima o poi, cadono, rivelando la nudità dell'anima. Certo, ci aiuta a proteggerci dalle sofferenze e dalle delusioni, ma perché indossare una maschera per coprirci se poi non nasconde gli occhi, che rivelano tutta la bellezza e la profondità dell'animo umano? E sinceramente, non capisco questa sua ostinata reticenza nei miei confronti e, anche se ho una voglia matta di saperlo, non penso che riuscirò a fare qualche progresso con lui. Immersa nei miei pensieri, mi incammino verso l'aula in cui frequento la prima lezione del lunedì: storia, una delle mie materie preferite. Entro in aula e mi siedo nella fila centrale. Mentre sistemo il portatile sul banco,si siede accanto a me una ragazza, che mi sembra di aver già visto, anche se non ricordo dove. La osservo per un po' e devo ammettere che è proprio una bella ragazza. È tutto il mio opposto: non è molto alta, ha un bel fisico snello, occhi verde e capelli dorati. Dopo un'accurata ispezione, volgo lo sguardo verso la lavagna e fisso davanti a me, mentre qualcuno bisbiglia, richiamando la mia attenzione, così mi volto incuriosita.<Ciao, tu devi essere Elisa. Ho sentito tanto parlare di te> parla la biondina accanto a me. La fisso per qualche istante, elaborando le sue parole.<Scusami?> Come fa a sapere chi sono?Lei sorride divertita:<Gabriel> e vedendo la mia espressione perplessa aggiunge <è mio padre> Gabriel ha una figlia?
<Davvero? Non ti ho mai vista>penso ad alta voce. <Eri così impegnata che probabilmente non te ne sei accorta> Ripenso un po' alle mie serate al locale e mi viene in mente una ragazza biondina che si aggirava tra i tavoli. <Ora ricordo! Certo che ti ho vista. Anzi in realtà è stato Andrea ad indicarti, chiedendomi qualche parere ...>lascio la frase in sospeso, notando le sue guance diventare sempre più rosse.<Sul serio? Cosa ti ha detto?>urla eccitata, catturando l'attenzione della maggior parte degli studenti presenti in aula. Io invece rido e lei mi guarda con un sopracciglio alzato.<Non posso dirtelo> continuo a ridere, facendole la linguaccia. Nel frattempo entra il professore e la ragazza mi sussurra:< comunque, sono Sophia> si presenta porgendomi la mano. <Elisa> rispondo e le stringo la mano in risposta, rendendomi conto successivamente che lei già conosce il mio nome, Si gira e volge lo sguardo al professore e bisbiglia :<lo so ...>. La guardo perplessa e mi volto, iniziando a seguire la lezione. Al termine delle lezioni, io e Sophia ci ritroviamo al centro commerciale, io per comprare dei libri e lei, a quanto pare, vuole seguirmi per poter incontrare Andrea. Infatti ho scoperto che ha una cotta per il biondino e quando, purtroppo, ha saputo che l'ho conosciuto, per caso, settimane prima in libreria, ha voluto seguirmi, dopo, ovviamente, avermi avvertita del fatto che fosse solo suo. Andrea è un bel ragazzo ma non sono interessata. Sophia continua a parlare ininterrottamente da più di un'ora su come e quando abbia incontrato il ragazzo, mentre io mi limito ad annuire alle sue affermazioni senza senso.

<Gabriel vorrebbe parlarti> si ferma improvvisamente, voltandosi. <Perché? Ho fatto qualcosa di sbagliato?> chiedo ansiosa e preoccupata. <No. Vuole solo chiederti una cosa ... >mi risponde vaga.<Non mi dirai niente,vero?>sorrido.<No> ricambia il sorriso accompagnato da una risata e poi continuiamo a camminare.

<Non è giusto, non c'è!> si lamenta per l'ennesima volta la bionda da quando abbiamo messo piede in libreria e io ho dovuto subirmi le sue lagne. Esasperata, scelgo un libro dallo scaffale e mi dirigo alla cassa, uscendo successivamente dal negozio.<Io vado da Gabriel. Tu che fai?><Sono stanca, quindi torno a casa>. Ci scambiamo il numero di cellulare emi dirigo al G&G.Entro nel locale e trovo Gabriel ad accogliermi con un sorriso. È un uomo sulla quarantina, molto alto e muscoloso. Appena lo incontri e incroci il suo sguardo, incute timore, ma , in realtà, è una persona dolcissima. Ha i capelli scuri e corti e gli occhi di un nero intenso. Veste sempre con abiti giovanili ed è molto, forse troppo, simpatico ed ironico.<Elisa, dobbiamo parlare. Seguimi > mi dice serio. È sparita ogni traccia di sorriso. Deglutisco e sussurro un debole <okay> e mi guardo intorno. Non c'è ancora nessuno al locale e inizio ad agitarmi, così con il cuore in gola, seguo Gabriel verso il suo ufficio. Entriamo in una delle stanze del locale, o meglio nel suo ufficio, e si siede alla scrivania. Mi invita ad accomodarmi ed io eseguo. Mi guardo intorno timorosa, osservando ogni minimo dettaglio e in assoluto silenzio, finché Gabriel non rompe il silenzio creatosi< senti Elisa , so che è da poco tempo che lavori con me , ma non te lo chiederei se non fosse stato necessario. La prossima settimana mi aspettano in Spagna per inaugurare l'apertura di un nuovo locale. È un evento molto importante perché ci sarà tutta la gente facoltosa proveniente da tutto il mondo è anche molti miei finanziatori e mi servono più aiutanti possibili. Saresti disposta a partire con noi per una settimana? Saresti pagata molto bene, in aggiunta alle mance che ti daranno. So anche che ti ho avvertita con molto poco preavviso ma sono nei guai> questo mi cogli di sorpresa. Però dei soldi in più mi servono. Rifletto per qualche minuto, ma non mi resta che accettare l'allettante offerta. < certo, conta su di me!> il suo viso si illumina e dopo avermi ringraziato circa un centinaio di volte mi allontano dal pub per tornare a casa. Torno a casa e mi sdraio sul letto, ripensando a ciò che mi è stato appena offerto. Per rilassarmi decido di fare una doccia. Mi spoglio e osservo la mia cicatrice che ho sul fianco. Ce l'ho da quando ne ho memoria. La sfioro con le dita, ma assumo una smorfia di dolore e ritraggo istintivamente la mano, scuoto la testa come per scacciare questi pensieri ed entro nella doccia. Dopo essermi risciacquata, indosso l'accappatoio ed esco dal bagno, canticchiando le canzoni trasmesse dal mio IPod. Il suono del campanello, però, mi distrae e mi precipito alla porta d'ingresso. La apro e mi ritrovo davanti Christian. Bene, prima mi evita per una fottuta settima e poi viene a casa mia? E poi, come fa a sapere dove abito? Ah già, quella sera ... diamine, se lo ricorda ancora?<Che diavolo ci fai qui?> chiedo acida.< non accettare quella proposta. È un ordine!> mi ordina imperioso.< tu sei fottutamente malato! Prima mi salvi, poi fai il coglione e adesso vieni qui a darmi ordini in casa mia? Mi stai fottutamente prendendo in giro?> urlo e impreco istericamente, aumentando di parola in parola il tono della voce.< Ma è normale che una ragazza imprechi così tanto? Comunque sì, ottima analisi, è esattamente così>concorda con nonchalance. Rimango atterrita e richiudo la porta ma la blocca con un piede. Sbuffo e lo lascio entrare, posizionandosi di fronte a me e scrutandomi attentamente con i suoi occhi verdi. Solo allora mi rendo conto di essere ancora in accappatoio e abbasso lo sguardo imbarazzata.<Non voglio che tu entra in contatto con quell'ambiente ... > mi supplica dolcemente. Non riesco a capire il motivo di questa sua preoccupazione. Cosa potrebbe accadere?< Sta' tranquillo, so badare a me stessa. Ora vai.> Gli suggerisco. Mi prende il viso tra le sue mani, lo alza e mi bacia delicatamente la fronte. <Ricorda: farò di tutto per proteggerti, è la mia promessa> mi sussurra e detto questo, apre la porta ed esce, facendomi restare immobile ed incredula, vicino la porta.

Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico e per me ha una grande importanza perché l'ho scritta in un periodo abbastanza buio della mia vita. Con questo " lavoro" voglio che tutti sappiano che anche se state affrontando un periodo difficile,l' importante è trovare sempre la luce nel buio.
Vi ringrazio del tempo che dedicherete anche solo all'apertura della mia storia. Buona giornata a tutti! <3

Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora