CAPITOLO CINQUANTADUE

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Quando tutti se ne sono andati, io rimango in cucina ad asciugare le tazze bagnate e a riporle sul tavolo, in attesa di metterle al loro posto. Christian si avvicina di soppiatto e avvolge le sue braccia intorno alla mia vita, lasciandomi un bacio umido sotto l'orecchio. Rabbrividisco a quel contatto e sorrido, mentre continuo ad asciugare le tazze. < Elisa stai bene?> chiede preoccupato. Mi volto < certo. Perché non dovrei?> il mio sorriso è forzato. Sono ancora turbata per ciò che ho scoperto, ma come avevo già deciso non dirò nulla a Chris. < sicura. Mi sei sembrata strana sta sera. È per via di ciò che è successo? > < non è per quello> mento < so che non sei ancora pronta per quel passo. Non ancora. Sei legata al passato e lo capisco. Non dovevo metterti fretta> si giustifica freneticamente non lasciandomi il tempo di spiegare < Christian, stop> rido e lui si ferma, studiandomi con i suoi occhi verdi < non è per quello. Io ... non so come dirtelo> ammetto, torturandomi le dita. Christian si avvicina e raccoglie il mio viso tra le sue mani < puoi dirmelo> < io non ho mai fatto ...> lascio la frase incompiuta, incapace di continuare. Mi fissa confuso, poi qualcosa gli attraversa la mente < sei vergine Elisa?> mi chiede stupito. Annuisco lievemente < perché non l'hai detto subito?> domanda senza giudizio nella sia voce. < mi vergognavo, insomma ho quasi vent'anni> ridacchio nervosa. Sorride, poi il suo sorriso diventa una smorfia < almeno non hai perso la verginità con quello> sputa con disprezzo < già.> Sospiro. <possiamo cambiare argomento?> chiedo brusca. <certo> si arrende <devo tornare a casa è tardi> dico, mentre cerco la mia borsa < dormi qui> mi suggerisce Christian <non credo sia una buona idea> mormoro < perché ? Infondo abbiamo già dormito insieme, o sbaglio?> ammicca e io sorrido, salvando il mio umore < bene, vieni con me. Ti mostro la mia camera > prende la mia mano e mi trascina al piano di sopra. Percorriamo il corridoio fino ad una stanza, chiusa a chiave < perché chiudi la tua camera a chiave?> chiedo divertita < non voglio che qualcuno entri e frughi tra le mie cose> spiega semplicemente. Annuisco. Chris apre la porta e mi spinge dentro delicatamente. Le mie narici vengono inondate da un profumo di cocco, quello di Christian e mi crogiolo in quell' odore che nella ultimo periodo è diventato la mia casa. Mi guardo in giro curiosa. La scrivania di legno è poggiata contro il muro in fondo alla stanza e ospita un computer di ultima generazione con una lettere incisa al lato. Gli scaffali sono pieni di libri di meccanica e ingegneria informatica e il grande letto matrimoniale occupa gran parte della stanza. La stanza è in perfetto ordine proprio come quella nella villa dei genitori. Questa casa a confronto e molto più piccola, più accogliente. < ti piace?> mi fissa ansioso. < è stupenda> commento. Le pareti sono alternate dal blu notte e dal bianco, una combinazione alla quanto bizzarra ma che rispecchiano la sua personalità. Dolce e premuroso, arrogante e sfacciato. Ogni cosa in questa casa ricorda Christian, dalla sua modernità alla sua semplicità. Persa nei miei pensieri non mi accorgo che Chris e entrato nella stanza e sta frugando tra la sua roba < puoi mettere questa> mi porge una maglia < non la uso più > annuisce la prendo tra le mie mani < grazie> sorrido. Sparisce in bagno e io ne approfitto per cambiarmi, poi ripiego i miei vestiti e li Poggio sulla sedia vicino ala scrivania. Passo in rassegna i quadri affissi alla parete. Ci sono foto di Clary chiaramente, adora quella bambina. Poi alcune fotografie ritraggono lui e Conor in costume. Qui doveva avere circa sette o otto anni mentre giocano con la sabbia. La osservo più attentamente e un dettaglio mi salta all' occhio. Il faro sullo sfondo mi è familiare e mi avvicinò per guardare meglio. Rimango stupita nel capire che quella è proprio la spiaggia della mia città in cui passavo l intera estate con i miei amici estate la mia famiglia. < non può essere> sussurro sgomenta . <cosa non è possibile ?>Christian e uscito dal bagno con indosso i pantaloni del pigiama. Mi distacco dalla fotografia colta in flagrante < ehm ... quella spiaggia io la conosco> spiego indicando gli la foto alla parete < penso di si. Ti ho raccontato di mia nonna e delle mie origini italiane>ribatte tranquillo mentre si sdraia sul letto < ti sei cambiata> osserva con un sorrisetto < così posso vedere le tue belle gambe e il tuo culto pazzesco> commenta malizioso e lanciandomi un'occhiata lunga e senza ritegno. Arrossisco e mi chiudo in bagno scatenando risate dal ragazzo. Un giorno di questi gliela faccio pagare borbotto tra me.

Esco dal bagno e mi sdraio accanto a Christian dandogli le spalle, lei mi avvicina e mi avvolge un braccio intorno al alla mia vita. Il suo petto aderisce alla mia schiena e posso sentire il suo respiro entrare in sincronia con il mio. Con una mano mi accarezza dolcemente i capelli. < Marta era la tua ragazza?> le parole mi escono di bocca prima che riesca a fermare. Chris si agita sul letto < te l' ha detto Sophia?> chiede calmo, ma so che sta andando in panico < l' avevo dedotto da sola, Sophia ha solo confermato le mie ipotesi>< che brava detective> sorride < quindi è vero? Marta era la tua ragazza > Affermo in tono piatto. <non la definirei propriamente la mia ragazza> replica . < per lei non ho mai provato niente. Era semplicemente una ragazza con cui fare del buon sesso. Tutto qui> <capisco> inarco un sopracciglio, consapevole del fatto che non può vedermi. Mi fa voltare verso di lui e mi guarda < Elisa, io per lei non provavo niente. Solo tu sei riuscita a provocare questi sentimenti sconosciuti,o almeno lo erano prima di incontrare te> mi fissa negli occhi e io abbasso il mio < guardami>mi ordina dolcemente e alzo gli occhi, incontrando il suo sguardo ardente < Ti amo Elisa. Non ho mai amato nessuno prima di te. Marta ha fatto parte del mio passato ma in un altro modo, che non può essere minimamente paragonato al modo in cui tu hai cambiato la mia vita, va bene?> annuisco debolmente < ricordi quella festa a casa dei miei?> mi chiede serio <Il giorno in cui sono diventata famosa per aver dato dell'arpia alla signora Weiss? Si lo ricordo>scoppia a ridere < Francesca> dice. < chi?> < Francesca. La signora Weiss si chiama Francesca> ridacchia. < mi hai cambiato la giornata con questa notizia > borbotto sarcastica. Scoppia nuovamente a ridere < tu e il tuo sarcasmo. Come farei senza?> < comunque ricordo quella sera> rispondo in ritardo alla sua domanda < credo di averti amata dall'ora, o comunque me ne sono accorta quella sera. Mi sono accorto di essermi innamorato di te quando ti ho pregato di restare. E io non prego mai nessuno> mi dice con un filo di voce e il mio cuore perde un battito; a ritmo del suo respiro mi addormento con un sorriso stampato in faccia.

"Sono nella mia stanza. Sto giocando con le mie bambole e la stanza è illuminata dalla piccola lampada sul comodino. Sento dei rumori al piano di sotto e dei passi che si avvicinano alla mia camera. Lascio le bambole sul tappeto e mi rannicchio sul letto, tappandomi le orecchie con le mani. La porta si spalanca e due ragazzi si avvicinano a me con un sorrisetto sinistro sul loro volto. < ora ci divertiremo con te> dice uno dei due, trascinandomi sul pavimento e toccandomi ovunque.

<lasciatela stare immediatamente!> grida qualcuno, ma non riesco a vedere niente. Poi mi sento sollevare e scendere le scale. Alzo lo sguardo per scoprire il volto del mio salvatore, ma al buio risalta solamente il luccichio di un orecchino. Il mio salvatore inciampa su qualcosa e cade.

Tasto a tentoni il terreno e la mia mano si scontra con qualcosa. Osservo meglio e noto con orrore un uomo a terra privo di vita ... "

<Elisa ti prego svegliati!> urla qualcuno in lontananza e apro gli occhi a fatica. < Christian ... > sussurro con voce impastata. < sono io, piccola. Sono qui> mi abbraccia e io ricambio debolmente. < stavi urlando> mi spiega e io rimango intontita, mentre cerco di sedermi sul letto. < ho fatto un brutto sogno> dico e mi accorgo che sto tremando e sono madida di sudore < sì, me ne sono accorto> commenta preoccupato. Mi porta un bicchiere d'acqua e io lo tracanno tutto d'un fiato. < fai spesso questi incubi ho notato> mi dice Christian in tono serio e posso percepire la sua ansia < scusami per averti svegliato> bisbiglio stanca < cosa? Non dirlo neanche per scherzo mi hai fatto spaventare a morte> mi prende dalle mani il bicchiere ormai vuoto e lo appoggia sul comodino dietro di lui. Mi prende il viso tra le mani< vuoi raccontarmi cosa c'era nel tuo sogno?> mi chiede dolcemente,accarezzandomi il viso con i pollici. Annuisco debolmente e inizio il mio racconto, mentre Christian mi ascolta paziente ed inespressivo.


Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora