CAPITOLO DIECI

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< Tutto bene?>

<Sì, grazie. Non so come ringraziarti!>

<Non c'è problema. Ora torna a casa> detto questo, si volta nella direzione opposta e va via. Non perdo tempo. Recupero la busta, caduta precedentemente, e mi allontano, raggiungendo velocemente la mia auto per raggiungere gli altri.

Mi ritrovo in camera, sdraiata a pancia in giù sul letto, mentre ripenso a ciò che è accaduto questa mattina. Sono stata molto fortunata ad aver incontrato quel misterioso ragazzo; da quando sono partita, qualche mese fa, non faccio altro che cacciarmi nei guai e questa cosa non mi piace per niente. Quando sono tornata a casa, avevo quasi le sembianze di uno zombie e, fortunatamente, Chris e Gabriel si sono offerti di aiutami a sistemare la cucina. Un raggio di luce entra dalla finestra e illumina interamente la stanza, tracciando il muro con dei piccoli arcobaleni. Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio. Mi alzo leggermente la maglietta e noto che sul fianco si è formato un grosso livido viola, così vado in bagno alla ricerca di un po' di carta igienica e ci verso dell'acqua fredda; poi la appoggio sulla ferita, ma una fitta di dolore mi fa ritrarre istintivamente la mano e sospiro affranta. Non ho raccontato nulla ai ragazzi, si sarebbero preoccupati e hanno già tanto a cui pensare in questo momento.

Sento un leggero bussare alla porta, che ignoro deliberatamente; ho voglia di restare sola. I colpi diventano più insistenti, seguiti da una voce profonda < Elisa, so che sei lì dentro. Per favore, aprimi>. Riconoscerei quella voce tra mille e non ho alcuna intenzione di parlargli. Voglio solo che tutta questa storia finisca, voglio ritornare alla mia vita quotidiana, riavere indietro i miei amici, la mia famiglia. Purtroppo questo non sarà mai più possibile. Un singhiozzo sfugge dalle mie labbra e mi accascio a terra,appoggiata alla porta, mentre do libero sfogo alle mie emozioni.

POV CHRISTIAN

< è da ore che è rinchiusa in camera, mi sto preoccupando ... > si rivolge a me Gabriel sussurrando. In effetti stavo proprio pensando a lei. Da quando è tornata, l'ho vista strana, assente e spaventata. Sono salito in camera sua per parlarle ma non ho ricevuta alcuna risposta. Dev'esserle successo qualcosa ma non riesco a capire di cosa si tratti, in aggiunta abbiamo ancora un litigio in sospeso, a causa del mio essere stronzo, ovviamente. Devo risolvere questa situazione il prima possibile; insomma non possiamo continuare a comportarci come due liceali.< anch'io. Secondo me è successo qualcosa che non vuole dirci> do voce ai miei pensieri. Gabriel annuisce in risposta.

< mi ha detto solo che si stava perdendo e si è spaventata, ma non mi sembra così traumatica come cosa ...> sospira pensieroso. Poi di scatto alza lo sguardo <tu ... > mi indica < devi smetterla di trattar male gente! Se vuoi che ti parli, devi guadagnarti la sua fiducia. Questa situazione mista facendo innervosire! Dobbiamo essere uniti, le questioni personali bisogna lasciarle a casa!> sbotta infuriato l'uomo. Non l'ho mai visto così, tuttavia so perfettamente che ha ragione.

< hai ragione, ci penserò io>.

Verso mezzanotte mi avvio verso la mia camera e mi butto sul letto, sfinito. "che situazione del cazzo!" Non ho mai dovuto scusarmi con nessuno per il mio comportamento ed ora con quella ragazza, sono stato costretto a farlo più di una volta. Adesso sono qui, sdraiato sul letto,con le mani dietro la testa ad osservare il soffitto, pensando a qualcosa per farmi perdonare. Mi rigiro nel letto, cercando una posizione comoda, ma inutilmente. Finalmente dopo circa un'ora, sprofondo nel sonno.

"mi ritrovo in una stanza spoglia, fredda e buia da solo. Mi guardo intorno, cercando di distinguere qualche figura nel buio. All'improvviso mi compare davanti una sedia illuminata da una flebile luce. Stropiccio gli occhi per vedere meglio e noto una ragazza seduta sulla sedia, legata e con la testa china.

D'un tratto alza faticosamente la testa e riesco a vedere il suo volto. L'immagine dinanzi a me, mi paralizza e riconosco immediatamente la ragazza: (). Urla, si dimena e piange< aiuto, vi prego> singhiozza. Mi affretto a raggiungerla ma il mio tocco oltrepassa il suo corpo e lei sembra non notare la mia presenza. Mi sento come uno spettatore esterno, incapace di fare qualsiasi cosa. La porta si spalanca ed entrano nella stanza delle figure, o meglio delle ombre, che le iniettano qualcosa. Lei grugnisce e geme dal dolore e si accascia sulla sedia priva di sensi ... "

<NO!> urlo disperato. Mi siedo sul letto, mentre cerco di regolarizzare il mio respiro irregolare." È stato solo un fottuto incubo". Resto fermo, seduto sul letto, al buio, per un tempo che mi pare infinito, immerso nel silenzio. All'improvviso quel silenzio assordante viene interrotto da altre grida provenienti dall'altra stanza. < NO, TI PREGO!>riconosco immediatamente la voce. Sono urla di puro terrore che mi paralizzano sul posto. Ad un tratto però, tutto cessa, non sento più gridare, e ,temendo il peggio, mi precipito giù dal letto verso la sua camera. Apro la porta e mi si presenta dinanzi una scena che mi colpisce dritta al cuore. Elisa è avvolta nelle coperte, madida di sudore, il volto rigato dalle lacrime, con gli occhi ancora chiusi mentre si contorce tra le coperte in preda agli incubi

Raggiungo velocemente il letto e la scuoto per farle aprire gli occhi, chiamando preoccupato il suo nome. Dopo svariati tentativi, si sveglia e mi fissa, con il volto segnato dal terrore.

< ehi, ci sono io qui. Sta' tranquilla. > le sussurro dolcemente, accarezzandole i capelli, con fare rassicurante. Si calma quasi immediatamente e dopo averle portato un bicchiere d'acqua, e rassicurandomi che stia meglio, mi dirigo verso la porta.

<Chris> mi richiama con la voce impastata dal sonno e dal precedente pianto. Sorrido spontaneamente alla pronuncia di quel nomignolo.<puoi dormire con me?> sussurra imbarazzata. < certo piccola>richiudo la porta, infilandomi con lei sotto le coperte. Le cingo la vita con un braccio, stingendola a me, e ci addormentiamo abbracciati.


Il destino ci ha fatto rincontrare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora