POV CHRISTIAN
< perché l'hai fatto?> Giorgio si siede di fronte a me, poggia i gomiti sul tavolo e la testa tra le mani. Mi guarda fisso negli occhi, è questo è il suo modo per comunicarmi che non devo dire cazzate. Corrugo la fronte e strizzo gli occhi visibilmente stanco ed irritato dalle continue visite. Non chiudo gli occhi da giorni. Resto steso sul letto a fissare il soffitto sopra la mia testa. Fisso il muro dietro di Giorgio < fatto cosa?> sposto lo sguardo su di lui < potevi trovare un'altra soluzione, non era necessario arrivare a tanto. Le hai fatto male, non fa bene né a lei, né a te> commenta. Sposto lo sguardo dietro le sue spalle, restando in silenzio < perché cazzo fai così?> mi urla contro, porgendosi in avanti e sbattendo un pugno sul tavolo < tu fai sempre così. C'è un problema e giro intorno all' ostacolo. Devi affrontarli i tuoi cazzo di problemi, Becker> batte nuovamente il pugno e sussulto leggermente, non proferendo parola. < secondo te non ci ho pensato anch'io? Pensi che io stia bene qui, a sentire tutte le vostre prediche del cazzo invece di stare insieme ad Elisa, eh?> sibilo furioso, portando lo sguardo su di lui < allora perché l'hai fatto?> ripete mentre si rimette seduto e cerca di restare calmo < sai anche tu in che situazione mi trovo. Devo proteggerla> spiego. Fa una smorfia e inarca un sopracciglio < da te?> mi provoca. Stringo i pugni < anche> rispondo solamente. si alza e si avvicina a me, si china e ora i suoi occhi sono a pochi centimetri dai miei < hai fatto esattamente il loro gioco> sussurra. Corrugo la fronte < che vuoi dire?> sospira e si allontana leggermente con un sorrisetto < cosa faresti se, per esempio, desiderassi un birra?> mi chiede e io rido < Giorgio se vuoi una birra basta che apri il frigo!> mi prende alla lettera, apre il frigo e tira fuori una birra ghiacciata. < vedi> mi dice e poggia la birra sul tavolo. < facciamo finta che tu la desideri ardentemente, ma qualcosa ti impedisce di prenderla> prende la bottiglia e se la mette dietro la schiena < cosa faresti?> mi chiede infine e io lo guardo come se fosse impazzito. < semplice> mi alzo e mi metto davanti a lui < mi sbarazzo dell'ostacolo> rispondo con fare ovvio. < risposta esatta> e applaude. Poggia la birra e si siede sul tavolo con le gambe penzoloni, rivolgendomi un'occhiata < e adesso prova a sostituire la birra con Elisa e l'ostacolo con te stesso e io sono colui che la vuole> sgrano gli occhi capendo esattamente cosa intende < vedo che finalmente hai capito> un sorrisetto impertinente si fa largo sul suo volto. < vuoi dire che ...?> < hanno fatto leva sul tuo più grande timore Christian. Loro vogliono Elisa, ma non potevano farlo con te che le gironzolavi intorno. Sapevano che prima o poi avresti reagito così. Ti conoscono> il suo ragionamento non fa una piega e io mi sento improvvisamente un povero coglione. Come ho fatto a cascarci in pieno? < cosa faccio adesso?> chiedo passandomi una mano tra i capelli, terrorizzato. < cosa facciamo, vorrai dire> saetto lo sguardo su di lui e sorride < Chris non importa quante cazzate farai in futuro, io ti coprirò le spalle.>
Entro nel pub per poter parlare con Elisa e spiegarle la situazione. Ho agito d'istinto senza badare alle conseguenze che questo avrebbe comportato sia per me che per lei. Loro vogliono esattamente questo: dividerci, ma non glielo permetterò. Grazie a Giorgio ho capito il loro piano: volevano separarci così da poter sorprendere Elisa da sola, senza me che la proteggessi e che li ostacolassi. Sono stati astuti lo ammetto, ma non abbastanza. Cerco Sophia come un disperato e quando finalmente intravedo la sua chioma bionda la prendo per un braccio e la trascino in disparte. Sul suo volto, una sensazione di sollievo e disperazione le fanno da padrona < Chris, meno male che sei qui> la sua voce è disperata e io sto cominciando ad agitarmi < dov' è Elisa?> chiedo con il cuore in gola < non lo so. Non mi risponde da due giorni e a casa sua non risponde nessuno. Io ho paura Chris> la sua voce si inclina e mi abbraccia, piangendo come una bambina < come non risponde?> riesco a dire. Scuote la testa < io non lo so. So solo che non risponde a nessuno di noi> la mia testa si svuota e immagini terribili mi fanno perdere lucidità. < vado a casa sua> mi ferma < ma non c'è, abbiamo già ...> < sfonderò la porta se necessario> detto questo, mi precipito a casa di Elisa come una furia.
Busso alla porta ma come temevo non ricevo nessuna risposta. Cerco di sfondare la porta. Prendo la rincorsa e uso il mio corpo come mezzo di sfondamento. Dopo vari tentativi la porta cade e io mi precipito all' interno < Elisa sono io. Ci sei?> la chiamo, ma non ricevo nessuna risposta < Elisa!> la richiamo e urlo più forte, sfortunatamente l'esito è lo stesso. < dove diavolo sei?> borbotto sotto voce, mentre salgo le scale. Salgo l'ultimo gradino e giro la testa verso la sua camera, che stranamente è aperta. Mi avvicino cautamente e spalanco leggermente la porta. Do un'occhiata all' interno. Non c'è nessuno, quindi decido di cercarla in biblioteca, ma qualcosa attira la mia attenzione. Vicino al letto noto dei piedi e con il cuore in gola mi faccio avanti < Eli?> supero il letto e spalanco gli occhi per l'orrore. Elisa è riversa sul pavimento priva di sensi. Mi precipito su di lei e la scuoto energicamente. < Elisa!> urlo con gli occhi lucidi < qualcuno mi aiuti!> grido nuovamente. Prendo il cellulare e chiamo l'autoambulanza< vi prego la mia ragazza sta male>spiego cercando di restare calmo, senza molto successo < fate presto!> supplico e dopo aver fornito loro l'indirizzo, chiudo la chiamata e prendo il suo corpo tra le mie braccia. Sembra di rivivere i miei peggiori incubi, solo che questa volta nessuno verrà a svegliarmi.
La corsa all' ospedale è stata tragica. Elisa, distesa su quel lettino d'ospedale, priva di sensi, pallida, mi ha scosso in un modo che non credevo possibile. Le sto accanto, stringendole saldamente la mano, mentre controllo le sue funzioni vitali attraverso il monitor. Non capisco un cazzo di questa roba, ma sono certo che si riprenderà. Deve farlo per noi, per me.
La flebo è attaccata con un ago al suo braccio, le palpebre sono serrate e il suo colorita mediterraneo è scomparso. < è tutta colpa mia> sussurro con voce rotta < dovevo starti accanto e invece ho preferito allontanarmi da te> singhiozzo; appoggio la testa sul suo petto e ascolto il ritmo del suo cuore che mi calma e mi rassicura. < mi dispiace piccola. Ti amo> detto questo, tutta la stanchezza accumulata mi fa chiudere gli occhi, e ciò che ricordo è solamente la luce che entra dalla finestra.
Dei piccoli colpi sulla spallami fanno svegliare e osservo l'infermiera di fronte a me, la quale mi fissa comprensivo < si sente bene?> mi chiede con fare materno < io sto bene. E lei che ...> la mia voce si spegne e l'infermiera mi sorride comprensiva < non si preoccupi, sta bene ora> mi rassicura e il mio cuore riprende a battere per la prima volta da quando ho trovato Elisa distesa sul pavimento. < allora perché non si sveglia?> chiedo con voce rauca a causa del pianto e del sonno. < la ragazza ha avuto la febbre alta. I medici pensano sia per lo stress. Tuttavia, a causa della sua mancata alimentazione si è indebolita parecchio e ha quindi bisogno di molto riposo> spiega e io annuisco, poi corrugo la fronte. Ecco perché pensavo fosse più magra!
La conversazione con l'infermiera viene interrotta da Giorgio, il quale entra nella stanza con passo felpato per non disturbare Elisa < passo più tardi se volete> dice non appena vede l'infermiera < prego. Abbiamo finito> sorride la donna ed esce dalla stanza. < come sta?> Giorgio si avvicina al letto, prende una sedia e si accomoda accanto a me < è solo debole. Ha bisogno di molto riposo> lo informo e annuisce.
< è stata tutta colpa mia> confesso al mio amico, il quale mi ascolta comprensivo < non è colpa tua Chris. secondo me dev' essere successo qualcosa che l'ha turbata profondamente> suggerisce, ma scuoto la testa < l'ho ferita Giorgio. Non me lo perdonerò mai> < invece puoi farlo> controbatte < pensavi fosse la cosa più giusta da fare in quel momento. Volevi proteggerla. Anch' io l'avrei fatto per Antonella> mi stringe la spalla e mi costringe a guardarlo in faccia < non fraintendermi, mi distrugge vederti così, ma è bello ogni tanto vedere il tuo lato più umano> mi confessa. Gli tiro un pugno sul braccio con fare scherzoso < che vuoi dire?> rido. Si stringe nelle spalle < sei stato così tanto tempo rinchiusa nella tua bolla d'aria che hai dimenticato cosa significa tenere all' altro più di te stesso. Elisa è riuscita a far scoppiare quella bolla e a tirarti fuori> è strano sentir parlare Giorgio in questo modo, in rare occasioni l'ho visto serio, ma sono contento che nonostante tutto sia ancora accanto a me, al mio fianco < grazie per essere qui> mi sorride. < bene> esordisce ad un tratto < ora che ho fatto il mio lavora, andrei a scoparmi la mia ragazza, se non ti dispiace> annuncia e scoppio a ridere. È tornato il coglione di sempre e non potrei esserne più felice. Scuoto la testa divertito, mentre Giorgio esce dalla stanza quasi volando dalla sua dolce metà.
Stringo la mano della mia ragazza e le accarezzo il dorso con il pollice < ti prego svegliati> supplico.
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Il destino ci ha fatto rincontrare
RomanceChris ed Elisa, due ragazzi con vite apparentemente diverse, si incontrano quando la ragazza decide di trasferirsi lontana da casa, a causa di alcune vicende accadute e che la ritrovano come protagonista. Tra i due scoppia subito una forte antipati...